Toni Matarrelli: Le primarie sono un valore non una sfida all’“Ok Corral”.

Ad una settimana dalla consultazione delle primarie per individuare il candidato progressista alla presidenza della Regione Puglia è necessario sviluppare una riflessione pacata. Il dibattito apertosi negli scorsi giorni non ha goduto, a dire il vero, della serenità che una questione così tanto fondamentale per il centrosinistra meritava, se non per l’intervento di qualche editorialista più acuto. La classe politica è sembrata invece farsi travolgere dalla passione, così da affrettarsi più nelle pur legittime rivendicazioni di parte che nel sano confronto, maggiormente utile a creare prospettive e visioni.

Ho sempre sostenuto che le primarie fossero un fattore fondante del centrosinistra, quasi a dire che la spinta originaria e propulsiva del centrosinistra poteva risultare soltanto dalla mobilitazione del proprio popolo.

 

In virtù di questo ragionamento di carattere generale, le primarie sono un valore da cui non si può prescindere e che anzi va tutelato con ogni accortezza. Detto ciò, è difficile nascondere come in questi dieci anni l’entusiasmo dei nostri elettori, partito a millecontro ogni ragionevole aspettativa, sia gradatamente scemato, pur non corrispondendo sempre in maniera direttamente proporzio­nale alla diserzione rispetto alle urne. Non a caso ho evocato l'entusiasmo, una sorta di vigore collettivo che rappresentava il carattere dominante di quella partecipazione democratica e che oggi appare tra­slucido. appannato ma non irrecuperabile.

La contesa tra Michele Emiliano. Dario Stefano e Guglielmo Minervini in realtà fortemente polarizzata tra i primi due - si inserisce allora in un «fil rouge» che parte da lontano, la cui responsabilità ricade in capo all'intera classe dirigente della nostra Regione e, più in generale, del Paese. Poggia, innanzitutto. sulla disaffezione rispetto alla politica covata dalla nostra gente, afflitta da problemi contingenti ben più gravi che la sconfitta elettorale dell'imo o dell'altro; poggia sulla incapacità diffusa di ascoltare i cittadini ed interpretarne i bisogni au­tentici; poggia sulla difficoltà di sbrogliare le matasse che gli amministratori della cosa pubblica a vario titolo e diverso livello patiscono. Questo intendevo quando mi sono permesso di evidenziare alcuni dati eclatanti in negativo, come la scarsa affluenza nel capoluogo brindisino: ma. da alcune reazioni su­scitate, capisco di aver toccato un nervo scoperto. D’altro canto, poi. è importante sottolineare l'alta partecipazione dei pugliesi alle primarie, in assoluta controtendenza rispetto alle altre regioni, che sarebbe semplicistico ed anche insolente ridurre, nel­l'analisi dei flussi, ad una mobilitazione di greggi da parte di capibastone.

Quanto all’ultima tornata di primarie, uno degli errori di fondo è stato, a mio avviso, quello di non chiarire in premessa un concetto banalissimo, ma che con tutta evidenza andava esplicitato e rimarcato: e cioè che si trattava di una competizione tra persone di eccezionale caratura morale e certamente di alto spessore politico, e che proprio per questo l'esito della competizione sarebbe comunque stato utile al cen­trosinistra. Qualcuno e con qualcuno, purtroppo, indico larghe fette del ceto politico del centrosinistra - ha pensato bene di inoculare insopportabili tossine nel circuito del regolare concorrere, in qualche maniera alterandone la stessa qualità.

Ha vinto Emiliano, ma non hanno perso né Stefàno, né Minervini: così la penso io. ed il mio giudizio non sarebbe mutato davanti ad esiti diversi. Ma abbiamo rischiato di perdere in molti, nel momento in cui abbiamo interpretato il confronto come una sfida all'Ok Corral. Io stesso sono stato protagonista di ima scelta che non ha mancato di destare scandalo e. in qualche occasione, veemenza, pur allocandosi con la massima dignità nel solco stretto della finalità delle primarie: che è quello di compiere una scelta libera e responsabile, emancipata dalle bandiere e dagli sche­mi di partito. Eppure, anche pagando dolorosi costi personali, ho ritenuto legittimo sostenere dalla mia posizione di parlamentare di Sinistra Ecologia Libertà la candidatura del segretario regionale del PD, così come tutti quei democratici che in un altro momento votarono per Nichi Vendola, ribaltando pronostici dati per certi. Ora, però, bisogna ripartire, smorzando la volontà di potenza o utilizzando quelle energie per un fine migliore. L'obiettivo non è soltanto quello di condurre alla vittoria delle prossime elezioni regionali il centrosinistra; e neppure, soltanto. quello di dare altro corso alla «primavera pugliese» che tanto ha cambiato il volto della Puglia negli ultimi due lustri. Abbiamo un compito ulte­riore e, da un certo punto di vista, più significativo: dobbiamo originare nuove occasioni di speranza, per noi e per le future generazioni, dobbiamo credere di poter credere ancora.

Toni Matarrelli

Deputato Sinistra Ecologia e Libertà

Dalla "Gazzetta del Mezzogiorno" del 7.12.2014

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