Sanità Brindisi, Amati: “Incontro deludente. Tante parole e paura di prendere una posizione. AziendaZero è la risposta. Appello ai sindaci”
BRINDISI – “Deludente. È questo il mio sentimento dopo il confronto sulla sanità brindisina tra sindaci, consiglieri regionali,
parlamentari, assessore alla sanità e manager Asl. Certo, tutti siamo bravi a mettere in evidenza i problemi, magari con voce alta e con fare indignato. Il guaio è, però, quando non si ha il coraggio o la voglia di proporre una soluzione e combattere per ottenerla, nascondendosi dietro convenevoli e parole vaghe. Assumere una posizione significa prendersi anche dei rischi, senza rinviare a data da destinarsi, perché dietro i problemi della sanità c’è la vita e la salute di persone che ne hanno bisogno ora e non chissà quando. AziendaZero è la soluzione, soprattutto in mancanza di proposte alternative concrete, così da centralizzare la gestione del personale e chiudere le unità operative insicure, quelle dove nessuno dovrebbe mai accedere, come per esempio i punti nascita senza UTIN o con un numero di parti inferiore a 500. Mi appello dunque ai sindaci: abbiate coraggio e proponete qualcosa di immediatamente concreto.”
Lo dichiara il Consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati.
“La situazione attualmente più esplosiva nella Asl di Brindisi riguarda gli ospedali, senza nulla togliere – anzi – ai numerosi altri problemi, a cominciare dall’assistenza territoriale.
In provincia di Brindisi abbiamo tre ospedali. Essi sono, in ordine d’importanza clinica, Brindisi, Francavilla Fontana e Ostuni.
In teoria sarebbe da tutelare la piena funzionalità di tutti e tre, ma a fronte di carenze di personale nell’assicurare turni e reperibilità, i manager Asl sono costretti – giustamente – a utilizzare il personale medico per garantire i servizi innanzitutto al Perrino, in quanto DEA di II livello, poi al Camberlingo, in quanto DEA di I livello, e infine a Ostuni, in quanto ospedale di base.
In altre parole, non possiamo permetterci di sguarnire il Perrino o sospendere anche una delle sue unità operative.
E su questo punto, molto concreto, sarebbe opportuno che vi fossero proposte concrete di soluzioni, piuttosto che parole generiche, politichese da casta per tutelare le caste e verbi coniugati al futuro. Né valgono improbabili richieste di piani assunzionali straordinari, perché il problema è proprio la carenza di medici da assumere; l’utilizzo linguistico dell’aggettivo “straordinari”, non produce medici.
Nell’impossibilità di gestire la grave situazione nell’ambito della Asl, la nostra soluzione concreta consiste nell’istituzione dell’AziendaZero: un’unica azienda regionale per gestire su scala regionale il personale sanitario, oltre che centralizzare la realizzazione dei lavori e gli acquisti di beni e servizi.
Tale azienda entrerebbe in funzione all’istante, perché la nostra proposta prevede che nelle more del perfezionamento le funzioni di AziendaZero vengano assunte – su decisione della Giunta regionale – o da uno dei DG Asl attualmente in carica o dall’ARESS.
Non va bene questa proposta? Bene. Si può sapere qual è, però, l’alternativa concreta e immediata?
Non prendere decisioni, tentennare, tergiversare, traccheggiare, genera rischi concreti per la funzionalità – e cito le situazioni più gravi – di chirurgia, UTIN, senologia e radiologia del Perrino, ostetricia e radiologia di Francavilla e l’intera offerta di Ostuni. Si vuole essere gli autori di questo destino inesorabile, se non s’interviene prontamente? Scendiamo ancora un po’ di più nel concreto.
Senza i rimedi esperibili con AziendaZero, al Perrino di Brindisi non ci sarà mai la radiologia interventistica, ossia una branca importantissima per malattie gravissime e tempo-dipendenti. Domande: che razza di DEA di II livello è un ospedale privo delle radiologia interventistica? Senza radiologia interventistica, che senso ha la chirurgia d’emergenza? Se mi penso malato mi vengono i brividi nel vedermi degente al Perrino, in attesa di essere sballottolato tra Taranto e Lecce – nella speranza di essere accettato – per ottenere l’intervento di radiologia interventistica.
Senza i rimedi esperibili con AziendaZero, e qui vengo a qualche esempio sui servizi diagnostici, gli esami di citogenetica – importantissimi per le malattie del sangue – bisogna farli attraverso un protocollo oneroso con altra Asl, nella specie Taranto. La Asl di Brindisi paga a Taranto circa 500mila euro per questo servizio e Taranto sino a ieri aveva bloccato gli accessi al laboratorio. Domande: sembra possibile questo scenario di ping-pong tra Asl della stessa regione, a fronte di un’organizzazione sanitaria predisposta su scala regionale?
Senza i rimedi esperibili con AziendaZero, ostetricia di Francavilla Fontana non aprirà mai più o avrà sempre molteplici problemi. Infatti: in Puglia abbiamo 20 punti nascita pubblici e 5 convenzionati.
Di questi molti non hanno l’UTIN e diversi non raggiungono il numero minimo di parti (500), già di suo ben al di sotto di quanto consigliato dalle linee guida (1000).
Premesso che nessuna delle nostri mogli, compagne e sorelle, dovrebbero partorire in punti nascita privi di UTIN o con attività di parti inferiori a 1000, c’è la necessità di dismettere l’attività dei punti nascita privi di almeno uno dei requisiti di sicurezza, destinando il personale a coprire la funzionalità di unità operative attualmente sospese. Dice nulla Francavilla Fontana? E qui basta questa domanda.
Senza i rimedi esperibili con AziendaZero, ogni Asl farà i suoi concorsi, sottraendo medici alle altre Asl della Regione, così com’è accaduto per ostetricia di Francavilla Fontana. Domande: ma si possono usare i concorsi di reclutamento per ottenere gli effetti di una mobilità? È normale questa continua elusione delle regole, per cui fatta la legge trovato l’inganno?
Tante domande per tanti problemi, in grado di descrivere la dimensione fortemente irrazionale di un’organizzazione sanitaria che va riformata subito.
Gli amministratori pubblici hanno il compito di analizzare il problema e proporre soluzioni. Quella di AziendaZero è la nostra. Concretissima e di pronta applicazione.
Non risolve tutti i problemi? Ovvio. Ma quale azione umana è in grado di risolvere tutto il male o di trattenere tutto il bene?
Non va bene? Capisco. Ma qual è quella alternativa, concretamente alternativa?
Su questo dovrebbe svilupparsi la sfida. La collaborazione tra enti e amministratori pubblici non si sostanzia nell’inerzia ma nella scelta, senza ricorrere a continui rinvii per non scegliere. Noi possiamo pure non scegliere, ma dobbiamo sempre ricordarci che se non scegliamo è la malattia a scegliere per noi.”