In ordine sparso dopo il Consiglio Comunale (di Giuseppe Florio).
Non è il pianoforte della fine del Titanic la colonna sonora di questo scorcio di consiliatura, non è la melodia languida che prelude al disastro: ma è il «rompete le righe», è l'urlo della battaglia finale, lo sparpagliarsi prima dell'esito. Ultima seduta del consiglio comunale, l'argomento cruciale è la destinazione di Masseria Belloluogo, archiviata tra i beni da valorizzare (e cioè abbandonata nel dimenticatoio di molte amministrazioni comunali), finché l'assessore in carica Gianfrancesco Castrignanò – con il placet dei partiti della maggioranza – non si assume la responsabilità di una decisione in senso contrario: il bene dovrà essere alienato.
Apriti cielo!, si levano le proteste di ProgettiAmo Mesagne, che presenta un emendamento ed ipotizza la dismissione per coprire un inventato buco di bilancio, si urtica una pattuglia di appassionati (fasulli o autentici) della società cosiddetta civile che inveisce sui social network. Il consiglio comunale prende una piega nuova, interviene il sindaco Scoditti per accogliere l'emendamento dell'opposizione e quindi rimangiarsi la decisione, spiegando che alcuni consiglieri comunali hanno manifestato il proprio disaccordo, parla il democratico Damiano Franco e difende la storia ed il futuro di Belloluogo, SEL è irritata dal cambio repentino (e senza preavviso) di rotta e, in dissenso, si astiene dal voto, così come fa il consigliere centrista Omar Ture.
La frittata è fatta, ed è ancora più speziata se si considera che il deputato Toni Matarrelli aveva per tempo espresso la sua contrarietà all'alienazione della masseria. Proprio il parlamentare rincara la dose all'indomani, utilizzando il proprio profilo Facebook e destinando pesanti bordate a Scoditti, a Franco e, già che ci sta, all'ex assessore sellino alla Cultura Maria De Guido: «Attraverso il resoconto dell'ultimo consiglio comunale della mia città apprendo del pasticcio montato attorno alle sorti di Masseria Belloluogo. L'amministrazione aveva deciso di alienare quel bene con una scelta un po' singolare, visto che arrivava a ridosso della conclusione della consiliatura.
Poi, il sindaco ha annunciato di aver cambiato idea. A ruota il consigliere comunale più anziano, presidente del GAL da 17 anni, comunica l'ipotesi di un interessamento dello stesso GAL, per un progetto che valorizzi la masseria. Così, dopo che per 20 lunghi anni Belloluogo era stato dimenticato dalle amministrazioni succedutesi (mi assumo la mia parte di responsabilità), dal presidente del GAL, anche - ahimè - da nostri assessori (ex assessore) distratti rispetto a certe tematiche, ieri pomeriggio un sindaco abulico in scadenza di mandato ed un longevo consigliere comunale già sindaco scoprono di voler investire su Belloluogo. Ora, serietà impone che si sospenda questa sceneggiata. Si prende atto che l'assise comunale ha deciso di non alienare più quella struttura: e questa potrebbe essere una buona notizia. Lo sarà certamente se la prossima amministrazione e il prossimo presidente del Gal (dopo 17 anni credo possa considerarsi necessario un turnover) si dimostreranno più motivati, appassionati e capaci di reperire risorse esterne al misero bilancio comunale».
A stretto giro di posta replica, senza farlo esplicitamente, la De Guido, ancora una volta su Facebook: «Ho deciso, da tempo, di non reagire agli attacchi fini a se stessi. Non mi interessano le provocazioni né le cattiverie spese da qualcuno a danno di altri - nel tentativo a tratti disperato di rivalutare se stessi, alla luce di comportamenti che invece dicono altro - tra impegno, presenza e utilità che sono mancati a difesa delle cose che si dice di amare, come la propria città». Quanto potrà durare ancora questo intollerabile stillicidio?
Giuseppe Florio