Credere, obbedire e combattere! (di Michele Graduata)

Utilizzato un anno fa per descrivere il dramma russo-ucraino, lo slogan “Vi è un aggressore e un aggredito”

è stato riproposto per raccontare anche la tragedia israelo-palestinese.

In entrambi i casi si tratta di una semplificazione della realtà utilizzata dalle destre fasciste e razziste per imporre il loro pensiero mainstream tra larga parte dell’opinione pubblica europea e occidentale. Facendo affidamento, infatti, sull’indifferenza e sull’indolenza di molti e sul fanatismo e la complicità di altri, questo pensiero punta alla sottomissione di tutti attraverso la parola d’ordine: “Credere, obbedire e combattere”.

Nessuna guerra può essere letta secondo lo schema dei buoni e dei cattivi: anche il conflitto israelo-palestinese non contempla la presenza di innocenti, soltanto di vittime fra gli insicuri israeliani e gli impotenti palestinesi.

Il sacrosanto diritto degli israeliani alla sicurezza, però, non può essere perseguito dalle classi dirigenti puntando sulla propria forza e sulla debolezza altrui, perché in questo caso si possono vincere tutte le guerre, mai quella di impedire al più debole di ribellarsi.

Allo stesso tempo l’impotenza dei palestinesi, di fronte ai 20 piani di pace, alle 700 risoluzioni Onu e alle 100 del Consiglio di Sicurezza a favore della loro causa e regolarmente violate, disattese o ignorate da Israele, non può essere giustificata dal ricorso al terrorismo di Hamas (forza). Si tratta, infatti, di un principio moralmente inaccettabile e politicamente controproducente, in quanto provoca e giustifica il controterrorismo di Stato di chi punta alla “soluzione finale” nella striscia di Gaza.

Il terrorismo va perciò combattuto senza appello, ricordando agli antiterroristi di professione che esiste la risoluzione Onu n. 42/159 del 1987 che lo condanna con 153 voti a favore e due contrari: quello degli Usa e di Israele.

Nel corso dei secoli, prima come europei e poi come occidentali, ci siamo arrogati il diritto di civilizzare gli “Altri”, i diversi da “Noi”, abusando della violenza e giustificandola sempre con l’elaborazione di una dottrina.

In questo contesto il mondo arabo è l’unico che non ha smesso di subirla per tutto il XX secolo e fino al 2020. Con gli “Accordi di Abramo”, infatti, voluti da Trump e siglati da Israele, Emirati arabi uniti, Bahrein, Sudan e Marocco si è pensato di poter cancellare definitivamente la questione palestinese dall’ordine politico mediorientale.

A tutti i fascisti e i razzisti che si ostinano ogni sera nei programmi televisivi a condannare le azioni criminali di Hamas come atti terroristici e ad assolvere quelle di Israele perché difensivi, giova ricordare il giudizio politico fornito, fin dall’inizio del conflitto, dal leader israeliano Ben Gurion sul ruolo di aggressore e aggredito: “Quando affermiamo che gli arabi sono gli aggressori e noi ci difendiamo, non è vero che a metà. In termini di sicurezza e di vita quotidiana, certo ci difendiamo (…) Ma questa lotta non rappresenta che un aspetto del conflitto, che è in sostanza di ordine politico. Ora in termini politici, noi siamo gli aggressori e loro si difendono”.

Sulla base di questo assunto la sfida per la conquista della pace in quella regione sarà possibile solo nel momento in cui l’Altro, il diverso da Noi, verrà riconosciuto come persona e non demonizzato di volta in volta come criminale, barbaro, terrorista ecc. sapendo che “Altri” siamo indicati anche noi occidentali dalla stragrande maggioranza della popolazione mondiale.

Oggi tocca a tutti gli uomini di buona volontà battersi, nell’immediato, per il cessate il fuoco e, in prospettiva, per una pace giusta che non prevede la doppia morale di chi invia armi all’Ucraina che si batte per l’autodeterminazione dalla Russia e, nello stesso tempo, invia armi a Israele che non riconosce lo stesso diritto al popolo palestinese.

Per restare aggiornato seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina facebook, sulla pagina https://www.facebook.com/mesagnenet

Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego in conformità della nostra Cookie Policy.