Borraccino alla ricerca dei voti (di Carlo Ferraro)
Dopo aver scorrazzato in lungo ed in largo nelle nostre contrade, durante le passate elezioni amministrative,
ed aver promesso zone Zes a destra e a manca per tutti (anche qui a Mesagne, dove noi ancora aspettiamo speranzosi la nostra bella e agognata zona Zes), il dott. Borraccino adesso vola alto e, visto che nel brindisino non ha raccolto molti consensi, si rivolge con più ardimento ai tarantini, promettendo addirittura l’apertura di un nuovo aeroporto civile a Grottaglie.
Smentendo clamorosamente il monito di anni fa che fece l’ex governatore Vendola (“non possiamo avere un aeroporto ogni 100 km.”), e visto che c’è un bel movimento da quelle parti (Richard Branson ha intenzione di installarvi uno spazioporto!), ha pensato bene di imbucarsi proponendo l’apertura di un nuovo hub, nonostante il Covid suggerisca prudenza riguardo ai futuri movimenti di turisti, e nonostante alcune questioni molto serie facciano dubitare della riuscita di questo progetto.
Per aprire un nuovo aeroporto si stima che bisogna assicurare un traffico passeggeri di almeno 700.000 persone all’anno; studi di settore hanno previsto che questa quota non verrà mai raggiunta su Grottaglie, sia per la presenza dell’aeroporto di Brindisi, sia perché il bacino di utenza è limitato, stimando una perdita annua di mezzo milione di euro all’anno, e quindi per i primi tre anni di esercizio un deficit di almeno due milioni di euro; cosa questa che da sola inviterebbe a rinunciare ad un simile volo pindarico, non fosse altro perché si prospetta uno sperpero di denaro pubblico che la Corte dei Conti sanzionerebbe senza pietà.
Ma se questo non bastasse a scoraggiare il nostro Icaro, preso dall’incontenibile entusiasmo dovuto alla prospettiva di far sognare un bel po' di tarantini e grottagliesi, che sicuramente giulebbi voterebbero per lui e la sua compagine nelle prossime elezioni regionali, c’è un problema pratico ma altrettanto ineludibile:
se finora lo spazioporto di Richard Branson non è decollato è perché c’è da risolvere preliminarmente un problema non di poco conto, e cioè quello dello stoccaggio del carburante dei jet aero-spaziali; stiamo parlando non di kerosene, usato dai normali aerei di linea, ma di carburanti solidi ad alto potere detonante. Per avere idea della loro pericolosità basterà sapere che quando partono i razzi da Cape Canaveral gli spettatori sono tenuti a 5 km. di distanza! Bene, anzi male, perché Grottaglie dista dall’aeroporto appena 2 km. Quindi si avrebbe un aeroporto civile appiccicato ad un deposito di carburante, con tutti i pericoli del caso.
Così, dopo aver dirottato da Brindisi a Bari le rotte più affollate e proficue, riducendo tragicamente le potenzialità del nostro aeroporto, non ascoltando le richieste dei tour operator che reclamano a gran voce e da tempo più voli verso il Salento, la giunta Emiliano continua nello sterilizzare le potenzialità attrattive di Brindisi e Lecce con un aeroporto che regalerebbe viste spettacolari sul siderurgico tarantino.
Ma su tutto questo il nostro seraficamente sorvola, preso com’è dalla prospettiva di regalare un altro sogno alla comunità pugliese. In fondo che problema c’è se dopo le elezioni regionali si scoprirà che la cosa è estremamente costosa e difficilmente fattibile, e che dopo tre anni si andrebbe alla sua inevitabile chiusura? Loro, nel frattempo avranno conseguito il risultato sperato: essere ancora sulla cresta dell’onda, saldamente ancorati alle loro poltrone in Regione.
Carlo Ferraro