Pd: lettera al Presidente Emiliano.
Egregio Presidente,
Le scriviamo in qualità di dirigenti, iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico di Mesagne, come tanti, viviamo questo momento con grande preoccupazione, senso di responsabilità, e spirito di leale collaborazione verso chiunque sia impegnato sul fronte istituzionale.
Con lo stesso spirito, e senza alcun intento polemico meno che mai con l’intenzione di fare speculazione politica, Le rivolgiamo alcune brevi riflessioni.
Nella giornata di ieri, abbiamo appreso del piano di emergenza della Regione Puglia. Tale piano contiene la previsione di 209 posti in terapia intensiva dedicati esclusivamente ai casi di Coronavirus Covid – 19, questa dotazione di posti è giudicata sufficiente in uno scenario ipotetico, calcolato sulla base dell’esperienza fatta in Lombardia, con circa 2000 infetti di cui 1000 ricoverati in ospedale. E’ certamente un buon punto di partenza considerati gli attuali numeri del contagio nella nostra Regione; riteniamo, inoltre, che il combinato disposto tra questo piano di emergenza ed il nuovo DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) varato nella serata di ieri, contenente misure molto più restrittive contro il contagio, possa consentire al nostro sistema sanitario di reggere, almeno nel breve periodo. Da parte nostra, in qualità di cittadini da sempre impegnati a servizio della comunità, ci sarà il massimo impegno affinché il più alto numero possibile di cittadini si attenga alle prescrizioni del Governo riducendo drasticamente le possibilità di contagio.
Tuttavia è chiaro a tutti che ci troviamo dentro una fase straordinaria, dove occorre pensare, come Lei certamente sta già facendo, oltre gli schemi ordinari. A tal proposito riteniamo utile iniziare ad organizzarsi per prevedere una dotazione di posti dedicata all’emergenza superiore rispetto a quella (che certamente ci concede un margine di tempo per pensare ad un eventuale adeguamento) prevista dal piano di emergenza. E’ proprio per questo che abbiamo preso l’iniziativa di scriverle per segnalare l’opportunità di un utilizzo dei presidi ospedalieri periferici (Mesagne, San Pietro V.co, Ceglie, Fasano solo per stare alla nostra Provincia) al fine di alleviare il carico sull’ospedale Perrino dove al momento il reparto infettivi ha una dotazione di sedici posti letto.
In quello che sarà il PTA di Mesagne, già si sta effettuando il triage: da quanto ci consta però l’attuale dotazione non consentirebbe di reggere ad un numero di controlli più elevato. Si può prevedere di potenziare questo servizio entro pochi giorni? Sempre nella stessa struttura, ci sono ambienti funzionali (per esempio le sale operatorie momentaneamente ferme) ad accogliere posti letto per decongestionare il Perrino, liberando spazi che potrebbero essere dedicati esclusivamente all’emergenza. Si può considerare un loro utilizzo?
Questa situazione inedita infine, deve spingere tutti ad una riflessione in prospettiva. E’ evidente come il nostro sistema sia inadeguato a fronteggiare i numeri di un’emergenza (che al momento non ci sono e bisogna impegnarsi al massimo affinché non ci siano); occorre un ripensamento a partire dalla normativa nazionale, e da quel D.M. 70 giudicato inadeguato dallo stesso Ministro della Sanità. Dopo esserci lasciati alle spalle un Piano di Rientro lacrime e sangue, occorre fare il punto sulla sua realizzazione: come dice il prof. Ivan Cavicchi su un articolo pubblicato su Quotidiano Sanità Puglia del 02/03 u.s. , “occorre discutere non di ospedale ma di sistema ospedaliero, ed è arrivato il momento di ripensarlo cioè di ri-spedalizzarlo, soprattutto di ragionare su un altro modello di ospedale, cioè di “ospedali riuniti” (l’idea è del segretario del PD di Casarano Gabriele Caputo), quindi di ospedali a gestione integrata (rete e hub spoke),… in una parte del paese dove il territorio, a parte qualche ambulatorio e i medici di base, di fatto, non esiste”. E quello di Mesagne ad esempio allo stato è un PTA solo sulla carta.
Passata la buriana, nella quale senza tentennamento alcuno saremo al Suo fianco, al fianco dei Sindaci e di tutto il personale medico ospedaliero al quale esprimiamo tutta la nostra gratitudine, vorremmo confrontarci con Lei su questi problemi, la cui soluzione, evidentemente, non è più rinviabile.
Certi che prenderà in considerazione queste nostre riflessioni, Le auguriamo buon lavoro in queste giornate difficili.