Caro amico ti scrivo …… (di Pompeo Molfetta)

Il 2020 sta per lasciarci e per fortuna anche l’anno che sta arrivando fra un anno passerà.

Mesagne non è più un comune COVID-FREE e San Michele non ha ancora vinto il drago. Nonostante i lodevoli sforzi perpetrati, anche nella nostra città, il virus corre veloce di bocca in bocca, bussa alle porte, s’insinua nelle corsie dell’ospedale, nelle case di riposo, nei corridoi del Comune, negli studi medici e dispensa i suoi uffici lasciando per terra morti e feriti equamente distribuiti.

Anche da noi dunque la diffusione del contagio e i suoi effetti tendono ad allinearsi ai valori medi nazionali, si fa alta la pressione sugli ospedali, confuso il tracciamento dei focolai e amarissima la vita sociale.  Temo che anche nell’anno che verrà sarà battaglia campale e che occorrerà ancora il massimo sforzo individuale e collettivo per arginare il contagio. La luce in fondo al tunnel si vedrà al buon esito della campagna vaccinale, intorno alla quale già aleggiano le maldicenze dei vaccino-scettici e di molti furbi che aspettano che l’immunità di gregge si compia con la vaccinazione degli altri.

Per cogliere poi gli effetti della pandemia sul nostro sistema economico basta entrare in un bar e vedere la pila ininterrotta dei panettoni in giacenza e lo sguardo torvo del proprietario che impreca ai DPCM e ai morti di chi li ha inventati.  Non basteranno certo le prebende dei decreti-ristoro a sanare i bilanci in profondo rosso di decine e decine di nostri operatori del commercio, del turismo, dell’artigianato.  Ne basteranno i pur lodevoli slanci della carità pubblica e privata a lenire le ferite aperte nelle  famiglie dei diseredati, dei disoccupati, della miriade di lavoratori invisibili che non saranno mai  ristorati.  La crisi sanitaria e quella economica corrono dunque insieme ma non alla stessa velocità e non colpiscono allo stesso modo perché gli ultimi, come sempre nella storia dell’uomo, pagano il prezzo più alto.

In mezzo al guado, fra i garantiti dallo stipendio assicurato, gli autonomi, le partite IVA, le imprese, i lavoratori contrattualizzati, quelli in nero, i disoccupati, le famiglie, la scuola, la cultura, il turismo, la logistica e bla, bla, bla.. c’è lo Stato con le sue articolazioni centrali e periferiche e il fardello di uno apparato burocratico-amministrativo che sembra fatto apposta per rallentare e complicare le cose. E c’è il Governo che, con la decretazione d’emergenza, cerca di mantenersi nel giusto mezzo ma che inevitabilmente finisce per scontentare tutti ma soprattutto quelli che verranno che saranno inconsapevolmente caricati come bestie da soma del fardello del debito pubblico.

In questa palude, in cui tutti ci dimeniamo, sguazzano anche i caimani: mafiosi, doppiogiochisti  e pokeristi della politica con l’occhio strabicamente rivolto al consenso elettorale, il culo attaccato alle poltrone e le fauci spalancate sui miliardi del Recovery Fund

A livello locale c’è solo qualche altra sottolineatura da fare.

Aspettiamo il rafforzamento del sistema sanitario locale nel nostro distretto con il potenziamento della medicina territoriale, il miglioramento dell’assistenza domiciliare integrata, l’introduzione della telemedicina, ma soprattutto aspettiamo di sapere cosa ne sarà del nostro ospedale che è ancora un ibrido indefinito su cui tutti  si sono ributtati invocando inutilmente che sia ri-riconvertito ad “ospedale normale”. Ancora vorremmo sapere se saranno stabilizzati gli operatori sanitari precari che hanno combattuto per una anno intero nei reparti COVID e che ora rischiano di andare a casa gettando nel panico se stessi e le loro famiglie.

Aspettiamo finalmente un intervento più deciso dello Stato e del governo regionale sull’altra grande pandemia che sta distruggendo il nostro territorio: la Xylella. Lo spettro della morte che avvizzisce i rami e le fronde è ormai sotto i nostri occhi mentre aumentano quotidianamente gli espianti: una morsa al cuore che non si può sopportare. E’ la fine di un valore storico paesaggistico ed economico che colpisce tutto il salento. Dopo anni e anni di colpevole ritardo e sottovalutazione è il caso di agire con vigore per cercare di salvare il salvabile.

Il governo cittadino si sta sperticando per favorire gli investimenti privati sperando nella loro “pubblica utilità”. Per questo obbiettivo ha fatto moltissimo derogando fino al limite consentito gli strumenti normativi e concedendo al massimo le agevolazioni economiche concedibili. Così si insedierà un solitario  opificio nella nuova zona industriale come il fortino nel deserto dei Tartari; così abbiamo concesso in uso  Corte dei Figheroia ai nuovi padroni dell’immobile Murri perdendo la possibilità di ricongiungere la “strada longa” alla Porta Piccola con buona pace di storici, archeologi e architetti;  così il Comune si è offerto in garanzia “fideiussoria” di subentrare al privato in caso di inadempienza nel progetto di rigenerazione urbana dell’area ex ENEL di via G. Trono. Sono certo che altre proposte imprenditoriali nel settore immobiliare e commerciale seguiranno, speriamo che i benefici di questi investimenti ricadono anche sulla collettività mesagnese oltre che sui proponenti e sui loro sostenitori.

Aspettiamo con ansia e con qualche preoccupazione i correttivi annunciati per il risanamento del bilancio cioè: l’esternalizzazione della riscossione tributaria e il passaggio alla forma consortile dell’ambito sociale di zona. Intanto registriamo il tendenziale aumento della pressione fiscale soprattutto derivante dall’aumento dei costi di gestione del nuovo servizio di Nettezza Urbana, il lieve aumento della spesa corrente, delle anticipazioni di tesoreria e della sofferenza di cassa, mentre il patrimonio alienabile non sembra avere mercato. Possiamo dire niente di nuovo sul fronte occidentale ma, a differenza del passato, nessuno se ne cura.

Aspettiamo che si avviino i progetti annunciati sulle grandi infrastrutture (cavalcavia- cimitero, completamento circumvalazione, Eurovelo 5, abbattimento delle barriere architettoniche ecc..) , sul patrimonio immobiliare (adeguamento antisismico ed efficientamento energetico delle scuole, della Misericordia, del palazzo di città) sull’assetto idrogeologico, sull’impiantistica sportiva , sulle urbanizzazioni e le lottizzazioni sospese compreso il nuovo PIP ecc.. Su questo fronte siamo moderatamente ottimisti perché insieme alla buona capacità progettuale vantiamo buone amicizie politiche:  una dote  che a volte conta più della prima.

Aspettiamo poi che si compiano alcune proposizioni annunciate a favore dell’associazionismo giovanile e della cultura come la nuova Convenzione per il Salento Fun Park, l’emissione del bando per l’assegnazione degli immobili alle associazioni, così come ci aspettiamo che la magnanimità di questa amministrazione si esplichi anche nei confronti di chi non la sostiene.

Ma se queste aspettative dovessero essere deluse ci aspettiamo almeno che si allenti la morsa dell’arroganza e della propaganda e si lasci spazio ad un confronto civile e rispettoso della dignità di tutti .

BUON ANNO A TUTTI I MESAGNESI

 

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