Spigolando per la città (Din Tin Stin)
Il 2021 si chiude col botto: l’opposizione abbandona l’aula consiliare come protesta per i tempi ristretti imposti dalla Giunta nell’esame del Bilancio
e perché non ha avuto il tempo di approfondirne l’analisi. Il sindaco non gradisce l’onta del gesto, prima si infuria e bacchetta tutti, poi per rilassarsi si dedica al suo sport preferito: il “tiro al molfetta”, addebitando all’amministrazione precedente di tutto e di più, compreso il famoso presunto dissesto finanziario. Ma non c’era anche lui nella precedente Amministrazione? Dormiva o si allontanava dalla giunta quando c’era qualcosa di “compromettente” da deliberare? A Mesagne si dice: “ma tinìa la petra n’pota”?
Il 2022 si apre con la tempesta perfetta delle cartelle esattoriali sulla Tari: le cartelle dei 5 anni passati caricate di mora e di metri quadri in più e, in una folle corsa a fare cassa, da pagare tutte insieme. Fino ad ora sono stati colpiti quelli che hanno pagato sempre; degli evasori totali, di cui da due anni si preannuncia la cattura, nessuna notizia. Quindi tutto il peso grava su chi ha pagato sempre. Chissà se dopo questa tosatura i mesagnesi avranno ancora voglia di gioire del sogno di capitale culturale, delle lucine di Natale, dei ciclamini sparsi con abbondanza, delle perline date al popolo.
Finalmente si avvia a soluzione il problema dei parcheggi a Mesagne: il Comune sta per acquistare il terreno adiacente al Macello per destinarlo a parcheggi. Mentre le aree destinate a parcheggio indicate dal PRG e bloccate ormai da 15 anni, nella zona dove solitamente si mettono le giostre per la festa del Carmine, vengono accuratamente escluse.
Finalmente sono state accese le luci alla Porta Grande; si è scoperto un antico graffito disegnato chissà quanto tempo fa. È fatto di segni per lo più incomprensibili ai comuni mortali. Si aspetta una delegazione di archeologi per poter spiegare quegli strani segni tracciati sul terreno.
Mesagne diventa sempre più frequentata da turisti del nord; i progettisti di Parco Potì tremano e sperano che non arrivino mai turisti milanesi, perché di certo sarebbero tentati di fare un confronto con il parco di Milano City e verificarne le convergenze!.
In via Gobetti cadono le foglie e nessuno le raccoglie. Perdura la diatriba tra il comune e gli abitanti della via che vedono le loro case allagate ogni volta che piove e le foglie intasano le fogne bianche. Gli abitanti hanno pagato al Comune tutto quel che c’era da pagare, quindi per loro la via è comunale e la manutenzione della strada è di sua competenza. L’ufficio tecnico comunale afferma che la manutenzione non è di sua competenza perché per metà è strada privata non censita nemmeno sullo stradario cittadino. Eppure è stato lo stesso ufficio tecnico, nelle passate amministrazioni, a piantare quegli alberi, anche nella metà privatam così generosi nello spargere foglie, ghiande e polline. Quando si dice: oltre al danno la beffa...
La frase più incredibile dell’anno appena trascorso è stata pronunciata nell’ultimo consiglio comunale: “non ho tempo da perdere con la stampa”! Non indovinerete mai chi l’ha pronunciata.
(la frase pronunciata non era proprio questa, ma quanto al concetto, stiamo lì) n.d.r.
Din Tin Stin