Fitto: “Numero più alto d’Italia di ingressi in terapia intensiva e di positivi, mortalità più alta nel Mezzogiorno: sistema pugliese non regge e ne pagano il prezzo i ristoratori”
A qualcuno fa comodo far credere che fra Roma (Ministero della Salute) e Bari (Regione Puglia) avvenga una sorta di contrattazione sui colori
e che alla fine la decisione venga presa per accontentare chi è “contento” di restare così. Non è così!
La Puglia resta Arancione perché siamo la regione che ancora ieri aveva il più alto numero di ingressi in terapia intensiva: 21.
La Lombardia – che ha 10 milioni di abitanti ed è la regione più colpita dal Covid in Italia – ne ha avuti 15. Il Veneto (altra situazione critica con 5 milioni di abitanti) 14.
Ma le comparazioni in negativo con le due regioni del Nord, in zona GIALLA, sono tante: in Puglia abbiamo oltre 51mila positivi, in Lombardia 48mila e in Veneto 28mila.
Senza contare, che fin dall’inizio della pandemia evidenziamo un tasso di mortalità in Puglia più alto rispetto ad altre regioni del Centro-Sud.
Sono questi solo alcuni dei tanti indicatori che ci penalizzano.
Insomma, è il sistema sanitario pugliese che non è in grado di reggere una zona con più aperture di attività e possibilità di poter uscire dalla propria regione.
Non è per accontentare Emiliano che la Puglia rimane Arancione, ma perché siamo messi male per colpa proprio di chi preferisce spendere 17,5 milioni di euro (e forse più) in un Ospedale Covid nella Fiera del Levante di Bari per 14 posti letti di terapia intensiva, piuttosto che investire su medicina territoriale e prevenzione.
E a pagare il prezzo sono i nostri bar e ristoranti costretti ad essere aperti ma solo per fare asporto o domicilio, sono i nostri commercianti che durante i saldi possono lavorare solo con i residenti del proprio Comune, sono gli artigiani che non riescono più a promuovere i loro prodotti made in Puglia. Un intero sistema economico che vive un momento drammatico.
Un danno enorme e incalcolabile per un intero sistema economico che noi di Fratelli d’Italia denunciamo da tempo!
Raffaele Fitto