Romano: “basta con la richiesta di apertura di Grottaglie ai voli civili. Ecco perché l’aeroporto tarantino non potrà mai decollare”
Mi fa piacere prendere atto che il neo assessore regionale Borraccino vuole tenersi lontano da logiche di campanile.
Alle parole – e lo dico davvero senza alcuna vena polemica – devono seguire i fatti ed oggi devo constatare che le prime due cose importanti dette da Borraccino riguardano le “mire” sull’aeroporto di Grottaglie e la ZES jonica. E visto che ci siamo, vorrei dargli un altro consiglio: non firmi i suoi comunicati “Mino Borraccino – Liberi e Uguali”. Oggi è assessore regionale e quindi rappresentante di tutti i pugliesi, non solo di quelli che rispondono al suo partito e men che meno esclusivamente dei tarantini.
Detto questo, entriamo nel merito della questione. E’ vero: il codice della navigazione non distingue un aeroporto industriale da uno destinato al traffico passeggeri. Ma il problema è ben altro e provo a spiegarlo nuovamente. Il traffico passeggeri si basa su equilibri molto ben definiti. Un sistema aeroportuale non punta sulla quantità di strutture, ma più semplicemente sul volume di traffico per quel bacino. Nel nostro caso, i dati riferiti alla Puglia ed alla Basilicata non consentono di prevedere l’utilizzo di un terzo aeroporto oltre a quelli di Bari e Brindisi. Si metterebbe in crisi la società di gestione degli scali (a capitale pubblico, la cui perdita ricadrebbe tutta sul bilancio della Regione Puglia) e non basta certamente qualche investimento infrastrutturale per rendere appetibile Grottaglie alle compagnie aeree.
Il tutto, anche in considerazione del fatto che, come è noto, Ryanair sta riducendo sensibilmente il numero di voli da e per la Puglia e la stessa cosa potrà avvenire per Volotea. Infine, la notizia del giorno: nell’ambito delle politiche di rilancio di Alitalia è previsto, come è noto, l’ingresso di nuovi soci (FS) e soprattutto si pensa ad una sostanziale riduzione dei collegamenti, con tagli che non potranno non riguardare anche la Puglia.
La conseguenza è che nella nostra regione avremo meno collegamenti e quindi Aeroporti di Puglia farà fatica a far quadrare i conti degli aeroporti di Bari e Brindisi. Ecco perché è nelle cose che attrezzare un terzo aeroporto per voli civili sarebbe una scelta suicida. Del resto, è quello che è già avvenuto in altre regione italiane, con il conseguente fallimento di attrezzati scali aeroportuali e con lo spreco di ingenti risorse pubbliche.
Un aeroporto non può sopportare i costi di gestione se arrivano e partono una manciata di aerei. Le conseguenze andrebbero a ricadere sulle tasche di tutti i pugliesi. E non si parli di sviluppo turistico ed economico! La nostra dotazione infrastrutturale trasportistica non costituisce motivo di una mancata crescita. Se così fosse, la Puglia non avrebbe conquistato i “numeri” dell’ultimo decennio.
All’assessore Borraccino, pertanto, rinnovo l’invito a guardarsi intorno, senza fermare lo sguardo solo sulla sua provincia. Ne trarrà giovamento tutta la Puglia e, di conseguenza, anche l’area jonica (senza bagni di sangue per investimenti ingiustificati e in alcun modo lungimiranti).
Pino Romano
presidente della Commissione Sanità della Regione Puglia