Cesare Marino, Artista “a tutto tondo”


Cesare Marino al lavoro nel suo studio di Bari-1983Custodite nella Pinacoteca Comunale di Mesagne, quaranta opere pittoriche dell’artista mesagnese Cesare Marino e diversi calchi in gesso

, fanno parte del patrimonio artistico dell’istituzione mesagnese fondata nel 2001. Non abbiamo la presunzione  di accostare sia pur lontanamente la nostra Pinacoteca Comunale alla Pinacoteca di Brera, alla Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma, alla Pinacoteca Agnelli o Prada. Non possiamo altresì, come cittadini della realtà in cui andiamo a volte “consumando” la nostra vita, non essere coscienti  del patrimonio culturale che possediamo o per meglio dire ignorare le origini, le storie di chi, prima di noi, ha voluto lasciare il segno dei propri talenti nei vari ambiti delle arti visive e della cultura in genere. Dovremmo avere il dovere, prima di esprimere giudizi sommari, di concederci il dono della conoscenza e solo dopo sarebbe lecito  manifestare il nostro assenso o dissenso. “La bellezza salverà il mondo” afferma il principe Miskin nell’ Idiota di Dostoevskij. Ma ciascuno dovrebbe accostarsi al giudizio di “bello” e quindi di “brutto” con umile presa di coscienza dei propri  limiti, alimentando sempre  l’imprescindibile  desiderio di curiosità. Diamo in sintesi una biografia del  “Prof. Cesare Marino” per sollecitare quel bisogno di conoscenza al quale facevamo riferimento prima.

Cesare Marino nasce a Mesagne in provincia di Brindisi il 28 Dicembre 1900 ma all’anagrafe è registrato il 4 gennaio 1901. Figlio di  Pietro Marino, avvocato di una famiglia di avvocati sin dal XVIII secolo, a soli 11 anni si ritrova orfano di entrambi i genitori e viene mandato presso l’Ospizio Garibaldi  a Lecce, luogo in cui dovrà superare sia il trauma per la scomparsa  dei genitori che il cambiamento delle sue condizioni economiche. Il soggiorno presso l’ospizio risulta psicologicamente ostile al giovane Cesare, costretto a frequentare trovatelli e giovani orfani di condizioni economiche molto umili e dall’educazione fortemente diversa. In una sua intervista ha dichiarato che il periodo vissuto presso l’ospizio di Lecce “mi procurò un trauma che mi sono portato inconsciamente per tutta la vita”. Il piccolo Cesare dimostra  subito la sua propensione al disegno e nel 1916 si iscrive alla Regia Scuola Artistica Industriale a Lecce , scuola secondaria di primo grado di durata triennale, istituita con R.D. nel 1914 e inaugurata nel 1916 grazie alla volontà del sindaco di Lecce dell’epoca Giuseppe Pellegrino. Si diploma  nel 1919  con la votazione di 48/60 dopo aver appreso le tecniche di scultura della pietra leccese e l’intaglio nel legno. Studente creativo e capace, suscita le simpatie dei docenti tra i quali il prof. Giuseppe Giovaruscio maestro in scultura. Nella scuola d’arte frequenta i corsi di numerose discipline artistiche e non, tra le quali Italiano, Francese, Disegno e Tecnologie. Coglie l’occasione dell’invito del prof. Giovaruscio di recarsi a Roma, dove ha contatti con lo stesso scultore già docente a Lecce pur domiciliato presso la casa dello zio materno, l’avvocato Antonio Gioia che nel 1910 – 1911 aveva svolto l’incarico di sottosegretario alle Poste e Telegrafi. 

Anche in questo contesto, decisamente più signorile di quello dell’ospizio, Cesare Marino prova un forte disagio, alleviato dalle frequenti visite al Giovaruscio. Nel 1919 il Giovaruscio riceve l’incarico di creare un altare per la Madonna di Parabita (Lecce) e considerati i rincari dei materiali di lavoro e probabilmente il ridotto guadagno, lascia l’incarico al giovanissimo Cesare Marino il quale, con l’aiuto dell’Architetto Napoleone Pagliarulo, completa l’opera forse nel 1921. Il suo approdo all’arte  avviene negli anni Venti, in un contesto sociale di struttura quasi feudale che lasciava poco spazio agli intellettuali ed agli artisti.  

