Quel 22 gennaio 1990 (di Cosimo Zullo)

Abbiamo letto di un ricordo politico che riguarda la storia politica della nostra Provincia di Brindisi.

Spontaneamente la proponiamo ai nostri lettori, quale momento storico, lasciando l'aspetto politico ad altre considerazioni. 

 

Era una giornata grigia e fredda, vero inverno, e un periodo politico assai intenso per molti di noi.

Vi era stata la svolta politica di Occhetto nel novembre 1989, dopo il crollo del muro di Berlino.  Ci si apprestava in tutte le sezioni del Partito a svolgere i congressi.

Il dibattito verteva sul confronto fra tre mozioni congressuali. La prima, firmatario Occhetto, la seconda firmatario Ingrao e la terza, firmatario Cossutta.

Per la provincia di Brindisi ero io il coordinatore della mozione Ingrao.

Avevamo deciso di organizzare un'assemblea pubblica nel salone dell'Amministrazione Provinciale per quel 22 gennaio. Coincidenza volle che nella stessa serata si tenesse, presso l'Auditorium della Biblioteca Provinciale, l'Assemblea di presentazione della prima mozione, quella di Occhetto.

Con i compagni con cui avevamo condiviso ideali e tante scelte, ci ritrovammo divisi ci riscoprimmo diversi.

Ricordo che quel pomeriggio in aereoporto, io aspettavo di accogliere Sergio Garavini che doveva concludere il nostro dibattito e poco distante da me, c’era anche Carmine Dipietrangelo, allora segretario provinciale del PCI brindisino, che attendeva l'atterraggio dello stesso aereo per accogliere Emanuele Macaluso che avrebbe concluso il dibattito della prima mozione.

Garavini e Macaluso si salutarono e si diedero appuntamento - ne sono certo - per il serrato confronto congressuale nazionale che si sarebbe svolto a Bologna agli inizi di marzo.

Arrivando presso la Provincia, trovammo ad accoglierci già molti compagni, operai della sezione di fabbrica Montedison, del costruendo cantiere Enel di Cerano, del Settore Trasporti. Avevamo, infatti, allora, anche una sezione di lavoro dedicata ai lavoratori aereoportuali, del porto e delle ferrovie. C'erano però tanti altri compagni e compagne, simpatizzanti che erano venuti in delegazioni dalle sezioni dei Comuni della provincia.

Quei momenti di concitazione ed entusiasmo furono d'un tratto intristiti dalla notizia della tragica morte di un caro compagno, il professore Sergio Sbrollini. Sergio aveva avuto un diverbio con un giovane che usciva da una sala giochi. Un diverbio che si era trasformato in tragedia. Sergio Sbrollini fu colpito a morte mentre camminava in una strada della sua Latiano.

Sergio era un compagno che avevo conosciuto negli anni di lotte sindacali e proprio qualche giorno prima ci eravamo incontrati e ci eravamo dati appuntamento alla presentazione della nostra mozione. Non potei non pensare a lui con grande tristezza in quella serata che registrò tanto entusiasmo e partecipazione per i contenuti e le proposte emerse.

La nostra mozione a Brindisi si attestò poco al di sotto del dato nazionale, intorno al 34 per cento. Fu quello un periodo straordinario di forte tensione ideale e culturale. I dibattiti, le discussioni sulla svolta del Pci giunsero anche nelle famiglie. Vi furono divisioni, a volte dolorose, tra compagni delle stesse sezioni. Fu un momento politico drammatico.

Le radici del PCI nella storia nazionale erano così profonde che la sua fine venne vissuta davvero come un dramma.

Il PCI era un sentimento, un mondo di emozioni, di affetti, di rapporti personali e familiari.

Emotivamente parlando, si visse la divisione quasi come una perdita, un lutto difficile da elaborare. Era tanto e forte l'attaccamento a quella grande storia di lotte e di grandi avvenimenti politici e culturali.  Per tanti il PCI era una scelta morale, un interprete reale dei bisogni della gente.

Quella serata così bella ed anche emozionante però mi ritorna nella mente ancora per quello strappo doloroso della scomparsa di Sergio Sbrollini.

Una serata che ricordo come fosse ieri nonostante siano trascorsi più di 30 anni…

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