Movimento LIbero e progressista: de-cresciamo insieme.
La cooperativa Cresciamo Insieme ha perso la gara per la gestione del Nido Comunale “V. Cavaliere”.
Lascia dunque dopo aver svolto questo servizio per circa 30 anni con altissima professionalità, con straordinaria premura ed amorevolezza verso i figli nostri. Ci sta!
Quando si partecipa ad una gara bisogna mettere in conto che ci possano essere altri competitor più meritevoli, meglio organizzati o con maggiori coperture finanziarie. Se così è (?) bisogna farsene una ragione.
Tuttavia credo si possa umanamente comprendere e concedere l’espressione pubblica del profondo rammarico espresso dalla coop. Cresciamo Insieme per un esito che mortifica la storia, il lavoro ed il sacrificio di tanti giovani che in questi lunghi anni si sono spesi con dedizione a servizio della comunità.
Per questo stride la replica dell’Amministrazione Comunale che ha imbastito un laconico commento tutto teso a minimizzare l’accaduto, a gettare acqua sul fuoco, a rassicurare le tante famiglie disorientate sostenendo che in fondo non cambia niente, che il servizio sarà garantito nella stessa forma e magari con le stesse operatrici di sempre.
Un comunicato francamente irridente che sembra voler dire: cari amici le sentenze si applicano non si commentano perciò “zitti e mosca”, in fondo in questa storia paga pegno solo qualcuno, non è certo la fine del mondo.
Ancora una volta la sicumera, il senso di onnipotenza che pervade questa amministrazione ha fatto smarrire la virtù di tacere quando non è il caso di parlare. E lo avremmo fatto anche noi se non ci fosse stato questo intervento dell’assessore Scalera.
Il comunicato specifica che nel capitolato di gara si è voluto dare maggiore rilievo alla competenza assegnando un punteggio maggiore all’offerta tecnica cioè al progetto educativo, alla struttura organizzativa, ai servizi aggiuntivi offerti rispetto all’offerta economica. Peccato che l’esito della gara sembra smentire queste premesse poiché è stato proprio il maggior ribasso d’asta sul costo del servizio (4,6%) a determinare il risultato a favore della vincitrice che era terza classificata per l’offerta tecnica la dove la Cresciamo Insieme risultava prima. Questo a ribadire che, al di là delle intenzioni, è la forza d’urto del potere economico che fa la storia, e la storia in questa città sta cambiando verso.
Mesagne per 30 anni ha rappresentato, nell’ambito dei servizi sociali, un modello che è diventato punto di riferimento per tutta la Regione.
Questo modello si incardinava sul rapporto virtuoso, faticosamente costruito, fra Pubblica Amministrazione e Privato Sociale che ha permesso di insediare e far crescere un sistema a rete di cooperative locali che hanno preso in carico una serie di servizi essenziali raggiungendo nel tempo livelli prestazionali d’eccellenza in postazioni nevralgiche come: la gestione dell’asilo nido, l’assistenza domiciliare, i servizi alla disabilità, l’accoglienza dei migranti, la prevenzione della devianza, la formazione giovanile e femminile ecc.. ecc.. ecc.. “Più servizi e meno assistenza” – “più collegialità e meno centralismo” “più prossimità e cooperazione e meno competizione di mercato” questi erano i principi ispiratori di quella grande rivoluzione sociale che fece crescere questa città senza arricchire nessuno se non la civiltà di un popolo.
Di questo sistema la cooperativa Cresciamo Insieme era una delle architravi per aver prodotto sempre avanzamenti progettuali e per aver perseguito quello spirito di collegialità e di cooperazione che costituiva la forza del sistema.
Ebbene questo sistema rischia di essere eroso, risucchiato dallo strapotere delle grandi holding dei servizi sociali e socio-sanitari: da quei “giganti”, talvolta con i piedi d’argilla, che hanno spesso la testa e il cuore “politico” e finanziario altrove e che tendono a costituire veri e propri monopoli nei territori che colonizzano.
Se dunque non ci sarà un più deciso sostegno pubblico, come certo non c’è stato in questo caso dove avrebbero dovuto pesare di più i 30 anni di servizio, presto l’epopea del “sistema Mesagne” finirà come finirà la storia di tante nostre piccole e coraggiose cooperative alcune delle quali sono già attaccati alla canna del gas.
È possibile, inoltre, che quelli che resisteranno cercheranno di consolidare il rapporto con chi amministra magari sacrificando un po’ di quell’autonomia ed indipendenza guadagnata nel tempo perché il potere contrattuale del singolo si riduce se si spezza la catena della cooperazione. Anche questo ci pare sia un vulnus democratico da sottolineare perché è evidente che, oggi più che mai, chi sta dalla parte sbagliata rischia sempre qualcosa.
Ebbene noi crediamo che niente di quello che stia succedendo in questa città sia casuale, anzi pensiamo che molto sia predeterminato all’interno di un disegno organico che ha un obiettivo politico chiaro la occupazione asfissiante di tutti i gangli della vita economica e sociale di questa città per consolidare il consenso ed il potere. In questo la storia offre il grande vantaggio di essere stata in larga parte è già stata scritta.
Movimento Libero e Progressista