Ed io insisto ed allargo (di Silvano Capuzzo)

per non personalizzare e mettere in difficoltà alcuno, e perciò la mia provocazione la lancio nei pensieri di ognuno,

soprattutto a chi non si sente prigioniero delle appartenenze, e convenienze, ma solo obbligato ai propri valori e convinzioni, per la realizzazione e gestione del “bene comune”.

Quando una fase di governo sta finendo e, fortunatamente, viene chiesto agli elettori di esprimersi, le prime due cose importanti da perseguire sono  volgere lo sguardo su quanto successo nel periodo che sta finendo e quindi su quanto viene proposto, e promesso, per il periodo futuro.

Per la prima riflessione credo che gli elementi importanti siano rappresentati da un lato dal raggiungimento degli obiettivi che erano stati esposti nei programmi e dall’altro dai comportamenti attuati dai rappresentanti eletti, ai vari livelli di delega e responsabilità, per gestirli e per affrontare altri elementi e necessità emersi nel corso del mandato.

In sostanza la capacità/volontà espressa dai propri eletti nell’assolvere ai compiti istituzionali a cui essi stessi si erano proposti e le competenze specifiche, sia di gestione politica che operativa, che hanno dimostrato di possedere.

Per la seconda riflessione quello che conta soprattutto è la credibilità, politica e comportamentale, che coloro che, dopo momenti di discussione e confronto, si propongono, o sono proposti, ad essere i propri candidati, in particolare in posizioni di vertici nelle istituzioni,  possono dimostrare di possedere, al di sopra di interessi personali o di parte, per convincere gli elettori a votarli.

Ciò deve essere realizzato in una proposta, che sulla base di valori e competenze, veda centrale l’assunzione di responsabilità (attraverso programmi che siano espressione di valori) e la dimostrazione di volontà (di realizzarli attraverso competenze e capacità),  abbandonando la sola ricerca dei numeri, che quasi mai consente di proporre soluzioni di qualità.

La domanda che viene spontanea è se questo stia succedendo in questo periodo, ormai corto, di preparazione alle prossime elezioni amministrative regionali.

A  me pare che tutto il dibattito in corso (sic.), in particolare nel centro-sinistra ma non solo, sia incentrato in modo quasi esclusivo sulla costruzione di alleanze che diano un livello di confidenza che gli elettorati, “garantiti”  sotto le varie aggregazioni civiche, possano consentire di raggiungere i numeri complessivi per sconfiggere l’avversario.

L’importante è fare massa e non politica.  L’importante è agire contro e non per.

Dimenticando che il risultato migliore, in termini numerici, lo otterrà sicuramente il partito dell’astensione.

Caro PD, e soprattutto cara classe dirigente del PD locale, è questa la proposta principale per la prossima tornata elettorale?

E’ questo il progetto elettorale proposto?  Prima la massa e poi i valori?  e poi le capacità?

E’ la soluzione vincente?

C’è ancora spazio perché nelle varie sedi si possa discutere e proporre oppure i pochi, pochissimi incontri, o contatti, serviranno, come ormai prassi, per ricevere comunicazioni?

Io credo che l’astensione, purtroppo, aumenterà di 1 voto.

Il mio.

Silvano.

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