Il Pd la mette sul piano della politica (di Giuseppe Florio).

La prima buona notizia è che il Partito Democratico ha infine partorito il tanto atteso documento politico: elaborato per tempo dall'avveduto segretario cittadino Francesco Rogoli, ha poi dovuto passare le forche caudine del giudizio dei membri della segreteria, dei consiglieri comunali, degli assessori, del sindaco, dei vecchi maggiorenti. Lode alla pazienza di Rogoli.

La seconda buona notizia è che il PD prova a spostarla sul piano della politica, recupera la palla finita in tribuna con l'autocandidatura di Pompeo Molfetta e la ferma a centrocampo, invitandolo a giocare la partita.

La terza ed ultima buona notizia (e sono già troppe, chissà quanto tempo ancora ci vorrà per maturarne di nuove) è che la dirigenza democratica si impone i toni ed i contenuti della ragionevolezza, di fatto distendendo un clima troppo teso per essere ancora a molti mesi dalla competizione elettorale amministrativa.

 

Certamente il giro di boa sarà rappresentato dalle primarie regionali, solo in superficie un confronto tra Emiliano e Stefano, in realtà un duello ultimativo tra il PD ed il deputato Toni Matarrelli: la conta sarà determinante per stabilire le sorti del centrosinistra e le stesse candidature a sindaco.
Nella nota diramata alla stampa i democratici locali chiedono «un processo di rinnovamento, imprescindibile nella costruzione del centrosinistra». «E’ il centrosinistra», spiegano, «lo spazio politico che il PD vuole riorganizzare, rinnovare, allargare e proporre a forza di governo, dopo averne visto il tramonto contestualmente all’esperienza amministrativa che volge al termine. E non è sufficiente dire che questo sia avvenuto per l’inadeguatezza degli uomini o delle loro azioni ma ciò che è giunto a consunzione sono le sfide sulle quali il centrosinistra aveva fondato la sua esperienza di governo, sfide ancora attuali ed in piedi quali la battaglia per la legalità, il grande tema della cultura, il ruolo che queste due questioni hanno avuto nell’idea di sviluppo che la città ha conosciuto».
L'idea messa in campo è «la riorganizzazione del centrosinistra non come un cartello elettorale ma come un movimento reale che attraverso gli spazi e i momenti di partecipazione (nei partiti, nell’associazionismo attivo, nei movimenti civici) sia protagonista dei processi di cambiamento».

A tal fine, il centrosinistra dovrà tornare ad essere «uno spazio in cui uomini, donne, giovani, precari, disoccupati, studenti, imprenditori, si possano riconoscere, uno strumento di soluzione collettiva dei problemi per chi strumenti ne ha meno di altri. Occorrerà chiamare a raccolta ed impegnare le intelligenze che rappresentano un patrimonio di creatività dal valore inestimabile».

A Pompeo Molfetta è riservata la considerazione conclusiva, non un'apertura delle ostilità ma un invito al dialogo: «Le scelte e i percorsi non possono essere il frutto di una discussione tra gli eletti, bisogna rompere il muro dell’indifferenza che si è alzato tra la politica e la città. Per questo, pur avendo rispetto per la scelta di chi, nell’ambito dell’attuale maggioranza di governo, ha inteso autocandidarsi alla carica di Sindaco, il PD offrirà al centrosinistra e alla città tutta il metodo delle primarie aperte come percorso di selezione di chi il centrosinistra dovrà guidare. Nei prossimi giorni apriremo un confronto, attraverso una serie di incontri per iniziare a costruire questo percorso con chi, per condivisione di idee e di valori, ritiene di poterci stare, come nella migliore tradizione del centrosinistra, senza preclusioni di sorta, ma sapendo che non è un campo indistinto quello che vogliamo costruire».

Giuseppe Florio

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