Ferraro sul fotovoltaico Galesano.

Giovedì scorso, primo luglio, l’ufficio Ambiente del comune di Mesagne ha inviato le proprie osservazioni al Ministero dell’Ambiente,

avverso il progetto di una centrale eolica in contrada Galesano, accompagnate da una relazione storico-paesaggistica sulla stessa a mia firma. Propongo qui una sintesi della relazione storico-paesaggistica.

“La contrada Galesano è il luogo in cui termina la placca dell’altopiano delle Murge ed inizia la distesa delle piana salentina. Posto a cavallo di questi due distretti è un sito di enorme valenza paesaggistica; chi proviene da nord può contemplare dalla sua sommità tutta la piana salentina che porta a Torre Santa Susanna; chi proviene da sud contempla un luogo facilmente difendibile.

Grazie a questa conformazione si sono sviluppati diversi fattori antropici lungo questa balza del terreno.

In alto troviamo la chiesa di Crepacore ed altre masserie costruite sugli antichi casali romani; in basso la via che connetteva tutti questi luoghi: il Limitone dei Greci.

L’uomo, nella scelta dei luoghi dove stabilirsi, ha sempre seguìto un principio fondamentale detto di “panorama e rifugio”:

“una tendenza a preferire ambienti con vedute libere, senza ostacoli, e zone dove rifugiarsi e nascondersi” (W. Lidkwell)

Il sito di Galesano offre tutte e due queste possibilità: quella di controllare il territorio circostante dall’alto, e quella di potersi rifugiare nelle anse o pieghe che il terreno offre in questo luogo.

Inoltre nella piega del terreno vi era una sorgente d’acqua, rendendo questo un luogo sacro, come sempre è stato nella storia dell’uomo.

Infatti il nome Galesano deriva dal greco galasos e significa “zona feconda”;

possiamo immaginare come gli uomini del Neolitico e delle epoche successive, abbiano potuto prender vantaggio di tutte queste caratteristiche: un luogo elevato e difendibile, un luogo fertile per la presenza dell’acqua, con una sorgente perenne, un luogo che offriva riparo nelle sue cavità carsiche.

Il Limitone dei Greci non ha fatto altro che rispettare la particolare orografia del terreno, bordandolo con una strada che portava da Taranto ad Oria e giù fino ad Otranto, stabilendo una separazione fisica, visiva e giuridica tra i dominii bizantini del Salento a sud, e quelli longobardi a nord.

Lungo questa strada di commercio si svilupparono diversi casali, chiesette, stazioni di cambio;

infatti vi troviamo, in pochi chilometri, da est a ovest, l’insediamento di san Giacomo, la chiesa di Crepacore ed il suo agglomerato, le Terme Romane e la chiesa di San Miserino, costituendosi come una vie delle genti e delle varie civiltà.

OSSERVAZIONI

La relazione della proponente, REPOWER RENEWABLE, parcellizza in specifiche relazioni tecniche l’analisi del luogo, impedendo così una corretta e completa descrizione e comprensione del valore paesaggistico del luogo.

Il paesaggio non è infatti comprensibile attraverso specifiche relazioni, ma attraverso la lettura complessiva di queste.

Nella “Verifica preventiva di Interesse Archeologico” pur ammettendo la presenza di “evidenze archeologiche”, dati i rinvenimenti sporadici ed i pochi dati a disposizione, l’archeologo ritiene che queste non siano molto rilevanti ed importanti.

In un recente convegno focalizzato proprio sulla scarsità di documentazione relativa al sito di Galesano, una giovane archeologa salentina ha sagacemente osservato che: “sicuramente non possiamo affermare che queste strutture (Crepacore, Gallana, ecc.) fossero delle “cattedrali nel deserto”, ma piuttosto bisogna cominciare ad ammettere che finora qualcosa si è sbagliato nelle metodologie di approccio alla tematica”; rimarcando così il fatto indiscutibile che attorno a queste cattedrali ci dovessero essere necessariamente altre tracce preziose di storia, e che sicuramente i metodi di indagine finora esperiti non fossero regolati su questo tipo di tracce.

Nella Relazione dei Beni Architettonici la proponente analizza l’impatto visivo dell’impianto eolico solamente dal centro urbano di Mesagne e da beni architettonici ben lontani dal sito, omettendo di analizzarne l’impatto visivo, ben maggiore, nei pressi della valle del Galesano e, incredibilmente, quando passa ad esaminare questa zona per ultima, asserisce che detto impatto visivo è generalmente mitigato dalla presenza delle fronde degli alberi di ulivo (!)

Affermazione ben strana pensando che la fruizione visiva avviene sempre da soggetti in movimento e non per quadri fissi. L’impatto visivo in realtà, è da considerare nei confronti del paesaggio o della porzione di paesaggio su cui si va ad operare, e non da luoghi lontani da dove, ovviamente, diviene trascurabile.

Teniamo conto inoltre del fatto che, proprio in seguito alle vantaggiose offerte di acquisto dei terreni per impianti fotovoltaici ed eolici, i proprietari di questi stiano inesorabilmente eradicando gli alberi di ulivi, già peraltro compromessi dall’invasione della Xylella, azzerando il loro potere “schermante”.

Nella realtà dei fatti, paesaggisticamente parlando, il sito di Galesano ed il Limitone dei Greci rappresentano un prezioso connubio tra Paesaggio e Storia; la conformazione del luogo, così favorevole all’insediamento umano, ha dato luogo alla storia stessa dell’uomo, al suo progresso, in una felice osmosi. Per questo si ritiene che questo luogo sia una inestimabile testimonianza del rapporto dell’uomo con la Natura, ed è per questo di fondamentale importanza non distruggere questo miracoloso equilibrio.

DINIEGO DELLA REGIONE DEL 3 GIUGNO 2021.

Infine occorre rammentare che recentemente la Regione Puglia, tramite l’Autorità Competente per l’Autorizzazione Unica e l’Autorità competente per l’accertamento di Compatibilità Paesaggistica- Sezione tutela e Valorizzazione del Paesaggio, ha bocciato un impianto fotovoltaico previsto nell’agro si San Pancrazio Salentino, diniego pubblicato sul Bollettino Regionale del 3 giugno scorso.

Entrando nel merito del discorso, le due Autorità hanno affermato: “ ...si ritiene che il progetto determini una diminuzione della qualità paesaggistica complessiva dei luoghi, comporti pregiudizio alla conservazione dei valori paesaggistici e risulti in contrasto con gli obiettivi di qualità di cui alla sezione C2 della scheda d’ambito “il Tavoliere Salentino”.

Se queste considerazioni sono valide riferite al Tavoliere Salentino, a maggior ragione esse valgono per un sito che presenta una porzione di territorio dove l’orografia del terreno si fa interessante ed imprevista perchè punto di passaggio dall’altopiano delle Murge alla piana salentina, creando un habitat unico e raro nel suo genere.

Si spera per questo che l’Autorità competente RIGETTI la proposta di Impianto eolico della Greenpower Renewable, in quanto altamente invasivo, visivamente e fisicamente, rispetto alla conformazione orografica, storica e paesaggistica della contrada di Galesano.

Carlo Ferraro

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