Emiliano, Zullo (FdI): “la gestione del potere per il potere sta mettendo a rischio le istituzioni democratiche. I partiti non possono far finta di non vedere” Dichiarazione del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo.

Prendiamo atto di alcune dchiarazioni diramate tramite comunicati stampa. Noi, al soldo della correttezza, diffondiamo i comunicati anche se molte volte non siamo d'accordo sul metodo di diffusione di alcuni contenuti.

 

“Il vero pericolo della Puglia è l’ambiguità di Emiliano e la sua gestione del potere per il potere. I partiti non possono continuare a girare la faccia da altro lato. Se l’ex presidente del Consiglio comunale di Foggia, Iaccarino, mente con i giudici lo verificheranno gli stessi che lo hanno messo sotto inchiesta. Ma quando il presidente Emiliano smentisce l’imputato (Iaccarino si è dichiarato ‘suo uomo a Foggia’, ndr) sostenendo di non avere bisogno di intermediari per parlare con i sindaci, lascia in sospeso un grande interrogativo: quindi parlava direttamente con l’ex sindaco Landella? Il problema non sta nel parlare con Iaccarino o con Landella, il problema sta, appunto, nell’ambiguità di Emiliano e della gestione del potere fine a se stesso. Ambiguità e gestione del potere che diventano tirannia!

Perché, a Foggia come a Barletta, ma come a Nardò o come chissà quante realtà comunali pugliesi, Emiliano si insinua e destruttura il tessuto ideologico-politico-culturale e sociale, pur di acquisire consenso, funzionale al mantenimento di poltrona e potere. Emiliano, infatti, come presidente della Regione utilizza il ruolo non tanto per risolvere i problemi della Puglia quanto per spostare non solo politici da una parte all’altra - la moltiplicazione delle poltrone negli enti e nelle agenzie è sotto gli occhi di tutti - ma intere Amministrazioni comunali, grandi o piccole che siano, di capoluoghi di provincia, come pure di piccole realtà. Del resto, è difficile per un sindaco e la sua Giunta non rimanere lusingati dall’attenzione di Emiliano, anche attraverso alcuni suoi assessori o direttori di agenzia (AGER e ARPAL in testa), se ti mettono nelle condizioni di conoscere prima degli altri sindaci quali bandi stanno per uscire o quali provvedimenti saranno presi a favore dei Comuni.

La ‘fuga di notizie’ permette di preparare subito progetti da presentare immediatamente dopo la pubblicazione del bando… gli altri sindaci hanno poco tempo per organizzarsi e quindi restano fuori.

Il gioco è facile ed è sotto gli occhi di tutti, ma è la negazione dell’imparzialità della P.A. e del bene comune. Per cui è facile, poi, dire che Pippi Mellone è un bravo amministratore e fa tanto per la sua comunità. Lo sarebbero anche altri sindaci se fossero messi nelle condizioni di Mellone, ovvero avere tante risorse dalla Regione grazie a Emiliano.

Ecco perché, nonostante la veemente smentita, non ci ha meravigliato più di tanto leggere oggi le dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio comunale di Foggia, Iaccarino: sono tanti gli amministratori che possono dichiararsi ‘uomini di Emiliano’ non certo perché sposano un progetto politico, ma perché entrano in quel cerchio magico che ti consente di partecipare a quella gestione di potere. Del resto, in cambio Emiliano chiede solo consensi, per lui e per le sue liste civiche, regionali o comunali che siano. Per questo Emiliano anche lunedì prossimo potrà tranquillamente sostenere di aver vinto i ballottaggi, perché comunque vada a finire lui sta con la sinistra, ma anche con la destra, ma anche con il centro.

Un comportamento illegittimo sul piano democratico e sicuramente inopportuno sul piano politico, perché in Puglia, ormai, la ricerca democratica del consenso, conquistato con le ideologie e i progetti, non esiste più. Emiliano ha inquinato quei pozzi, ha tracimato il consenso facendolo diventare una sorta di affiliazione: se stai come me hai un futuro (politico, amministrativo, sociale, culturale…) se stai contro di me, non conti nulla. Questa ‘dittatura’ che in Puglia viviamo da sei anni non ha nessuna matrice politica, ma una più subdola e pericolosa, che in un tempo di crisi attira molto di più: il potere e la gestione dello stesso che sfocia nella questione morale di Enrico Berlinguer.

E quando si arriva a questo punto si entra nella tirannia!”.

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