Blasi: “Tap è un'opera sempre più inutile, al Salento solo un ruolo da servitù”

Nota del consigliere regionale Pd, Sergio Blasi.

 

“La notizia della scelta di un fornitore tedesco per i tubi in acciaio che serviranno a costruire il gasdotto Tap non fa altro che confermare che le presunte ricadute positive sul territorio pugliese di questa opera sono tutte da dimostrare. Per il momento il Salento viene trattato né più né meno come un territorio di passaggio al quale è stata imposta una servitù obbligata nei confronti di quest’opera, contro la quale a nessuno, né ai comitati dei cittadini, né alle istituzioni locali, né alla Regione Puglia, viene data la possibilità di eccepire.

Quello che sta avvenendo è dunque solo la cinica imposizione dall’alto di un progetto che lascerà danni e nessun beneficio diretto. Questo dato va tenuto in conto: come avvenuto nel passato per l’installazione della centrale di Cerano, si è deciso di bypassare il parere dei cittadini e di chi li rappresenta per realizzare a tutti i costi quest’opera. La Tap svolge una funzione esclusivamente in relazione ad equilibri geopolitici rispetto ai quali la vocazione turistica della costa di Melendugno, la opposizione di quel Comune e dei Comuni limitrofi e anche l’esigenza di ricompensare il passaggio del gasdotto appaltando le forniture ad imprese pugliesi, non sono state tenute nella minima considerazione.

Tap ha avuto vita facile: grazie all’Autorizzazione Unica rilasciata dal ministero dello Sviluppo Economico oggi procede spedita per la sua strada, continuando a fare esclusivamente il suo interesse anche nella scelta di fornitori tedeschi invece che pugliesi. Chi politicamente poteva imporre a questa azienda di dialogare col territorio, nell’ottica collaborativa della riscrittura di un progetto che avesse meno impatti e fosse più partecipato rispetto a quella riga su una cartina geografica con cui ci troviamo a fare i conti, ha deciso di non farlo. Resta sul territorio l’ostilità crescente a questo progetto da parte di una popolazione che in questa vicenda è stata trattata come una servitù. Un’ostilità che poteva essere evitata semplicemente se alla politica fosse stato consentito di mediare efficacemente tra l’interesse nazionale e quello del Salento, trovando un altro approdo per l’opera. La Storia ci dirà per quale motivo questa scelta non è stata compiuta”.

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