Il 2019 di Mesagne Progressista
Il 2019 è stato l’anno della nostra nascita: l’anno più bello per noi che siamo partiti in 9 e siamo diventati 222 in 3 mesi.
Ci hanno accompagnato l’entusiasmo, la passione, la coerenza, il rigore e la voglia di cambiare il mondo.
Siamo andati avanti anche dopo una sconfitta elettorale ma non politica, che ha avuto per tutti noi il sapore della vittoria.
Abbiamo studiato, scritto, analizzato, ci siamo incontrati con i compagni di LiberiTutti de La M e del Partito Democratico Mesagne.
Con convinzione, nel Consiglio Comunale di Mesagne, abbiamo affidato la nostra voce a Pompeo Molfetta.
Ed abbiamo condiviso anche tutti gli interventi di Rosanna Saracino Francesco Rogoli e Giuseppe Indolfi.
Perchè siamo tutti animati ancora dallo stesso obiettivo: GIÙ LE MANI DA MESAGNE!
Mesagne non è uno spot pubblicitario.
Ma sono tasse che aumenteranno, buche per le strade, quartieri prima “usati” e poi dimenticati, giovani che non trovano lavoro e vanno via.
Abbiamo assistito a tutti i consigli comunali per imparare, per crescere, per capire, per poter raccontare quello che abbiamo ascoltato al di là dei filtri di un Sindaco sempre più autoreferenziale e stizzito verso qualsiasi forma di critica.
Un Sindaco che ha tolto la maschera già dalla prima seduta, e da “buono tra i buoni” ha iniziato a bacchettare l’opposizione con espressioni e termini che nulla avevano di politico e molto di risentimento personale.
C’eravamo quando in un’afosa seduta estiva, mentre in aula tuonava il richiamo di Pompeo alla questione morale, un Sindaco divertito e tronfio, masticando la sua immancabile chewing-gum, ribatteva “NON HO MAI AVUTO AVVISI DI GARANZIA, IO!”, confondendo la questione morale con quella giudiziaria.
C’eravamo ogni volta in cui l’ecumenico consigliere di maggioranza, pensando di parlare urbi et orbi, in realtà difendeva sempre e solo il suo particulare.
E c’eravamo anche ieri quando Rosanna ha tuonato che nessuna promessa elettorale è stata realizzata, Giuseppe ha spiegato nel dettaglio di quanto aumenteranno tutte le tasse dei mesagnesi con l’approvazione di questo bilancio e Francesco con orgoglio ha chiarito alla boriosa maggioranza che non è “campagna elettorale” chiedere conto di un bilancio approvato in quattro e quattr’otto.
E ci saremo ancora senza arrenderci mai, perché siamo tutti partigiani e la nostra non è solo una lotta politica, ma culturale.
Noi vogliamo svelare quello che c’è dietro le parole, i video, le mirabolanti promesse, i sorrisi sovraesposti, i presepi, l’accensione di lucine qua e là.
Noi vogliamo raccontare la verità oltre la fiction e, per ora, la verità dice:
- molti eventi
- un paio di concorsi bloccati da un’opposizione vigile e attenta alla legittimità degli atti amministrativi
- qualche maggiordomo in ascesa
- briciole distribuite attraverso costanti esternalizzazioni
- pressione fiscale aumentata per il prossimo anno.
Tutto il resto? Quello sì un costante e infinito spot elettorale