Fabiano Amati sulla scelta di Palese da parte di Emiliano
La scelta di Palese non va bene per motivi tecnici, cioè proprio la qualità che in queste ore gli si attribuisce come vanto.
Egli è stato il protagonista di diversi e clamorosi errori tecnici e politici nella più recente storia amministrativa della Puglia.
Cito i più rilevanti: il riordino ospedaliero del 2002 e l’insensata distinzione tra ospedali con branche mediche e ospedali con branche chirurgiche senza aprire o allestire nemmeno un ospedale di comunità o un presidio territoriale di assistenza; la mancata programmazione di nuovi ospedali di I e II livello per colmare le clamorose carenze assistenziali; la mancata applicazione di una legge del 1992, addirittura, per combattere le liste d’attesa, evitando, per assecondare un piccolo gruppo di medici, di allineare i tempi da record delle prestazioni a pagamento con i tempi da vergogna dell’attività istituzionale; il sabotaggio “suggerito” al governo nazionale in carica nel 2010 per evitare l’approvazione di un provvedimento statale che avrebbe sbloccato 500 milioni nell’ambito del Piano di rientro pugliese e con riferimento a un deficit che lo stesso Palese aveva contribuito a determinare; l’ostilità sulle internalizzazioni in sanità per superare il precariato; il disastroso bond di 165 milioni della Regione; il bond Acquedotto pugliese di 250 milioni; la contrarietà alla proposta di legge sulla ripubblicizzazione di Acquedotto Pugliese.
Vi paiono queste scelte dettate da competenza tecnica?
Inoltre. Accusò nella campagna elettorale del 2010 Vendola e noi tutti, di malaffare, ruberie e corruzione sui fondi della sanità. Che razza di tecnico è una persona che accusa altre persone di fatti tecnicamente inesistenti? Si dirà: ma quelle erano parole al vento dettate dalla contrapposizione politica e per prendere voti. Ma in quale manuale di tecnica o politica è scritto che si possono lanciare parole al vento per mera contrapposizione o si può calpestare la dignità delle persone per prendere voti?
Su questo punto mi stupisco che Nichi Vendola e il suo partito non abbiano ancora detto una parola, magari decidendo di ritirare il proprio assessore.
Per questi motivi sto chiedendo al Partito Democratico, il mio partito, di decidere il ritiro della nostra delegazione in Giunta e a valutare di volta in volta i provvedimenti d’approvare.
C’è bisogno di chiarezza, senza giri di parole; solo così si potrà ottenere che il governo della Puglia diventi veramente più tecnico e quindi più lineare e attivo.
Nella foto, perle “tecniche” tratte da un’intervista a Quotidiano del 15 aprile 2018: “Vendola è meglio di Emiliano”, “Emiliano è un solista senza coro”, “mi sarebbe piaciuta la privatizzazione di Aqp” e, infine, “non m’interessano candidature di nessun tipo, giuro”.
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