“Brindisi, dirimente per gli schieramenti la questione ambiente” di Francesco Rogoli.
Se c’è una questione che in questa campagna elettorale segnerà un netto discrimine tra il campo progressista e la destra,
questa questione è certamente quella ambientale. E se cosi è dobbiamo maturare la consapevolezza che siamo chiamati ad un impegno in un territorio, la Provincia di Brindisi, dal quale passa un pezzo non trascurabile della indipendenza energetica nazionale e dove si deve concretizzare una transizione energetica ed una conversione ecologica del sistema produttivo senza che ciò acuisca i problemi che derivano dall’altra grande questione aperta e meritevole di soluzioni all’altezza della situazione: quella sociale. In questo quadro, se Brindisi ha bisogno di attenzioni, di risorse, di rappresentanti a autorevoli a tutti i livelli istituzionali, ancor più vero è che siamo in un passaggio della Storia in cui è l’Italia ad aver bisogno di Brindisi, considerato che qui insistono tutte le contraddizioni di un modello di sviluppo oramai superato, ma vi sono allo stesso tempo tutte le condizioni ambientali e infrastrutturali per attribuire a questa realtà un ruolo ineludibile sul fronte dell’industria dell’energia, sul fronte dei collegamenti marittimi ed aerei, sul fronte della solidarietà politica e nazionale. Non difetta certo per chiarezza la linea che Enrico Letta sta provando ad affermare in tema di ambiente, e conseguenti sono stati gli orientamenti ed i voti espressi dai gruppi parlamentari europeo e nazionale del PD nelle scorse settimane; cosi come non vi è dubbio che milioni di giovani ritengono ormai non più rinviabile porsi il tema di come dare un futuro al nostro pianeta e in tantissimi si sono riuniti a Torino per riflettere sul seguito dell’esperienza dei Fridays For Future. A preoccupare invece, e non poco, sono le parole d’ordine con cui la destra ha avviato questa campagna elettorale, ponendo tra i suoi principali obiettivi quello di affossare il Green Deal europeo, cioè quel programma di iniziative che avvia l’Europa verso una transizione verde con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Dovesse prevalere questa destra retriva e alleata del fossile e non, come vorrebbero far credere, a difesa del lavoro, ci troveremmo per la prima volta l’Italia schierata al fianco di governi come quello Polacco e Ungherese ed impegnata ad affossare una strategia di sviluppo compatibile con l’ambiente e con il futuro dell’umanità. Quale sarà il futuro e quali le prospettive di sviluppo anche per Brindisi se prevalessero queste idee di retroguardia? Ecco perché anche qui è necessaria una straordinaria mobilitazione, attraverso l’organizzazione dei volontari promossa da Enrico Letta, a difesa dell’ambiente e del lavoro, affinché il 25 settembre prevalgano nel voto coloro che pensano che più che rinviare al 2040 le norme sul cambiamento climatico sia giusto e necessario finanziarle ora, ottenendo dall’Ue i soldi per consentire la transizione sociale, aiutare i lavoratori e le imprese a trasformarsi o andare in pensione se il loro lavoro termina a causa delle esigenze ambientali, come ha chiarito Letta qualche giorno fa dalle colonne de La Repubblica. Accanto a ciò fondamentali sono le misure per far fronte al caro vita e all’inflazione determinate dall’aumento del costo dell’energia, estendendo misure straordinarie come i bonus alle categorie finora escluse, mettendo un tetto al prezzo del gas, aiutando famiglie e lavoratori ad affrontare il cambiamento e a sostenerne i costi attraverso l’introduzione di un salario minimo affinché nessuno guadagni meno di 9€ l’ora, aiutando i giovani attraverso contratti di lavoro veri, sostegni per la costruzione di una casa e della famiglia, garantendo una mensilità in più in busta paga ai lavoratori che guadagnano fino a 35000€ attraverso il taglio delle tasse sul lavoro. Il presupposto è che il 25 settembre, anche a Brindisi, nelle urne si affermi l’Europa comunitaria, del Next Generation Eu, l’Europa dell’Erasmus e della speranza, non quella che ha in mente la destra italiana, cioè l’Europa di Orban, di Kaczynski, di Vox e di Marine Le Pen.
Francesco Rogoli
Segretario Provinciale del Partito Democratico di Brindisi.
Da La gazzetta del mezzogiorno del 31.07.2022