Molfetta (Sel): la vicenda Isbem
Dopo una lunga attesa è stata recapitata ai consiglieri comunali la risposta postuma alla domanda che la turbata Assise comunale rivolse, il 9 luglio scorso, al Segretario generale in ordine alla legittimità dell'atto iscritto all'ordine del giorno del Consiglio che prevedeva la conferma del comodato gratuito dell'ex convento dei Cappuccini all'Isbem.
Come molti ricorderanno il punto fu sospeso perché un intervento carico di eccezioni, pronunciato dal prof Franco Damiano fino a quella sera capogruppo del Pd, richiamò i colleghi sulla rischiosità dell'atto che si andava ad approvare, paventando il rischio che, per la superficialità dell’istruttoria, i consiglieri avrebbero dovuto dar conto alla Corte dei Conti per quella concessione.
Solo durante il dibattito comprendemmo che le supposte e temute conseguenze, paventate dall’esperto consigliere e cortesemente anticipate fino a quel momento solo alla esclusiva conoscenza del Sindaco, avevano già da giorni gettato nel dubbio il capo dell’Amministrazione il quale purtroppo si espose ad una figura non memorabile chiedendo al Consiglio di rinviare il punto senza argomentare sulle motivazioni.
La discussione che comunque si imbastì rese evidente che la maggioranza dei consiglieri presenti - forse anche alcuni dello stesso Pd - erano assolutamente convinti che quella struttura potesse ancora essere concessa in comodato gratuito a quell'ente dopo aver verificato, nei fatti e nelle carte, che: quel bene pubblico di assoluto prestigio era stato ben valorizzato come contenitore per una serie infinita di attività scientifico culturali; la manutenzione a totale carico dell'Isbem non era stata di poco conto e quindi sottratta alla casse del Comune; in svariate occasioni ospiti invitati dal Comune avevano trovato accoglienza gratuita nella struttura; alla conferma di tutto ciò si aggiungeva in convenzione la messa a disposizione delle amministrazioni comunali delle eccelse professionalità che stanziano o circolano presso l'Isbem per redigere progetti atti a intercettare finanziamenti nazionali e comunitari; l'Isbem, infine, avrebbe redatto per il Comune - mentre per l'Asl lo ha fatto a titolo oneroso aggiudicandosi una gara - il Bilancio Sociale dell'Ente.
Alla stragrande maggioranza dei consiglieri sembrava quindi che si potevano opporre all'eventuale indagine dei giudici della Corte dei Conti risposte persuasive forse molto più in questa che in altre occasioni. Ma la reiterata convinzione del Pd che l'atto fosse incompleto ed anche illegittimo fece sorgere la più spontanea delle domande al Segretario generale: ma è vero?
Una domanda che, per il rispetto che si deve alle istituzioni e ai consiglieri stessi, si considera già implicitamente superata se un punto lo trovi iscritto all'ordine del giorno del Consiglio. Ma tant’è, per ragioni sulle quali tralasciamo ogni approfondimento, il Segretario generale pur consultandosi e confortandosi con il dirigente responsabile dell'atto non rassicurò l'assemblea e lo ha fatto solo ora, 20 giorni dopo, confermando ciò che molti sapevano avendo coscienziosamente lavorato all’istruttoria dello stesso.
Il Segretario generale infatti nel suo scritto, datato 29 luglio, ha rammentato che sia la legge 383/2000 e sia la 85/2010 consente agli Enti locali la valorizzazione di beni di proprietà in collaborazione con “cittadini idoneamente associati”, ha riconosciuto che l’Isbem “è obiettivamente dotato delle caratteristiche” richiamate dalle leggi citate, ha ricordato che “l’orientamento consolidato delle sezioni regionali della Corte dei Conti” ha “mitigato o escluso” il principio generale di redditività di un bene pubblico “ove venga perseguito un interesse pubblico equivalente” e quindi ha concluso di ritenere “legittimo sia l’affidamento a trattativa privata” come anche “l’utilizzo della fattispecie contrattuale del comodato”.
Per parte nostra, a distanza di tanti giorni, ancora non ci capacitiamo sul perché l’esperto gruppo consiliare del Pd non abbia mai voluto, propedeuticamente, confrontarsi con gli altri partener di governo sulla vicenda, illustrando a noi altri le obiezioni e perplessità maturate al loro interno. Non ha ritenuto di farlo, pur giustificandolo con impedimenti vari, nelle sedi istituzionali che precedono il dibattito in Consiglio ed ha preferito farlo nel peggiore dei modi mettendo in grave difficoltà il Sindaco, la Giunta, la maggioranza e l’apparato amministrativo.
E lo fatto in un momento di estrema fragilità politica della maggioranza, infischiandosene delle inevitabili conseguenze.
Un azzardo che, sempre a loro dire, sarebbe giustificato dalle certezze di illegittimità e per ragioni di coerenza rispetto alla loro posizione assunta nel 2009. Sulla legittimità abbiamo appena argomentato. Sulla coerenza l’unica, nel caso specifico, che per noi ha valore è quella tra le nostre scelte ed il bene della città.
COMUNICATO STAMPA POMPEO MOLFETTA - CAPOGRUPPO SEL CONSIGLIO COMUNALE DI MESAGNE