Soccorso Alimentare, Aresta (M5S): “no polemiche, è tempo di unità”
Ho letto di Amministratori locali che polemizzano contro un Governo che sta facendo davvero l‘impossibile.
La scelta di optare verso la rete territoriale dei Comuni è stata dettata dall’esigenza di essere il più possibile “vicini” per soccorrere chi è in condizioni economiche tali da avere difficoltà anche per l’acquisto di alimenti così mettendo in “sicurezza” le fasce sociali più deboli.
La sopravvenienza di nuove povertà, cosa non sottovalutabile, rientra senz’altro nei compiti che i nostri servizi assistenziali sanno bene come gestire. Anche a tal proposito, pare opportuno ricordare che il provvedimento che perviene alla ripartizione dei fondi in favore dei Comuni (400milioni per non lasciare indietro nessuno) è stato assunto su richiesta e d’intesa con l’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani). Ci sono famiglie che hanno aumentato la loro fragilità e famiglie che sono diventate fragili.
Lo evidenzia lo stesso Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’ANCI, commentando la misura dei 400 milioni di euro messi a disposizione dal Governo per il fondo di emergenza alimentare.
Sono risorse che i Comuni erogano sulla scorta di attività abituali dei servizi sociali, nelle modalità adottate da ogni Comune in base alle esigenze: ci sono Comuni che portano direttamente i pasti a casa, ci sono Comuni che provvedono ad acquistare e consegnare la spesa, Comuni che alimentano il Banco alimentare e la Caritas. Ognuno continuerà ad agire come ha fatto fino ad oggi. Evidentemente, però, grazie a queste risorse i Comuni potranno far fronte a una situazione di disagio che non è quella ordinaria.
Comprendo i differenti punti di vista emersi dopo il varo della misura ma occorre richiamare tutti a un indispensabile spirito di unità. Ci troviamo di fronte a una grave emergenza non solo sanitaria ma soprattutto sociale. Come ha detto recentemente il Santo Padre “Nessuno si salva da solo”: non ce la fa da solo il Governo, la Regione, o il Comune. Ce la facciamo solo se operiamo tutti insieme. Solo insieme potremo risolvere il problema: ciascuno è parte della soluzione.
Ci siamo adoperati per sostenere chi è in difficoltà e se dovesse servire altro lo faremo, questo già nel prossimo “decreto aprile” che è sul tavolo della maggioranza al Governo e in Parlamento. Il “reddito di emergenza” potrebbe essere il passo successivo da seguire, idoneo a dare risposte immediate a cittadini, famiglie, autonomi e imprese. Abbiamo proposto misure coraggiose e faremo qualsiasi sforzo utile e necessario.