Movimento Libero & Progressista “Sulla spazzatura”
Liberamente tratto dal Consiglio Comunale
“Caro consigliere Molfetta, noi due siamo agli antipodi – tu il Polo Nord e io Polo Sud” diceva più o meno il sindaco il 31Dicembre 2020 in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione. “E’ cambiato tutto e lei non se ne è accorto, dove c’era il buio ora c’è la luce! Prendiamo per esempio la spazzatura. Noi abbiamo messo in sicurezza un sistema che era ormai al collasso: la ditta appaltatrice voleva scappar via da Mesagne, il personale si ammalava ad ogni piè sospinto come in una epidemia di peste bubbonica, le gare andavano deserte tanto era stitico il capitolato predisposto sotto l’egida di un sindaco triste e sparagnino. Noi abbiamo commissionato un capitolato rivoluzionario ad una super-esperto (lautamente pagato), abbiamo messo 3-400.000 euro in più sul tavolo e sono arrivate ben 5 aziende a contendersi il piatto ricco- mi ci ficco. Il servizio ora viaggia in mani sicure, è notevolmente migliorato nella dotazione organica e strumentale, nei servizi offerti e la città è più pulita. Per completare l’opera non ci resta che fare un mega impianto di compostaggio e siamo apposto”.
A sei mesi di distanza a noi pare che il groviglio si fa sempre più intrigato.
LA SUPERGARA
Il 18 giugno 2020 il Comune emette il decreto di aggiudicazione della gara a favore della Tekra, che supera per un pugno di decimali la seconda classificata: la Teknoservice che naturalmente non ci sta ed impugna il provvedimento davanti al TAR. La ricorrente sostiene che la vincitrice andava esclusa dalla gara per omessa dichiarazione ( falsa applicazione dell’art. 80 D.lg 50/2016 Codice dei Contratti ) non avendo menzionato le estromissioni subite in due precedenti gare.
Il 13 Luglio 2020 il TAR Puglia, sezione di Lecce respinge il ricorso asserendo che l’omessa dichiarazione non avesse rilievo ai fini del giudizio sulla gara in corso e giustificava la stazione appaltante la quale non poteva conoscere una circostanza non denunciata in atti e non segnalata all’Autorità Anticorruzione (ANAC).
La Teknoservice insiste e il 16 Settembre impugna il provvedimento davanti al Consiglio di Stato. Ciononostante alcuni giorni dopo, il 29 settembre 2020, il Comune di Mesagne affida, sotto riserva di legge, il servizio di raccolta, spazzamento e trasporto dei R.S.U. alla Ketra.
Con sentenza n°2129, pubblicata il 12 Marzo 2021 il Consiglio di Stato sovverte il giudizio del TAR e revoca l’assegnazione dell’appalto alla Tekra per violazione del su citato art. 80 Codice degli Appalti, ritenendo che la mancata segnalazione delle precedenti estromissioni avrebbe in qualche modo pregiudicato il giudizio sulla sua correttezza ed affidabilità . In via gradata rileva un difetto di istruttoria poiché la stazione appaltante aveva comunque l’obbligo di accertare le condizioni di ammissibilità della Tekra a prescindere da quanto dichiarato; per questo condanna in solido il Comune di Mesagne a compensare le spese legali.
La vicenda viene derubricata come una ordinaria contesa giudiziaria a carattere privatistico in cui il Comune fa da spettatore innocente.
NON E’ COSI’.
Il comune si è costituito come parte attiva nel contenzioso sostenendo le ragioni della Tekra e rigettando le osservazioni della ricorrente, quando avrebbe potuto e dovuto sospendere l’assegnazione in autotutela e chiedere un supplemento istruttorio per verificare la veridicità delle osservazioni poste dal ricorrente.
Ora che succede? Siamo certi che la Teknoservice che ha perso sei mesi di servizio non ci chiami ai danni? Il servizio è passato di mano in mano alle stesse condizioni economiche? Sono in campo le migliorie tecnologiche, gli investimenti preventivati ed i servizi preannunciati? Già perché al di la di qualche auto- compattatore e di qualche spazzatrice non è che si vedono questi lampi di tuono annunciati. Secondo me la spazzatura continua a raccogliersi come prima e la città in alcuni punti è sporca e puzza come coloro che si spruzzano il deodorante senza essersi lavati, come i fiori che nel Centro Storico indorano il piscio dei gatti, il vomito e i cocci delle bottiglie di birra rotte.
