Copagri Puglia: Xylella, sentenza Cgue conseguenza della confusione e dell’inerzia dell’assessorato agricolo.
Battista, condanna annunciata; avevamo più volte sollecitato la Regione affinché intervenisse.
“L’odierna sentenza con la quale la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che l’Italia è venuta meno all’obbligo ad essa incombente di attuare misure per impedire la diffusione del batterio Xylella Fastidiosa, in particolare per non aver proceduto immediatamente alla rimozione, nella zona di contenimento, di tutte le piante infette nella fascia di 20 km della zona infetta e per non aver garantito, nella zona di contenimento, il monitoraggio della presenza del batterio, è una condanna annunciata”. Lo afferma il presidente della Copagri Puglia Tommaso Battista, che va a confermare dei timori più volte espressi alla Regione e all’Assessorato regionale all’agricoltura.
“Da molto tempo avevamo più volte sollecitato l’Assessorato all’agricoltura della Regione Puglia affinché assumesse decisioni che andassero nella direzione della rimozione immediata delle piante e affinché venisse effettuato il monitoraggio del vettore su tutto il territorio regionale, superando e semplificando tutti i vincoli burocratici”, ricorda Battista, chiedendo al presidente della Regione Michele Emiliano, anche in veste di assessore ad interim alle Risorse Agroalimentari, di “fare ora chiarezza di fronte a una sentenza che ha accertato l’inadeguatezza della macchina organizzativa regionale per contrastare la Xylella”.
“La Corte, infatti, ha evidenziato chiaramente che ‘non può essere l’ordinamento interno l’impedimento all'applicazione al contrasto alla diffusione della Xylella’; le direttive comunitarie vanno applicate, in quanto l’agricoltura e l’olivicoltura non possono più accettare lo scarico di responsabilità tra istituzioni, Arif e Osservatorio Fitosanitario, che sono i soggetti coinvolti per la lotta al batterio”, aggiunge il presidente della Copagri Puglia.
“Le dimissioni del commissario dell’Arif Oronzo Milillo, e soprattutto le motivazioni che lo hanno indotto a dimettersi, preoccupano non poco il mondo agricolo e soprattutto gli olivicoltori pugliesi, che non possono attendere ancora. Gli agricoltori sono abituati alla concretezza; le promesse e le buone intenzioni appartengono ad altri”, conclude Battista.
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