Pd: alcune osservazioni sulla “rivoluzione” della pianta organica del Comune
Con delibera di giunta n° 16 del 26 gennaio scorso, l’Amministrazione comunale ha varato il nuovo organigramma per l’anno 2021
ed ha modificato il Regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi costituendo tre nuove aree.
A parte rilevare come fatto singolare che all’atto dell’approvazione di questa delibera non fosse presente proprio l’assessore con delega alle risorse umane, teniamo a precisare che è diritto di ogni Amministrazione modellare la macchina amministrativa nel modo che ritiene essere più funzionale al raggiungimento dei propri obiettivi programmatici. Allo stesso modo chiariamo che non è in discussione la professionalità del personale impegnato presso il nostro Comune che, per ciò che ci riguarda, abbiamo difeso anche quando, non troppo tempo fa, l’inefficienza della parte amministrativa era diventato l’argomento più in uso per coprire, invece, le lacune della parte politica.
Fatte salve queste due premesse, riteniamo opportuno rivolgere al Sindaco e alla Giunta alcune osservazioni in merito alle scelte che hanno compiuto auspicando che alcune di esse potranno essere riviste.
Nel DUP (Documento unico di programmazione) approvato dal Consiglio Comunale il 30 dicembre scorso – documento sul quale noi ci siamo astenuti insieme alle altre forze di opposizione evitando, in piena pandemia, di esprimere aprioristicamente una valutazione negativa – si riportano i motivi per i quali è necessario dare nuovo slancio alla macchina amministrativa dell’Ente, tra questi vi è la struttura "a pettine" con altrettante posizioni organizzative che ha determinato il costituirsi nel tempo di autonomi centri di lavoro poco comunicanti tra loro se non addirittura confliggenti. A tale proposito rileviamo che, con le modifiche al Regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi, non solo non viene superata la struttura “a pettine”, ma vengono implementate altre aree con il rischio che aumentino confusione, incomunicabilità e conflittualità tra le stesse. A ciò aggiungiamo che per implementare alcune di queste aree si fa ricorso a risorse esterne provenienti da altre amministrazioni pubbliche (Provincia), che comporteranno un aggravio della spesa per il personale. Vedasi per esempio l’area X “ambiente ed agricoltura”, settori, questi, che a nostro avviso potevano essere ricompresi in aree già esistenti, evitando di istituire una nuova posizione organizzativa con relativa retribuzione.
Passando all’analisi dell’organigramma e del funzionigramma, non possiamo non notare alcune incongruenze sulle quali forse è opportuno un chiarimento. L’area XI “servizi sociali – pubblica istruzione” e l’ufficio per la gestione del piano sociale di zona restano in capo a due funzionari diversi, scelta che, a nostro avviso, non va nella direzione di un utilizzo razionale ed efficiente delle risorse umane. Nell’ area III “lavori pubblici” è stato inserito l’ufficio Sport, che si occupa prevalentemente di organizzare l’utilizzo degli impianti da parte delle associazioni sportive. La scelta, appare ovvio, ricalca le deleghe dell’assessore di riferimento, ma può un tecnico, per bravo e capace che sia, sovrintendere contestualmente a due attività così distinte e distanti tra loro? Salutiamo positivamente la scelta di istituire una direzione scientifica per il Museo e la Biblioteca, ma per quale motivo separarla dalla cultura affidando la direzione scientifica e la posizione organizzativa per l’area II “cultura e turismo” a due figure diverse? Inoltre, da una attenta lettura dell’allegato relativo all’assegnazione del personale, notiamo che è stata istituita l’alta professionalità per la direzione scientifica ma che alla stessa non è stato assegnato personale. In cosa consisterà, allora, l’attività di direzione? E ancora, non sarebbe stato utile prevedere obiettivi trasversali tra la suddetta direzione e l’area IV “Urbanistica” per la parte di quest’ultima che attiene alla gestione delle aree e dei parchi archeologici? Senza un’adeguata mappatura dei processi e dei sottoprocessi, è possibile effettuare una congrua pesatura e quindi stabilire correttamente l’importo delle retribuzioni di posizione? Asincronie, queste, che rischiano di generare confusione non solo tra i dirigenti ma anche, e forse soprattutto, tra i collaboratori che appartengono alle categorie di cui spesso ci si occupa poco.
Infine, appare sproporzionato il carico di responsabilità in capo al Segretario Generale, aspetto, questo, sollevato anche dalle organizzazioni sindacali, le quali, ci risulta, non sono state coinvolte per una informativa prima di approvare il nuovo organigramma. Possono le “risorse umane” essere di competenza del Segretario Generale, che allo stesso tempo è il responsabile anticorruzione del Comune? E a questo proposito: è positivo che per alcuni settori le scelte siano ispirate dal principio di rotazione, ma è lecito chiedersi perché questo non avvenga per tutti? Per alcune aree il criterio sembra quello di affidarsi a professionalità ormai consolidate in ambiti specifici, per altre, invece, sembrano bastare le competenze di natura amministrativa, che, in quanto tali, si adeguano ad ogni settore, con buona pace dei titoli e delle esperienze professionali maturate.
Dubbi e domande che, ad oggi, non ci consentono di comprendere la ratio che sottende all’intervento nel suo insieme. È necessario, a nostro avviso, fornire dei chiarimenti e rivedere alcune scelte, soprattutto per non correre il rischio di pregiudicare il raggiungimento di alcuni obiettivi programmatici utili alla città. A meno che le scelte non rispondano ad una mera logica di “spoils system”, cioè quel meccanismo secondo il quale un’amministrazione affida i ruoli di gestione più per affinità che per competenza. Beninteso, se così fosse, anche questa scelta apparterrebbe, entro certi limiti, alle facoltà del Sindaco e dell’Amministrazione, ma siccome a nostro avviso bisognerebbe avere obiettivi più ambiziosi, noi non potremmo mai condividerla.
Partito Democratico – circolo di Mesagne.