Tutti insieme ... ma per fare cosa? (di Emanuele De Nitto)
(Scusate la lunghezza, ma quando ce vò, ce vò)
Mi capita spesso, girando per la Puglia, di vedere i primi manifesti per le prossime elezioni regionali.
Essendo un “apolide di sinistra” in cerca di conferme, ovviamente mi soffermo di più sui manifesti di quella che dovrebbe essere la coalizione di centrosinistra per cercare di trovare un qualche spunto politico-programmatico che stuzzichi il mio voto pur “con il naso turato”.
Niente.
Solo faccioni, simpatici e sorridenti, e nient’altro.
Slogan “general generici” che usano termini neutri: #Ricominciare #unodinoi”, #UnAmicoinRegione” eccetera.
Ma la parola più usata, in questo primo giro, è la parola “#INSIEME
Il massimo del programma politico del “candidato tipo” è la sua aspirazione a rappresentare la propria città in Regione; i più avveduti parlano non di città ma di “intero territorio”.
In un importante paese salentino ho visto, sotto il bel faccione sorridente del candidato locale, lo slogan #TuttiInsieme.
Ecco questo è lo slogan che più rappresenta la coalizione di Emiliano.
Nessun riferimento politico, nessun contenuto programmatico, nessun esame dei risultati nei primi 5 anni di governo su sanità, agricoltura, xilella, Ilva ecc. Solo l’invito a “fare massa”, senza troppi distinguo.
Mi è venuta la tentazione di scrivere sotto lo slogan Tutti insieme .... “per fare cosa?”
Ma non avevo il pennarello e poi, francamente, non ho l’età nè la tradizione politica per fare queste cose ... diciamo, un po’ fuori dalla correttezza formale.
E quindi mi sono fatto i soliti ragionamenti sulla deriva della politica, sulla qualità delle nuove classi dirigenti, su ciò che sarebbe necessario per un Ente che, non dovrebbe solo amministrare ma che dovrebbe innanzitutto “FARE LE LEGGI” per tutta la Puglia.
E giù con il solito pessimismo che mi pervade da tempo per le sorti della sinistra (che sembra scomparsa) e per i suoi valori di riferimento (difesa dei più deboli, del lavoro, dei diritti che non si scambiano con i favori).
Ma poi mi son detto: “ma dai, Emanuè non fare il solito “spaccacapelloinquattro”. Non vedi che questo è ciò che passa il convento?
Bisogna VINCERE.
Non bisogna andare per il sottile.
E poi ... la tua opinione non conta niente perché lo stato maggiore del sedicente centrosinistra conta ciecamente sul fatto che “per non far vincere la destra” quelli come te, alla fine, voteranno a sinistra o per quello che più o meno le assomiglia”
Eppure devono sapere che qualche migliaio di persone di sinistra che non dovessero ricevere risposte adeguate e di discontinuità rispetto a questi 5 anni, potrebbero essere decisive per un risultato che si preannuncia sul filo di lana.
Vedano loro, non devo essere io a disagio, ma devono essere LORO a dare delle risposte.
Prendiamo solo un tema (per brevità): IL METODO DI GOVERNO DELLA REGIONE
Non ricordo neanche più i nomi degli Assessori Regionali mentre, solo per farne qualcuno, ricordo quelli delle giunte Vendola: quelli di Angela Barbanente o di Guglielmo Minervini, di Dario Stefáno o di Elena Gentile, di Fabiano Amati o di Leo Caroli. Si possono osannare o criticare, ma erano presenti e responsabili dello loro “scelte di governo”.
Tutto ciò ha un nome e si chiama MAIA, il modello organizzativo adottato da Emiliano.
Sostanzialmente ha concentrato nelle sue mani le decisioni più importanti esautorando la parte politica (consiglio, commissioni, giunta) dalla loro responsabilità.
I centri di comando sono stati trasferiti nelle direzioni dei Dipartimenti e nelle innumerevoli Agenzie al cui vertice Emiliano -e solo lui- ha nominato “manager” molto spesso di dubbia o nessuna competenza ma utili a cooptare “pezzi di centro destra” nel suo sistema di potere.
Ecco la perdita di peso e di ruolo politico di Assessori e Consiglieri, anzi più lo spessore di quest’ultimi scende più diventa “inevitabile” concentrare altrove il centro delle decisioni.
E quindi i faccioni sorridenti e simpatici (“un amico in Regione”) degli attuali e dei prossimi consiglieri sono assolutamente funzionali a questo disegno.
Alla base sembra esserci uno scambio: tu (Cosigliere) cura il tuo orticello ed il tuo collegio, io (Emiliano) curo e dirigo anche per tuo conto le “cose importanti”.
Ed infatti anche le indagini in cui, purtroppo, sono stati coinvolti alcuni consiglieri regionali riguardano fatti relativi alla costruzione e al consolidamento del consenso attraverso una diffusa logica di scambio “favori personali/voto”.
Non mi scandalizzo di niente, sia chiaro, ma oltre a curare il loro orticello questi consiglieri hanno qualcosa da dire sul futuro della Puglia ?
E, cosa ancora più importante, i partiti esistono o sono solo (come purtroppo spesso accade) delle sigle o dei taxi da utilizzare solo per farsi eleggere? E hanno qualcosa da dire ?
Come sarebbero necessari veri partiti capaci di elaborare proposte!
Per esempio è di ieri l’importate decisione in Europa. Arriveranno, forse, tanti soldi ma siamo certi che sono in grado di spenderli in progetti validi e non in “bonus” e mance varie? E chi decide? E dove si decide? Altro che “un Amico In Regione”!
Quindi, caro Emiliano (e soci) non dare nulla per scontato sul voto di quelli che, come me, si sentono dei “liberi elettori di sinistra”.
Poche o molte migliaia che siamo potremmo essere determinanti per l’esito delle elezioni.
Ci devi convincere con i programmi, perché non abbiamo bisogno di favori.
Mancano 60 giorni circa e sento di condividere l’ultimo appello che alcune associazioni di sinistra hanno rivolto al candidato Presidente e ai partiti del centrosinistra sulle scelte da fare e sui correttivi dell’azione di governo.
“Tutti insieme? Ma per fare cosa di diverso rispetto a questi ultimi cinque anni?”
Occorre un laico esame del passato, una svolta radicale nel modo di amministrare, precise scelte programmatiche, una chiara collocazione politica dell’alleanza.
Attendo fiducioso e per il momento il naso lo uso per fiutare l’aria.
(Fonte facebook)