Ancora non va l’acqua alla fontana (di Pompeo Molfetta)

Ieri il Consiglio Comunale ha approvato il conto consuntivo 2019 ed il  riassestamento del bilancio 2020.

Purtroppo i principali indicatori macro-economici segnalano un peggioramento delle note criticità strutturali del nostro bilancio. Cresce la sofferenza di cassa e la esposizione debitoria per le anticipazioni di tesoreria. Cresce il cumulo dei residui attivi relativi ad entrate tributarie accertate e non riscosse negli ultimi cinque anni, mentre una quota parte di questi soldi attesi si sono già volatilizzati nel vortice della prescrizione.

Cresce l’Avanzo di Amministrazione che però è fatto di soldi finti: numeri vacanti congelati nei fondi di garanzia a copertura di crediti che evaporeranno come neve al sole. Aumenta la spesa corrente e la spesa improduttiva cioè quella che non genera reddito, servizi o sviluppo. Niente di nuovo dunque sul fronte occidentale anzi si può affermare che il tentativo di risanamento avviato nel 2018 subisce un secco arretramento e che certo finora questo governo non ha fatto meglio di quelli che lo hanno preceduto. Poco male siamo all’inizio della consigliatura ed ancora devono partire i correttivi annunciati in grado di risolvere il problema più importante cioè la scarsa capacità di riscuotere e di aggredire efficacemente evasione-elusione fiscale.

La rivoluzione annunciata, che dovrebbe compiersi a breve, consiste nell'affidamento della riscossione dei tributi maggiori (IMU-TARI) ad una agenzia privata esterna. Una soluzione che è stata sempre respinta nel nostro Comune perché ritenuta inadeguata e rischiosa. Tutti i contratti di questo tipo infatti, prevedono che il concessionario incassi il suo agio in funzione dei ruoli riscossi e che per questo è abilitato ad utilizzare tutti i metodi concessi dalla legge per scovare gli evasori e riscuotere il più presto possibile a differenza di quanto succede adesso per la sconfinata indulgenza di Equitalia. Naturalmente non sono esclusi quei metodi coercitivi che più spaventano il contribuente come il fermo giudiziario o la temporanea confisca di beni materiali, ne ci sarebbe clemenza o distinzione fra chi non paga e ha i mezzi per farlo e chi non paga perché non può pagare. Una soluzione dunque che potrebbe inasprire l’atavica riottosità dei contribuenti già vessati da una fiscalità spesso ingiusta.

Non è scontato che l’inasprimento delle misure coercitive produca un aumento delle entrate tributarie. Noi avremmo preferito, e abbiamo suggerito, di percorrere strade diverse magari più faticose ma più efficaci come la riduzione della pressione fiscale ed il potenziamento degli Uffici Tributari interni del Comune. Invece quest’anno la pressione fiscale tende ad aumentare mentre la struttura interna del Comune è stata già praticamente smantellata. La sezione Tributi non è più una area funzionale autonoma come è sempre stato, ma una sub comparto dei servizi finanziari già e super-oberati di lavoro. Vedremo.

Intanto la città vive una felicità effimera in una sorta di incantesimo mediatico fatto di ruscelli e tavolini, di serate affollate al chiaro di luna, di spot televisivi, di prebende, sussidi e caffè  mentre sullo sfondo rimangono ferme le grandi questioni irrisolte che riguardano la mancanza di un nuovo Piano Urbanistico Generale, il fermo totale dei principali vettori di sviluppo economico (agricoltura prostrata dalla xylella, zona industriale congelata, grande e distribuzione commerciale in difficoltà ecc..), una viabilità caotica e infrastrutture ancora ferme. Ma diamo tempo al tempo e intanto sinceramente speriamo che il vento del cambiamento torni a spirare dalle nostre parti ...per ora solo scirocco umido e untuoso.

Pompeo Molfetta

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