Left: chi decide a Brindisi e dove?
E’ notizia che il Comune di Brindisi abbia avuto dei buoni risultati nell’ottenimento di ulteriori finanziamenti per la realizzazione di piste ciclabili.
Eravamo intervenuti sull’assenza di pianificazione da parte di questa amministrazione ed i finanziamenti ulteriori benchè siano importante risultato, senza una pianificazione a monte, rischiano di diventare opere inefficaci quindi inutili. Anni fa furono spesi tanti soldi pubblici per la dotazione di un sistema di bike-sharing. Anche all’epoca la novità e l’illusione di una innovazione che potesse proiettare la città in un futuro sostenibile destò grande entusiasmo. Ci fu una corsa ad accaparrarsi le schede per il noleggio ma rimase l’unica corsa da poter fare. Purtroppo fu un totale insuccesso e tanti denari pubblici hanno fatto la ruggine insieme alle biciclette e agli stalli di queste. Sarebbe interessante capire che fine hanno fatto le biciclette. Gli stalli in gran parte sono ancora lí totem di un fallimento.
Siamo convinti che i finanziamenti non vanno sprecati. Lo vediamo in questi giorni a livello nazionale con il problema legato al recovery fund e la necessità di pianificare la spesa prima di spendere i soldi. Le cose vanno pensate, c’è bisogno di un progetto di città da perseguire per mettere a posto i singoli tasselli con la giusta programmazione. Il denaro pubblico è ormai poco e va speso nell’ottica di generare moltiplicatori economici e sociali.
È stata mai sollecitata una indagine della corte dei conti sui soldi spesi per le biciclette?
All’epoca fu commesso un errore banale. Gli stalli vennero posti in prossimità del centro urbano, quando invece i flussi di mobilità sono dalla periferia verso il centro. Gli stalli in tutte le altre città vengono posti nelle periferie, affinchè da queste ci si possa muovere verso il centro cittadino. Un errore progettuale amplificato da un problema ancor più rilevante ovvero la mancanza di infrastrutture. Mancavano completamente le piste ciclabili per consentire un agevole utilizzo delle biciclette.
C’era entusiasmo per la novità ma nessuna idea su un utilizzo efficace. Tanti soldi bruciati e propaganda annessa.
La mobilità ormai è una scienza quasi esatta ed anche in letteratura è previsto che sia frutto di un processo partecipativo del cittadino che confluisca in una progettazione settoriale e molto specializzata.
Proprio in virtù di questa necessità di partecipazione nel luglio 2018 furono condotti degli incontri in Piazza Vittoria con la cittadinanza al fine di redigere delle linee guida per la mobilità sostenibile, vennero compilati dai cittadini anche dei questionari di cui qualcuno avrà memoria. Il commissario Giuffrè aveva dato incarico alla STP e al Politecnico di Bari per la redazione delle linee con una spesa prevista di 40.000 euro. Doveva essere solo l’inizio di una indagine che avrebbe dovuto coinvolgere l’intero tessuto sociale e produttivo della città perché la mobilità è del cittadino e per il cittadino. Si studiano i flussi del traffico, le abitudini, l’utilizzo del trasporto pubblico e tanto altro. Si tratta di un lavoro capillare e che ormai ha una sua valenza scientifica. Dopo questo timido inizio non si è saputo più nulla. In questi giorni si è appreso che già nel febbraio 2019 sono state emesse delle linee guida per la mobilità sostenibile dal Comune. Saranno frutto del lavoro della STP e del Politecnico di Bari cui era stato affidato l’incarico dal commissario Giuffrè? O si tratta di linee guida licenziate a tavolino dagli Uffici solo per accedere ai finanziamenti? Con una maggiore trasparenza e comunicazione si sarebbe in grado di misurare gli avanzamenti delle attività e magari provare a dare un contributo come associazione e come cittadini che vivono i problemi della quotidianità.
Da poco è stata finalmente pubblicata una gara per la realizzazione del piano di mobilità sostenibile (PUMS). Questa volta l’incarico è da affidare a professionisti esterni. Verosimilmente si partirà dalle linee guida emesse dal Comune nel 2019 di cui si è detto.
È una buona notizia che venga affidato a dei professionisti del settore un progetto importante. Quello che lascia ancora una volta interdetti è che dal febbraio 2019 ad oggi piuttosto che pensare ad affidare immediatamente a professionisti questa attività progettuale propedeutica ad investimenti, si sia continuato a chiedere finanziamenti per piste ciclabili senza in realtà sapere se questi lavori potranno avere una efficacia all’interno della progettualità futura. Pare proprio che prima si facciano i lavori e poi si pianifichi il da farsi.
Altro strumento di pianificazione di cui la città avrebbe un bisogno disperato è il PUG (Piano Urbanistico Generale) . Per questo strumento si era proclamato che il tutto sarebbe stato fatto ‘’in house’’ con il coinvolgimento delle risorse interne del Comune e senza alcuna spesa suppletiva. La promessa di consegna era stata fissata al luglio 2020. Le cose non sono andate così. In realtà a fine anno (dicembre 2020) è stato disposto un impegno di spesa a favore sempre del Politecnico di Bari perché pare stia collaborando proprio alla redazione del piano inizialmente previsto ‘’in house’’. (Una spesa di 50.000 euro)
La cosa che più sorprende è l’aver saputo che solo a fine dicembre sia stato approvato l’atto di indirizzo del PUG da parte di questa amministrazione.
L’atto di indirizzo è il documento con cui l’amministrazione avvia le attività. Sarebbe interessante capire come si è potuto promettere il PUG entro luglio 2020 senza avere approvato un atto di indirizzo per la sua redazione.
Vorremmo sapere con quale logica è avvenuto tutto ciò e come associazione ci proponiamo di farlo.
Sembra paradossale ma è come se il lavoro svolto sinora dal Prof. Borri e dagli uffici sia da rifare, almeno formalmente. Come se si ripartisse da zero.
Questa amministrazione aveva fatto della trasparenza, della partecipazione e del coinvolgimento un vessillo in campagna elettorale e ci si attenderebbe una giusta consequenzialità nei fatti proprio nella gestione di fasi di fondamentale importanza per la città. Anche in questo purtroppo nulla di nuovo per Brindisi e viste le esperienze pregresse si teme un epilogo analogo.
Troppi, tanti finanziamenti negli anni sono stati sprecati proprio perché si è sempre pensato ad edificare senza costruire prima fondamenta solide. Si procede in base al vento che tira e si tira a campare. Basti pensare al progetto Shuttle, una viabilità dedicata che avrebbe dovuto collegare ferrovia ed aeroporto e regalare alla città tante altre infrastrutture preziose. Un progetto da oltre 30 milioni di euro di finanziamenti ricevuti, appaltati e mai realizzati per precisa scelta di questa amministrazione.
Le fondamenta sono costituite da una idea di città che deve essere chiara e condivisa e propedeutica a tutto altrimenti si rischia di fare le stesse cose lasciando inalterata la storia e cambiando solo gli interpreti.
Coordinamento Left Brindisi
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