"Perché no" - di Maria Giovanna Caforio

In questi giorni si susseguono sui giornali locali e sulle pagine dei social, articoli e post

che sicuramente avranno un posto di rilievo nelle raccolte antologiche del genere della fantapolitica. Inizialmente divertita,  ho letto il susseguirsi di rivendicazioni, svelamento di complotti, accuse e soprattutto rivelazioni sulle reali (sic) motivazioni che hanno spinto chi aveva diritto , per scorrimento, a ricoprire il ruolo di consigliere comunale a rinunciare, convinta che sarebbe stato meglio non intervenire, mantenendomi come mio costume lontano dalla volgare caciara che purtroppo è sempre più in uso a Mesagne. Ma alcuni passaggi di ciò che ho letto e soprattutto del consiglio comunale di ieri mi richiamano al dovere di intervenire per dire la mia, da “coprotagonista” del fantascoop del momento. Andiamo con ordine: nell’inverno 2019 aderisco con entusiasmo e voglia di dare il mio contributo al progetto politico del gruppo “Liberi tutti”, che presenta, in occasione delle elezioni del consiglio comunale,  una propria lista, unendosi, in primavera, anche a due candidati esponenti dei Verdi (i due Rogoli, Mimmo e Maria). La lista sostiene con convinzione la candidatura di Rosanna Saracino (pd), insieme ad altri amici. È un’esperienza positiva e costruttiva per me, che non vengo eletta ma continuo a seguire con attenzione le vicende cittadine e a frequentare il gruppo “Movimento libero e progressista” che ha la sua espressione in consiglio nella persona dell’amico Pompeo Molfetta. Inizialmente l’opposizione lavora in maniera coesa, negli ultimi tempi però viene palesemente meno la presenza e l’incisività nell’azione di opposizione dei due consiglieri del PD, come emerso anche dalle parole pronunciate ieri in consiglio comunale. Per questo, nel momento in cui il Movimento ha preso atto e condiviso la posizione e la decisione del consigliere Molfetta di dimettersi, perché ormai venivano meno tutte le condizioni per fare una opposizione seria e costruttiva, è venuto spontaneo a me, e credo ad altri del gruppo,  di seguire gli stessi passi di Pompeo, perché animati dallo stesso disincanto e dal medesimo sconforto per un progetto che naufragava sull’altare dell’ennesima poltrona o, peggio ancora, di un’imposizione dall’alto della dirigenza di un partito. Trovo quindi infondate ed offensive le illazioni di quanti, senza avermi mai chiesto le ragioni della mia rinuncia, elenchino chissà quali strategie messe in campo, che oltretutto si smentiscono da sole, visto che un nostro candidato ha accettato la carica di consigliere e siede ora in consiglio comunale. Sono molto rammaricata da questo triste epilogo, mi dispiace molto soprattutto per la mia città, che ho sempre amato, priva del primo e più importante baluardo della democrazia, l’opposizione appunto, e per la politica in generale, arte nobilissima che ho apprezzato sin da piccola grazie ad esempi e maestri di ben altra levatura che sicuramente, oggi, avrebbero fatto la stessa scelta di Pompeo Molfetta, quella di farsi “parte per se stesso”, in uno scenario così desolante.

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