Rogoli, il segretario del partito democratico mesagnese risponde ad alcune domande sulla questione "Renzi".

Sulla questione Renzi e l'uscita dal Pd, la nostra redazione ha posto alcune domande a Francesco Rogoli, segretario del locale Partito democratico che si riportano di seguito:

 

Una situazione del genere era prevedibile nel Pd? Un giudizio generale.

Non so quanto fosse prevedibile, certamente non era auspicabile. Ormai siamo di fronte a dirigenti politici capaci di cambi di posizione cosi radicali e in tempi talmente ristretti che abbozzare previsioni è impresa ardua. Non sono tra coloro che considerano la coerenza fino alla negazione della realtà una virtù, anche cambiare idea è sinonimo di intelligenza, ma qui c’è dell’altro: la credibilità della politica, già gravemente compromessa, rischia di crollare del tutto, persino nei militanti più osservanti si sta insinuando un pericoloso sentimento di sfiducia. Abbiamo assistito ad una scissione “telefonata”, a freddo, annunciata per una settimana sui giornali, che arriva in un momento in cui aveva destato meraviglia l’unità con la quale il Pd ha licenziato ogni decisione sulla composizione del Governo. Nel 21’, al di là del giudizio che ciascuno ha maturato su quella vicenda, era in corso il congresso del PSI quando, in seguito ad una battaglia politica, la frangia comunista abbandonò i lavori e tenne un altro congresso che sancì la nascita del PCI. Noi invece siamo spettatori di una scissione che sembra preparata in laboratorio, senza una discussione, non dico aspra ma almeno vivace, sulla natura e sul ruolo del PD. Francamente faccio fatica a trovare un bisogno di rappresentanza maturato nella società italiana che giustifichi la nascita di questo nuovo soggetto, al momento è un’operazione di e per un pezzo di ceto politico.

 

Quali gli effetti in Puglia di questa situazione. Di Maria Teresa Bellanova si sa tutto e degli altri renziani come ad esempio Elena Gentile?

È avvenuto tutto in così poche ore e in assenza di un dibattito che chiarisse le posizioni di ciascuno che è difficile sapere chi, in Puglia, lascerà il PD e chi no. Non ho avuto modo di sentire Elena Gentile e non mi è capitato di leggere sue dichiarazioni, ma, se la conosco bene, non credo lasci il partito.

 

Quale sarà la ipotetica posizione dei renziani per le prossime regionali considerato che in campo nazionale c’è sempre stata una contrapposizione tra Emiliano e Renzi?

Non saprei, bisognerà capire se in Puglia questo soggetto politico avrà una consistenza tale da essere considerato un nuovo interlocutore al tavolo del centrosinistra.

Che effetto avrà la fuoriuscita dei renziani dal Pd locale.

Non credo ci sarà una fuoriuscita di “renziani” dal Pd locale, siamo una realtà dove ci sono dirigenti, iscritti e simpatizzanti autonomi, con capacità di analisi e mi risulta difficile attribuire ad alcuni di loro l’etichetta di “renziani” piuttosto che di “anti-renziani”. Certamente c’è stato e c’è chi crede molto nella figura di Matteo Renzi, ma non è detto che questo comporti automaticamente un abbandono del Pd. Personalmente mi spenderò per convincere tutti che non possiamo permetterci, in questo momento, di indebolire la più consistente realtà politica del centrosinistra, tanto a livello nazionale, quanto a livello locale.

 

Nei prossimi giorni ci saranno molti chiarimenti e si potrà definire maggiormente la situazione nel complesso in particolare nel gterritorio di nostro interesse ossia locale, provinciale e regionale.

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