Contemporaneamente il Marino si iscrive all’Accademia del Marmo di Carrara ma tra il 1922 ed il 1923 è costretto ad assolvere l’obbligo di leva sino al 1923, anno del suo congedo. Dopo il congedo militare Cesare è ancora a Mesagne. E’ insegnante e fortemente credente nel ruolo educativo dell’arte e fonda a Mesagne  una scuola serale di Artigianato dove insegna Disegno, Scultura del marmo e del legno e Ricamo, sezione dedicata alla produzione di arazzi con un sistema innovativo inventato dal Marino stesso. Dopo poco tempo insegna in una seconda scuola serale di Artigianato anche a Latiano, piccolo paese a pochi chilometri da Mesagne. Insegna sino al 1929. Nel 1928 viene nominato Direttore Tecnico Provinciale per l’Avviamento Professionale del Dopolavoro.

Collabora alla ristrutturazione di Mesagne col podestà e, grazie ai contributi culturali, la cittadina viene fornita di “Villa Comunale”.

Cesare è scultore innanzitutto, formato dalle esperienze di conoscenza dell’arte a Roma e in Toscana. Attraverso l’arte ci si può elevare socialmente e moralmente grazie al tirocinio della mano e all’esperienza dell’ occhio.  Purtroppo il suo essere spirito libero e anarcoide, non gli fa accettare le influenze fasciste sulle attività delle sue scuole: alla fine degli anni ’20 si sposta a Bari con la sua giovane sposa dove ottiene la docenza della 7a ed 8a classe istituita con la Riforma Gentile del 1929. Nel 1932 lascia l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno all’attività di scultore. Con l’esecuzione di un ritratto a mezzo busto guadagna “quanto la paga di un anno di professore” racconta il Maestro.

 Cartolina fontana Piazza Roma –Bari- Anni ‘40 

Cartolina fontana di Piazza Roma aani '60 - Bari

La carriera di Cesare Marino è lunga ed essenzialmente occupata dalla scultura e da lavori commissionati dalla Bari che viene fuori dalla crisi economica; gli anni ’50 e ’60 lo vedono eseguire sculture in bronzo, in marmo, confeziona modelli plastici per opere architettoniche, tra i quali quello della fontana degli anni Trenta di Piazza della Stazione Ferroviaria di Bari (Piazza Roma), ora Piazza Aldo Moro.  E’  questa la fase in cui la pittura di Cesare diventa pittura di piacere perchè praticata nel tempo libero, è questa la pittura in cui emerge tutto il fervore creativo e sperimentale dell’artista che lo porterà a riempire la sua casa-atelier in via Garruba 47 di tele cariche di motivi espressionistici e di simbolismi sociali legati ai temi della fabbrica, dell’alienazione per poi volgersi a combinazioni di astratta geometria con ricerche di tecniche miste. Sempre attivo e febbrile nel proprio lavoro, costruisce un “Torchio” per le stampe xilografiche e litografiche.

Figura – olio su tela cm. 45x60

“Nello svolgere la sua attività ha seguito attentamente il progressivo mutar dello stile e delle tendenze provando ed attuando nuove forme” (Parole di Cesare Marino in terza persona).

Si dedica al restauro di quadri antichi e a piccole invenzioni di utilità pratica. Numerose le opere eseguite in Puglia, Campania e Calabria.

Nel 1976 produce una serie di piccoli acrilici su masonite ( ma anche litografie e pastelli su carta) che intitola “FENOMENI NELLO SPAZIO“. Dipinge forme di natura atmosferica – nuvole, arcobaleni, fulmini- ridotte a segni concisi e dalle forme astratte; il risultato è di gusto surreale che ricorda il Mirò degli anni ’30: gli oggetti dipinti  ”si librano, si incontrano e si incrociano dando vita a brevi e misteriose avventure dalla grazia ambigua e sospesa” , quasi da fumetto o illustrazione per bambini; il colore oscilla tra la campitura netta e la vibrazione totale, senza alcuna impennata cromatica. ( diversi dipinti su questo tema sono nella Pinacoteca Comunale di Mesagne)

Fenomeno nello spazio n. 7 –olio su tela 70x55 cm - 1976

La sua carriera “pubblica” di pittore comincia a ottant’anni; Cesare si concede qualche avventura mediatica oltre ad aumentare la sua partecipazioni ad esposizioni di grande rilievo. Egli si apre finalmente al mondo rivendicando la sua totalità e la grande varietà del suo lavoro di scultore e pittore, pur conservando la sua modestia, senza superbia: “io ho l’intelligenza di capire la mia ignoranza”. Scompare nel 1987 lasciando un grande messaggio per le nuove generazioni :“L’arte tende a migliorare l’uomo, a farlo più civile, a farlo più buono. Non si trova arte che renda delinquente l’uomo”.  Allo stato attuale non è possibile visionare le opere pittoriche e i numerosi calchi in gesso  del Maestro Cesare Marino poichè la Pinacoteca Comunale di Mesagne è chiusa al pubblico da oltre sette anni : ma questa è un’altra storia!

