Il sindaco non partecipa all'incontro sulla Tari (di Giuseppe Florio).

«Dolenti declinare», ma come dar torto al buon sindaco Scoditti, perché mai avrebbe dovuto partecipare all'iniziativa sulla TARI organizzata nell'auditorium del castello dalle forze di opposizione del centrodestra? Per essere fatto a fettine da una folla di inferociti contribuenti? Per essere issato ed infilzato da una bandiera di Forza Italia?

Finalmente i cittadini hanno deciso di mobilitarsi, anziché piangere, lamentarsi, inveire, bestemmiare ed augurare ogni sorta di incurabile malattia al primo cittadino ed all'assessore al Bilancio Carlo Caforio, fenomeno di arrabbiatura di massa facilmente rilevabile nei luoghi fisici e virtuali della città. Riempita la sala di persone in cerca di adeguate spiegazioni per le cartelle di pagamento dal saldo maggiorato (e qualche volta raddoppiato) rispetto agli scorsi anni, i leader del centrodestra hanno avuto gioco facile nel cavalcare la tigre: non si scherza con i sentimenti e cioè con i soldi, specialmente quando ce ne sono sempre di meno.

 

Intervengono Antonio Calabrese, Carmine Dimastrodonato e Massimo Carluccio, ricercata la forzaitaliota Sabrina Didonfrancesco, adorata titolare di un patronato e quindi a quotidiano contatto con i problemi della gente, ma il protagonista vero della serata è Franco Scoditti: perché, invitato, anzi: adescato nella trappola, ha preferito restare a casa. Così viene data lettura della comunicazione che nel primo pomeriggio ha destinato ai capigruppo consiliari della minoranza.

«Carissimi capigruppo», esordisce con invidiabile aplomb Scoditti, «ho molto riflettuto su come rispondere al vostro invito a partecipare. Da un lato sento il dovere di informare e confrontarmi, dall'altro avverto la preoccupazione che un tema così delicato possa facilmente, anche oltre le nostre volontà, degenerare in una bagarre rivendicativa alla ricerca di capri espiatori».

Quindi il sindaco promette di spiegare meglio ai cittadini e di provvedere, in tempi brevi, ad una sorta di revisione dei conti: «Farò predisporre un dettagliato foglio di comunicazione da spedire a casa dei cittadini contribuenti, per una lettura pacata delle problematiche provocate dalla TARI e dall'applicazione che ne ha voluto fare il Comune di Mesagne, assumendomene con il consiglio comunale la responsabilità del regolamento varato, certo come sono della piena legittimità delle scelte operate. La consapevolezza che non abbiamo violato la legge nell'applicazione di questa nuova modalità di calcolo del tributo legato alla raccolta dei rifiuti non ci esime dal dovere comune di individuare nuove strade, normativamente percorribili, per alleggerire in modo equo il peso sui soggetti gravati oltre misura. Ad ogni buon conto, l'Amministrazione Comunale si è impegnata a disciplinare, entro il mese di gennaio 2015, eventuali diverse applicazioni tariffarie compatibili con la normativa vigente e comunque inevitabilmente alla luce delle criticità emerse in questa prima applicazione della tariffa».

A fine serata, Calabrese non rinuncia a dare una lezione a Scoditti: «Il confronto è il sale di una democrazia, ma non certo per i nostri amministratori che hanno disertato l'assemblea. L'incontro era stato dapprima fissato per il primo ottobre e poi appositamente spostato perché il sindaco aveva manifestato, in un primo momento, la volontà di partecipare. Se pur rispettiamo la sua decisione, non la condividiamo sopratutto per le motivazioni da lui addotte: non si è fidato dei suoi concittadini.
Possiamo però rassicurarlo che, nonostante l'amarezza espressa dai tanti mesagnesi intervenuti per la mancata presenza degli amministratori, tutto si è svolto regolarmente».

Giuseppe Florio

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