I pittelliani di Labdem in dissenso con il Pd (di Giuseppe Florio).

LabDem non ci sta o, meglio, non ci sta del tutto. Il documento politico diramato alla stampa e rivolto alla città dal locale Partito Democratico, infatti, non accontenta tutte le anime del partito. Gli esponenti dell'area che si ispira all'eurodeputato e capogruppo del PSE Gianni Pittella intervengono a 24 ore dalla pubblicazione di quel documento per puntualizzare, non senza garbati accenti polemici, alcune uestioni.

E' Annamaria Scalera, già segretario dei DS e consigliere comunale, oggi membro della direzione regionale democratica e responsabile provinciale di LabDem, a dissentire in prima persona. Il piglio è quello, ragionevole, di chi, pur anagraficamente giovane, ha consumato una lunga e coerente militanza nelle fila del partito. La Scalera è una delle figure spendibili nell'eventualità in cui si dovranno consumare le primarie interne al centrosinistra: perché donna (ma non ottusamente femminista), tenace ma incline al dialogo, competente ed appassionata. Per lei la sfida che si affronterà nelle prossime settimane è cruciale. Così spiega: «In politica, me lo hanno insegnato proprio alcuni dei maggiorenti del PD mesagnese, è più importante quello che non si dice che quello che si dice.

 

Per questo, LabDem, area riformista del partito, aveva chiesto, attraverso i propri rappresentanti in segreteria, di integrare il documento politico con un riferimento allo straordinario lavoro che sta facendo Renzi e al fatto che il PD locale sarà protagonista ed impegnato a sostenere i suoi due candidati, Emiliano e Minervini, alle primarie regionali del centrosinistra. Tenevamo soprattutto a quest'ultima affermazione, per evitare che qualcuno pensasse che davvero le primarie regionali a Mesagne possano diventare una conta tra il PD e l'onorevole Matarrelli».
Annamaria Scalera ha da lungo tempo manifestato un argomentato dissenso sulla qualità dell'azione ammnistrativa della giunta capitanata dal sindaco Scoditti e prefigura uno scenario all'insegna della rottamazione: «Quale Pd ci chiediamo? LabDem, così come “Mesagne cambia verso”, hanno chiarito da tempo di sostenere Michele Emiliano, perché riteniamo che alla Regione, così come al Comune di Mesagne, sia necessario compiere un'analisi seria e approfondita del governo e dare una sterzata, sia in termini di proposta politico-progettuale che di uomini e donne che devono rappresentarla. Per tale ragione, non solo condividiamo il percorso locale indicato dal PD, ma lo abbiamo indirizzato già da prima delle elezioni europee. Pensiamo che sia giunta l'ora di chiudere una pagina politico-amministrativa a Mesagne.

Bisogna fare un'analisi impietosa degli ultimi 8/9 anni di governo della città, un'analisi che riguarda l' azione del centrosinistra come quella del centrodestra ed elaborare un progetto nuovo, che profumi di futuro, fare scelte amministrative troppo a lungo rimandate e costruire un nuovo centrosinistra. Sapendo però che non esiste centrosinistra senza il PD. Il PD è un partito della sinistra europea e non può non guardare anche alle forze moderate, alle associazioni, ai movimenti civici. Fatto questo, potremo individuare, ci auguriamo con il metodo delle primarie, il candidato o la candidata ideale per rappresentare il nuovo progetto.
LabDem pensa che sia giunta l'ora di lasciare il campo una classe dirigente coraggiosa e connessa con la realtà del 2014 e non con quella di venti anni fa».
Per concludere, un avvertimento a coloro che legano le primarie regionali al futuro del centrosinistra: «Sia chiaro che l'esito delle elezioni primarie regionali non influenzerà il percorso e le scelte, come tra l' altro ha ribadito Michele Emiliano durante la nostra iniziativa di qualche sabato fa. È arrivato il tempo della chiarezza, della coerenza e del coraggio. Per Mesagne».

Giuseppe Florio

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