Regione: Cervellera su sue dimissioni da SeL
Nota del consigliere regionale Alfredo Cervellera sulle motivazioni delle sue dimissioni da SeL.
"L'ennesimo segnale venuto dalle regionali dell'Emilia e della Calabria è illuminante anche per la mia scelta: sta avvenendo una scissione silenziosa dell'elettorato di sinistra dai partiti di riferimento storico che sono diventati contenitori vuoti.
Non si ha un'alternativa e non si va a votare.
Sono stato con i compagni di Sinistra Democratica tra i fondatori in Provincia di Taranto di SEL: avevamo l'ambizione e il sogno di creare un'alternativa vera e di sinistra all'ammucchiata che si era consumata con la nascita del PD tra centristi ed ex Ds.
C'erano i socialisti, i Verdi, gli ambientalisti e le varie anime ex PCI: sono quasi tutti andati via da Sel ad eccezione del nucleo storico degli ex provenienti da Rifondazione Comunista, che ha egemonizzato il Partito e lo ha ridotto a mero esecutore delle volontà del Capo.
Nessun pensiero critico o autocritico era ammesso e chi si opponeva a questa gestione leaderistica era di fatto emarginato, come è successo a Taranto a me ed ai compagni del Circolo Pertini, il più importante della Provincia per numero di iscritti, che recentemente ha abbandonato Sel.
Anch'io ho condiviso questo percorso collettivo e questa scelta per me dolorosa che significa una sconfitta nella ricerca che ancora vogliamo perseguire di una Sinistra unita, inclusiva e sopratutto democratica senza un leader che decida per tutti senza discussione.
Dico subito che il mio orizzonte politico non è il PD, sopratutto quello di Renzi.
Tanto di rispetto per questo grande Partito che raggiunge percentuali di consenso imbarazzanti rispetto a Sel o a Rifondazione che non riescono a discostarsi dal loro 3%, ma io sono stato per una vita e sarò sempre a fianco dei lavoratori e degli ultimi e non posso stare con chi, a mio avviso, toglie loro diritti e speranze di un mondo migliore.
Ricomincerò con i compagni del Pertini il viaggio alla ricerca forse utopica della Sinistra che non c'è, non quella dei Partiti autoreferenziali, ma quella dei movimenti, delle associazioni, della società civile che, basta vedere Taranto, è sicuramente migliore di quella rappresentata politicamente nelle Istituzioni.
Ora le ragioni della mia frattura con Sel impallidiscono rispetto a questa scelta prioritaria, ma cercherò si sintetizzarle al massimo: esse risiedono sopratutto a Taranto, nella conduzione della Federazione acritica rispetto al Presidente Vendola.
Ricordo per tutti il contrasto con il Circolo Pertini sulle mancate primarie per Ezio Stefàno nelle ultime amministrative, dove, coadiuvato dalla Federazione, Vendola si impose sui compagni, che erano maggioritari a Taranto, senza accettare alcuna obiezione.
O l'ultima vicenda delle Primarie nel CS, dove a Bari in una riunione con tutti i Consiglieri regionali e i parlamentari, Vendola ci informò della sua decisione di non ricandidarsi e della scelta come suo erede di Dario Stefàno.
Anche qui la mia richiesta di volere una consultazione di tutti gli iscritti per individuare altre alternative (la V. presidente Barbanente o altri) a questa scelta che non mi pareva di sinistra cadde nel vuoto: sostanzialmente o vi mangiate questa minestra o...
Per questo, visto che non c'era un candidato iscritto a Sel, ho ritenuto giusto che i compagni fossero liberi di scegliere, io tra i presenti nelle Primarie ho scelto di appoggiare senza riserve o condizionamenti Michele Emiliano, l'unico tra i tre che provenga dal Pci e dai DS, e che ha dimostrato nei dieci anni di Sindaco di Bari di saper molto bene governare.
A Michele Emiliano non ho chiesto un posto in lista per le prossime elezioni regionali, ma garanzie per il territorio jonico, affinché possa essere rilanciato, facendo perno sulle sue potenzialità culturali, turistiche e logistiche, con uno sviluppo alternativo a quello della grande industria.
In primis, l'ambiente a partire dal contrasto a Tempa Rossa e alla salvaguardia della salute dei tarantini dalle aggressioni inquinanti, in continuità della attuazione della mia Legge sulla Valutazione del Danno Sanitario .
Poi il rilancio dei voli passeggeri di linea dall'Aeroporto di Grottaglie, che oggi diventa essenziale per il nostro traffico turistico, alla luce di Matera capitale della Cultura Europea per il 2019.
Quello di Taranto è l'unico aeroporto vicinissimo alla Basilicata e all'alta Calabria: potrebbe essere fonte di ricchezza per la città e la provincia, ma è sacrificato da Vendola per progetti futuristici che neanche i nostri figli vedranno realizzarsi.
Poi il completamento infrastrutturale dalla bradanico-salentina, alla Talsano -Avetrana con il suo parco dunale, alla vicenda dei depuratori lungo la costa jonica e dei loro scarichi a mare fortemente contestati dalle popolazioni.
Infine, ma il più importante di tutti, l'attuazione di un Progetto Strategico per Taranto, in continuità con quello elaborato in Area Vasta Tarantina, quando me ne facevo promotore da Vicesindaco.
Ho chiesto per questo una Cabina di Regia, con tecnici finanziati dalla Regione che potessero redigere un Piano complessivo condiviso dagli Enti locali e dal territorio, intercettare le fonti di finanziamento e seguire la realizzazione degli stessi.
Emiliano non solo si è dichiarato entusiasta di mettere Taranto al centro della sua azione da Presidente della Regione, ma lo ha ribadito a tutti, in quella affollatissima assemblea da me organizzata presso il Subfor nell'ottobre scorso, come suo impegno programmatico.
Faccio politica da una vita con passione e oltre ai temi generali della sinistra il territorio tarantino è sempre stato al centro della mia iniziativa nelle Istituzioni.
Le stesse richieste che vado facendo da anni alla Regione, purtroppo inascoltato, dal Presidente Vendola.
A fine dello scorso anno mi parve che eravamo sulla strada giusta, quando dichiarò “Adottiamo Taranto” e chiese l'impegno alla sua Giunta di destinare tutte le risorse possibili della Regione alla nostra città: non c'è stato un atto amministrativo in tal senso fino ad oggi.
Un'altra delusione che ho rinfacciato personalmente a Vendola insieme alla sua ormai annosa assenza da Taranto, nella citata riunione e in un'assemblea di SEL che si tenne nell'agosto scorso a Carosino.
Questo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, l'elemento scatenante della nostra frattura, tutto il resto, compreso le illazioni varie che circolano, sono solo fantasie.
Spero nel percorso collettivo che ci siamo dati con il Circolo Pertini, come Movimento, di rincontrare i tanti bravi compagni che ancora restano in Sel, e la stessa Sel in una Sinistra più ampia, ma soprattutto di riaggregare i tantissimi compagni e compagne, gli elettori che delusi si sono ritirati, in questi anni, nella loro sfera privata rinunciando a fare politica e a dare il loro contributo.
Ora basta con le polemiche di cui sono nauseato e dedichiamoci a risolvere i problemi dei cittadini.
Nessun rancore con Nichi Vendola, che continuerò ad appoggiare in Consiglio Regionale, e che ancora oggi rappresenta un pezzo importante della futura sinistra italiana e sopratutto tanto affetto per quei compagni di Sel che, sono stati meravigliosi compagni di viaggio in questi anni e che continuano a lottare per un mondo migliore: speriamo di rivederci a presto in un contenitore più grande, inclusivo