LA TIRITERA DELLA TARI
Il Dlg 41/2021 “decreto riaperture” emesso dal governo nel ventre della pandemia, autorizzava i Comuni ad approvare i regolamenti ed i piani tariffari della TARI entro il 30 giugno (poi prorogato al 31 luglio). Stessa facoltà era stata già concessa nel 2020 tanto che noi approvammo il piano tariffario della TARI 2020 il 28 Luglio (delibera di Consiglio C.le n°28). Nell’occasione furono applicate, per disposizione ministeriale, le aliquote del 2019 con l’impegno per i Comuni di valutare a consuntivo gli eventuali maggiori costi del servizio che sarebbero stati spalmati a conguaglio sulla platea dei contribuenti con un piano di rateizzazione agevolato in tre anni.
A queste incombenze normative si sono via, via aggiunte altre complicazioni straordinarie che hanno rivoluzionato il percorso di formazione della TARI.
- L’ARERA (Agenzia Nazionale per l’Energia) da Novembre impone ai Comuni un nuovo metodo di calcolo per la redazione del Piano Economico Finanziario e del Piano Tariffario della TARI al fine di ottimizzare ed uniformare i costi del servizio e scongiurare gli eccessi speculativi del mercato e le infiltrazioni nel sistema delle ecomafie.
- Il Nuovo Regolamento TARI, imposto da una direttiva europea, cambia la definizione e la classificazione dei rifiuti riducendo tutta la munnezza a due sole categorie: i rifiuti urbani ed i rifiuti speciali . Una rivoluzione copernicana che consegna alle aziende produttrici di rifiuti speciali la facoltà di seguire percorsi autonomi di raccolta e smaltimento e di essere esonerati dal pagamento della TARI, con la conseguenza inevitabile che vi potrebbe essere una corposa riduzione delle entrate tributarie.
Nonostante fossero già state emanate gran parte di queste disposizioni, nonostante sul tema stesse cambiando il mondo, l’Amministrazione Comunale, per centrare l’obiettivo di approvare il bilancio di previsione entro la fine dell’anno, il 30 dicembre 2020 porta in Consiglio un PEF elaborato in proprio dagli uffici secondo il vecchio ordinamento. Questo elaborato computava il costo complessivo del servizio in circa 6,2 milioni di euro. Doveva trattarsi evidentemente di un esercizio di prova perché sei mesi più tardi è tutto da rifare. A Giugno finalmente arriva il PEF validato e corretto dall’ARERA per il tramite dell’agenzia regionale dei rifiuti (AGER) che tara il costo del servizio in 4.7 milioni di euro.
Come è possibile che per lo stesso piano industriale, gli stessi costi fissi, per la stessa previsione di volumi e costi di smaltimento si sia determinata una differenza di 1,5 milioni di euro?Dove è l’errore? E se fosse buona la prima? Se si dovesse realizzare a consuntivo quanto previsto il 30 dicembre chi ci metterà la differenza?
Quisquigle!! Il governo sostiene che va tutto bene, che non c’è stato nessun errore, e che il PEF su cui articoleranno le tariffe TARI 2021 è in ribasso rispetto al passato.
Alziamo al cielo inni di lode e gloria perché pagheremo meno per un servizio migliore. Lasciamoci sorprendere da questa ondata di ottimismo e lasciamo perdere questo sfrucugliamento tedioso sui numeri. A consuntivo si vedrà. Se si riuscisse nel miracolo di migliorare il servizio, aumentare le risorse umane e strumentali, gli investimenti attivi con una parallela riduzione dei costi allora vorrà dire che il nostro sindaco può davvero moltiplicare i pani ed i pesci, che io sono un fariseo e che tutti cammineremo sulle acque.
Buona estate…..e controllate le bollette!!!!
Pompeo Molfetta
Movimento Libero e Progressista