Oggi le comiche, domani le tragedie (di Carlo Ferraro).
Siamo alla comica finale: dopo aver cercato di far passare il SFP come un centro di spaccio,
dove la droga scorre a fiumi, adesso a scorrere abbondante è la birra, diventata per l’occasione un superalcolico.
Si sono levati alti i lai della religione (“l’alcool sfianca l’anima! Se lo date a degli innocenti Dio vi punirà e perderete il Parco!”), dello sport (“l’alcool sfianca il corpo e la mente! Se bevete non potrete fare né sport né cultura”…), delle istituzioni (“se bevete non riuscirete a trovare la via dei finanziamenti!”); si sta sparando ad un topolino con i cannoni, ingigantendo un problema che non c’è mai stato, visto che la zona è controllata dalle telecamere, e le birre si danno solo ai soci maggiorenni, fuorviando l’attenzione della gente dal vero movente di tutta questa crociata.
Come mai il parroco si sveglia giusto ora per indignarsi della diffusione dell’alcool in città? Dove è stato finora? Questa cosa va avanti da anni, e giusto ora se ne rende conto?
Perché l’atleta non si fa un giretto nel centro storico la sera, nella movida, dove scorrono a fiumi gli spritz, i mojito e le sambuche, per vedere come il sindaco combatte l’abuso che ne fanno i giovani?
Perché con tante associazioni “dormienti”, che vivono dell’elemosina dell’amministrazione comunale, si intima solo ad una di trovare i finanziamenti per sopravvivere?
Possibile che sia peccaminoso e immorale bere la birra solo al Salento Fun Park?
Possibile che io, normale cittadino, maggiorenne, non possa andarmi a godere la visione di un film in quel parco, al fresco, al sicuro e lontano dalla movida, dove si son bevuti anche il distanziamento sociale, concedendomi un panino ed una birretta? Cerchiamo di essere seri.
È ovvio che il problema non è l’alcool, ma la possibilità per una associazione di poter esistere, anche con i minimi proventi del suo bar.
Tutta questa montatura è ridicola ed esagerata, e nasconde la vera ragione per cui si tenta di criminalizzare in qualsiasi modo l’associazione Salento Fun Park. E chi non lo capisce o è un ingenuo o è in mala fede; si vuol togliere la possibilità di sopravvivenza di una associazione non allineata alle idee del sindaco.
Signor Toni Matarrelli, sindaco pro-tempore della città di Mesagne, aspirante Podestà di Terra d’Otranto, la smetta di giocare coi suoi soldatini, la smetta di buttarla in caciara e, per una volta, abbia il coraggio di rispondere ad una semplice domanda: a chi ha promesso la futura gestione del Salento Fun Park?
Carlo Ferraro
portavoce M5S