Alcune donne del passato conosciute in ambito politico: (Cosimo Zullo)

Ho conosciuto alcune donne straordinarie:

 

Lina Perrucci,

prima  donna assessore al Comune di Mesagne dopo il 1946. Dirigente provinciale dell' UDI(Unione Donne Italiane)negli anni '50 , militante del PCI.

L'ho conosciuta agli inizi degli anni '70 nelle campagne elettorali.

Era una donna capace di una grande oratoria e i suoi comizi erano molto partecipati soprattutto da braccianti e contadini  che accorrevano in massa alle chiusure delle campagne elettorali. Le donne presenti alle manifestazioni allora erano pochissime, ciò nonostante lei  parlava in modo forte e accorato della condizione femminile.

Carmela Panico,

dirigente della CGIL di Foggia. Donna dalla forte personalità. Con caparbia

fin da ragazza stette al fianco di chi lottava per la giustizia e il rispetto dei diritti umani.

Raccontava che durante la guerra, andava con il padre ad ascoltare  Radio Londra.Era il 1942 e aveva 14 anni!

E' stata  promotrice ed organizzatrice delle lotte per l'emancipazione femminile in Capitanata.

L'ho conosciuta a metà degli anni 70 alle riunioni  del Comitato regionale della Federbraccianti.Incitava noi giovani ad andare nelle aziende , ad organizzare le lotte e ad ascoltare sempre  la voce dei lavoratori.

Cristina Conchiglia,

nata a Brindisi nel 1923, giovanissima si trasferì  a Copertino dove conobbe e sposò Giuseppe Calasso allora deputato del PCI.

Insieme condussero nel 1950 le battaglie e le occupazioni delle terre dell'Arneo.

Cristina Conchiglia divenne riferimento di migliaia di tabacchine che lottavano per il riconoscimento del diritto ad un salario più equo e per migliori condizioni di lavoro.

Fu la prima donna ad essere eletta sindaco di Copertino ed anche la prima ad essere eletta consigliera provinciale.

L'ho conosciuta alla fine del 2000. Ci ritrovammo a condividere lo stesso percorso congressuale. Dopo le dimissioni di Veltroni da segretario del Partito dei DS, ci ritrovammo insieme nel " correntone" che proponeva a segretario del partito il compagno Giovanni Berlinguer al Congresso di Pesaro del novembre 2001. È stata una protagonista che ha intrecciato la sua vita con quella di migliaia di donne di lavoratrici salentine.

Antonia Ancona,

detta Nenetta , nativa di Ceglie Messapica,,il suo motto era "la politica, la mia vita!".

Ribelle fin da piccola, rifiutò l'iscrizione al sindacato fascista, perdendo il posto di lavoro, lei che era "lavoratrice di calze".

Conobbe e frequentò gli antifascisti cegliesi a metà degli anni 30.

Fu consigliere comunale del Pci dal 1962 al 1967, dirigente da sempre dell'Unione Donne Italiane, sempre protagonista a difesa dei lavoratori e delle donne.

L'ho conosciuta a metà degli anni '70 nelle assemblee della CGIL e con l'avvio delle lotte contro il caporalato.

Ho ancora davanti agli occhi la sua presenza in prima fila con migliaia di donne il giorno dei funerali delle tre giovani braccianti cegliesi morte al rientro dal lavoro, il 19 maggio 1980.Una sua caratteristica, ma credo di tante donne meridionali di quel tempo, era quello di tenere sempre i capelli raccolti in un fazzoletto nero, simbolo di fatica, restrizioni e lutti.

Giovanna Lupo,

la sua storia può essere racchiusa in questa  bella frase dedicata al marito Antonio Somma. "Una vita al tuo fianco, nel sacrificio e nell'impegno" scritta sulla prima pagina del libro che volle pubblicare in ricordo del marito Antonio Somma

"La storia di un protagonista del Sud"

Ha sostenuto il marito fin da quando era solo un promesso sposo, nel periodo in cui subì il carcere per 14 mesi insieme agli altri lavoratori della provincia che nell'aprile del 1949 erano stati arrestati per avere manifestato per il riconoscimento del diritto al lavoro. Fu organizzatrice di un vasto movimento di donne nell'Unione Donne Italiane; partecipava con successo, ottenendo grande consenso. alle riunioni di caseggiato nelle contrade, dove portava la voce del Partito e del Sindacato. Fu eletta consigliere comunale del PCI alla fine degli anni '50, sempre al fianco di Antonio e della iniziativa del Partito.

L'ho conosciuta agli inizi degli anni 80, nella sua casa, che avevo iniziato a frequentare perché ero fidanzato con la figlia Concetta.

Giovanna Lupo, una donna di vedute molto ampie, molto accogliente e dialogante con ognuno di noi e in particolare con i propri nipoti.

Nella fase più accesa del dibattito sul cambio del nome del P.C.I., sul finire degli anni '80, molto spesso le discussioni in famiglia tra tutti noi diventavano molto vivaci e lei quasi con un pizzico di rammarico diceva: "una storia costruita tra tante restrizioni, lotte e sacrifici, rischia di sbriciolarsi senza un futuro!"

Ma lei credeva al futuro, aveva fiducia nei giovani. I diritti conquistati, come il voto, andavano sempre esercitati. Votò l'ultima volta nel reparto dell'ospedale il 24 febbraio 2013 per la coalizione di Bersani. Fu il suo ultimo atto della sua esemplare vita.

Storie di donne forti, audaci e generose che hanno contribuito alla rinascita del Paese nel dopoguerra che usciva stremato da venti anni di dittatura fascista.

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