Stefàno: la chiusura temporanea della scuola in Puglia è una misura inattesa e severa che ci ha preso di sorpresa.

Una decisione che il presidente Michele Emiliano, sostenuto dall’assessore Lopalco che, come sappiamo, è innanzitutto un epidemiologo,

ha motivato come necessaria per prevenire le mosse del virus.

Questo sgombra il campo dall’equivoco di aver voluto scaricare la responsabilità dell’andamento della curva del contagio sulla comunità scolastica regionale, bambini, ragazzi e corpo docente. Ma sgombra anche il campo da ragionamenti faziosi che minano il rapporto di fiducia cittadini-istituzioni, essenziale per affrontare, con l’approccio più costruttivo possibile, un’emergenza dalla portata storica e dagli effetti potenzialmente devastanti.

Ma forse questo non basta.

Lo dico perché condivido la preoccupazione e anche la frustrazione di tutto il mondo scolastico, degli insegnanti e degli stessi bambini, per il venir meno di tutto ciò che significa scuola in presenza, non solo didattica ma anche socialità, impegno e crescita. Ma anche dei genitori, non solo per le difficoltà organizzative di conciliare la didattica a distanza con il lavoro.

Per questo motivo faccio una proposta: potrebbe essere utile guardare a un compromesso, interpretare il provvedimento regionale provando ad andare incontro alle esigenze di scuola e famiglia, consentendo intanto una “deroga” a quanti per ragioni di carattere organizzativo e familiare sono impossibilitati a garantire un normale svolgimento della didattica a distanza ai propri figli.

Al mondo della scuola, infatti, va riconosciuto di aver dimostrato in questo avvio di anno scolastico grande responsabilità e impegno, adottando misure di sicurezza e protocolli per il controllo e tracciamento.

Tuttavia, se a prima vista i numeri legati alla scuola appaiono non confortare la scelta del governatore, va ricordato che oggi in Puglia i contagi sono cinque volte quelli di marzo e le proiezioni parlano del rischio di un aumento esponenziale dei ricoverati e dei decessi. La scuola non è la prima causa ma gli epidemiologi che supportano le scelte di Michele Emiliano ritengono possa aver contribuito all'aumento dei contagi e che possa involontariamente trasformarsi in una sorta di “super diffusore”, capace di provocare una catena difficile da controllare e tracciare, tanto più perché spesso asintomatica.

Consentire dunque una parziale e speciale didattica in presenza per coloro che si trovano in specifiche situazioni di difficoltà organizzative e familiari può essere una mediazione intelligente. Nell’ottica di una soluzione temporanea - e sottolineo temporanea - in attesa di capire l’andamento del virus nei prossimi 10 giorni.

Una scelta che dovrebbe però nel contempo essere accompagnata, da subito, da una migliore e più tempestiva organizzazione del trasporto, che sia maggiormente rispondente alle esigenze della popolazione studentesca ma anche alle criticità del contagio, e del sistema sanitario regionale.

È questo che chiedo al presidente Emiliano.

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