Un comitato per parco Potì (di Carlo Ferraro)

Nella serata di giovedi’ scorso si e’ svolta  una riunione organizzata da alcuni cittadini presso la sala lettura del parco,

per affrontare il problema dell’attuale stato di abbandono del Parco Poti’. Erano presenti i rappresentanti di varie associazioni cittadine che sentono particolarmente questo problema.

Dei numerosi problemi lamentati dai presenti ne riportiamo i piu’ significativi:

- le precarie condizioni igieniche dovute al  fatto che molti cittadini portano i loro cani nel parco, cosa questa che sarebbe vietata, a fare i loro bisogni senza raccogliere le loro deiezioni; per questo le famiglie disertano il parco, davanti al rischio igienico che correrebbero i loro bambini. Lo stesso imbarazzo e’ vissuto dalle persone diversamente abili, davanti alla prospettiva di dover fare lo slalom tra la sporcizia. Si sono segnalati vari episodi di intolleranza da parte di chi veniva pregato di portare altrove i loro animali di compagnia, evidenziando l’assenza delle Istituzioni nel far rispettare le condizioni d’uso del parco.

- l’assenza di zone d’ombra alberate, al di la’ dei vari gazebo  che necessiterebbero di una adeguata manutenzione; dalla inaugurazione del parco nel 2016, ben 14 alberi sono seccati senza essere stati mai rimpiazzati. Occorrerebbe la piantumazione di alberi con un profondo apparato radicale, quindi allocati previo uno scavo adeguato. 

- le condizioni precarie del tappeto del campetto di calcio, oramai inagibile;

- i diffusori dei giochi d’acqua che sparano i loro getti sulle finestre del locale attualmente adibito a sala lettura, logorandone gli infissi, e rendendo necessaria la continua rimozione del calcare dalle vetrate.

Come architetto ho posto all’attenzione   altri fattori, di carattere generale e particolare, che concorrono alla scarsa frequentabilita’ del parco:

- il disegno stesso del parco, ispirato ad un parco del nord, non e’ certamente adeguato alle esigenze dettate dalle nostre latitudini: in un parco “settentrionale” si cerca, giustamente, la luce del sole, e quindi si preferiscono alberi a basso fusto e cespugli, mentre da noi servirebbero alberi ad alto fusto per creare ombra.  Un parco progettato senza tenere conto del nostro clima e grado di insolazione e’ destinato ad essere alquanto “inospitale”.

- non si puo’ non notare il costante ampliamento delle zone di pertinenza del locale bar, che attualmente con i suoi volumi e spazi in ampliamento blocca la possibilita’ di passeggiare liberamente nel parco; senza contare la superficie pubblica a disposizione dei cittadini in costante diminuzione. Inoltre gli abitanti del circondario lamentano l’inquinamento sonoro prodotto durante le sere d’estate fino a notte fonda.

In estrema sintesi, mancata manutenzione e vigilanza, due fattori che si auto alimentano rendendo il parco inagibile.  

Per tutte queste ragioni urge la costituzione di un comitato di cittadini, che si proponga come partner dell’amministrazione per la gestione del parco.

Al di la’ delle facili polemiche che si potrebbero innescare, si spera che  con l’impegno dei cittadini che abitano nella zona, delle varie associazioni intervenute, e con una maggiore  vigilanza da parte della amministrazione, nonche’ un maggior impegno economico da parte della stessa   nella sua regolare manutenzione, il parco Poti’ potra’ tornare ad essere un prezioso luogo di svago e socializzazione.

Carlo Ferraro

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