     Le Ali di Mirna

 

ELENCO DELLE OPERE

  • 1918 - Modello per la medaglia d’oro donata dal Comune di Lecce alla Brigata Lecce
  • 1920 – Modello per la medaglia d’oro donata dal Comune di Roma al sindaco Principe Fabrizio Colonna;
  • 1920 – Scultura in marmo e legno alla chiesa della madonna della Coltura a Parabita
  • 1922 - Bassorilievo in marmo con ritratto del Cav. Rini a Mesagne (proprietà Rini)
  • 1923 – Medaglione in marmo con ritratto del dott. E. Cavaliere a Mesagne;
  • 1923 – Busto in marmo al cimitero di Nola (Napoli)
  • 1923 – Medaglione in marmo per il Convento dei Cappuccini di Nola (Napoli)
  • 1930 – Scultura per il Teatro di Galatina (Lecce)
  • 1932 – Busto in bronzo del Cav. De Nitto nel cimitero di Latiano (Brindisi)
  • 1934 – Grande medaglione raffigurante il Re e il Duce
  • 1934 – Autoritratto di testa in bronzo di proprietà dell’artista
  • 1935 – Ritratti e testa in bronzo del figlio Pietro
  • 1948 – Medaglione in bronzo dedicato a Giuseppe Mazzini per la Scuola Mazzini di Bari (portato via dalle truppe di occupazione)
  • 1958  Busto in bronzo al maestro Squicciarini eretto ad Acquaviva delle Fonti (Bari)
  • 1959 – Medaglia in bronzo dorato a Magda Bonomo per l’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari);
  • 1959 – Medaglione in bronzo all’avvocato Edmaro Scippa per il Cimitero di Bari.
  • 1959 – Busto in marmo del dott. Vincenzo Cavaliere per il Cimitero di Mesagne
  • 1960 – Busto di bronzo del dott. G. Gassio (proprietà privata);
    Partecipazioni a Mostre e riconoscimenti sindacali dal 1933 al 1940
  • Dal 1933 al 1940 Partecipazioni a Mostre e riconoscimenti sindacali
  • 1939 – Paesaggio di Puglia
  • 1939 – Mostra alla Galleria Roma di Roma
  • 19?? Premio Nazionale Albania
  • Dal 1956 al 1968 – Partecipazione al Maggio di Bari
    Ultimi riconoscimenti
  • 1961 – Mondo Cattolico di Bari (Ente Riforma) premio acquistato
  • 1963 – Segnalato a Lucera;
  • 1963 – Matera 2° premio Tavolozza d’oro;
  • 1963 – Foggia Premio acquisto;
  • 1963 – Campo di Giove (Aquila): segnalazione speciale;
  • 1963 – Trinitapoli (Barletta-Andria-Trani);
  • 1963 – Bovino (Foggia) 2° Premio
  • 1965 – Gravina (Bari) premio di consolazione;
  • 1965 – Paola (Cosenza), 2° premio
  • 1965 – Margherita di Savoia 2° premio
  • 1965 – Segnalazione alla mostra Galante Civera (Luogo ?);
  • 1965 – Premio acquisto presso Serranova (Comune di Carovigno, Brindisi)
  • 1966 – Molfetta (Bari) Mostra del Mare premio acquisto;
  • 1966 – Galatina (Lecce) premio acquisto;
  • 1966 – Grumo Appula (Bari) 2° premio acquisto
  • 1966 – Selva di Fasano (Brindisi) medaglia d’oro
  • 1966 – Collettive a Novoli (Lecce) e Sulmona (Aquila)
  • 1967 – Collettiva a Monopoli (Bari); 1° premio ad Acquaviva delle Fonti (Bari)
  • 1968 – Minervino Murge (Barletta-Andria-Trani), 1° premio con medaglia d’oro e acquisto
  • 1968 – Sulmona (Aquila) premio acquisto;
  • 1968 – Mostra d’Arte Sacra di Trinitapoli (Barletta-Andria-Trani)
  • 1968 – Collettiva a Vigevano (Pavia)
  • 1969 – Acquaviva delle Fonti (Bari)
  • 1969 – Campo di Giove (Aquila) premio acquisto e coppa.

 

 

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