Friolo:”La denuncia del Presidente dell'ordine dei medici di Lecce e il silenzio della politica”.
Nota del consigliere regionale di Forza Italia, Maurizio Friolo.
“La denuncia del presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Lecce, Luigi Pepe, sulla mancata applicazione della legge regionale n. 43 del 17 ottobre scorso, in vigore dal giorno della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 149 del successivo 24 ottobre, e che prevede l’insediamento del Collegio di direzione, organo di fondamentale importanza e delicatezza nel corretto funzionamento delle Asl, nella programmazione, nella pianificazione e nell’organizzazione delle varie attività, accende l’ennesima spia sull’inquietante silenzio della politica rispetto all’anarchia imperante in molte Asl, non solo in quella di Lecce.
Con i direttori generali decaduti e in scadenza di mandato che, nonostante l’ indicazione dell’assessore alle Politiche per la Salute di attenersi all’ordinaria amministrazione, deliberano di tutto senza però concentrarsi unicamente su quanto dovrebbe essere di loro pertinenza: il rispetto e l’osservanza delle leggi.
E producono una serie di azioni e atti, a ogni livello, tali da meritare l’attenzione della Corte dei Conti e della Procura, visto il disinteresse della Regione Puglia e la mancanza di controlli e verifiche all’interno delle stesse Asl. Comportamenti che non trovano e non possono trovare giustificazione alcuna, e che chiamano in causa direttamente il Governatore Vendola e la sua giunta, visto il mandato ancora in essere che non può giustificare nessun clima da ‘rompete le righe’ e nessun ultimo assalto alla diligenza pubblica, alla ricerca di collocazioni e ricollocazioni in palese violazione di leggi e regolamenti.
Per me, consigliere regionale e in particolare vicepresidente della III Commissione Sanità, constatare questo è frustrante e scandaloso. Frustrante per l’impegno speso e condiviso con i colleghi, in commissione e nell’aula consiliare, per arrivare all’approvazione di leggi da noi ritenute importanti per il miglioramento dei servizi offerti e della qualità della vita sul nostro territorio. Scandaloso perché una qualsiasi legge non può essere poi applicata o meno in base all’umore e alla libertà di azione concessa al direttore generale di turno, senza che nessuno intervenga nonostante ripetute denunce, segnalazioni, interrogazioni, iniziative di ogni tipo: da dove e perché nasce allora questo disinteresse? Cui prodest, dicevano i latini? Certamente non ai cittadini, alla collettività, a chi crede nella legalità e nel rispetto delle regole”.