Mozione Sel: “ridurre il carbone anche a Brindisi”

Ho firmato nelle scorse ore unitamente ai gruppi parlamentari di Sinistra Ecologia Libertà una mozione che chiede al Governo Renzi di affrontare in maniera risoluta i fenomeni dell’inquinamento derivati dall’insediamento industriale di impianti termoelettrici a carbone. Il problema, come è noto, riguarda moltissime aree del territorio nazionale tra le quali Brindisi, territorio in cui è insediata la centrale termoelettrica a carbone Enel “Federico II”, la quale nel 2011 è stata classificata al  18esimo posto tra gli impianti industriali più inquinanti dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA). Con la mozione si sollecita un impegno del Governo su una serie di questioni a nostro parere nevralgiche, prima fra tutte la necessità di avviare una politica industriale ed energetica finalizzata a ridurre progressivamente l’uso del carbone per la produzione di energia elettrica fino ad abbandonarlo completamente,

per riconvertire a gas naturale e/o solare termodinamico le centrali termoelettriche che oggi utilizzano olio combustibile o carbone. Ciò, però, date la complessità e la dimensione emergenziale dello status quo, non può essere sufficiente.

Per tale ragione abbiamo chiesto all’esecutivo di avviare e rendere permanente, a integrazione dello studio “Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento” (SENTIERI), una indagine epidemiologica nazionale delle aree esposte a rischio da inquinamento in cui sono insediate centrali a carbone, al fine di verificare l’effettiva incidenza dell’inquinamento prodotto da tali centrali sull’ambiente e sulla salute pubblica, e lo stato di salute della popolazione residente in dette aree.

Abbiamo inoltre proposto di prevedere opportune iniziative legislative tese ad implementare e rendere rigorosa l’attuale normativa in materia ambientale e sanitaria, relativamente alle attività di monitoraggio e controllo ambientale e sanitario, con particolare riferimento agli impianti industriali altamente inquinanti; ad avviare puntuali analisi volte a verificare l’effettivo costo della produzione di elettricità da carbone rispetto alla produzione di energia da fonti rinnovabili, includendo a tal fine nei costi del kWh dell’elettricità da carbone anche le esternalità negative, ossia gli impatti ambientali e sanitari causati dalle emissioni climalteranti e inquinanti della combustione del carbone medesimo; a prevedere una moratoria per le nuove centrali a carbone e a olio combustibile nuove o riconvertite; a definire una «roadmap» di decarbonizzazione che riguardi tutti i settori, dall’elettrico ai trasporti, dall’industria ai servizi, per perseguire l’obiettivo del “Carbonio Zero” entro il 2050, fissando obiettivi intermedi almeno decennali (2020, 2030, 2040) e target settoriali.

E’ evidente come sia quindi necessario predisporre una nuova Strategia Energetica Nazionale, avviando un piano energetico e una politica ambientale in grado di perseguire gli obiettivi del protocollo di Kyoto, utile a favorire un sistema energetico distribuito, fondato sul risparmio energetico, sull’efficienza e sulle fonti rinnovabili, che si ponga l’obiettivo del 100% di energia prodotta da fonti rinnovabili nel 2050.

Anche a tal fine abbiamo chiesto che il Governo, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo del 22 maggio 2013, attui opportune iniziative legislative finalizzate alla cancellazione dei sussidi ai combustibili fossili, a partire da quelli individuati dall’OCSE e quelli finanziati a carico della bolletta elettrica.

COMUNICATO STAMPA TONI MATARRELLI – DEPUTATO SEL

 

 

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