Clara Bianco: Io figlia di un vecchio comunista (di Giuseppe Florio).

Il Pd la invita a candidarsi e lei risponde "presente", scendendo per la prima volta in politica.

Dice di avere 60 anni, ma non li dimostra: per l'aspetto giovanile ma anche per l'apertura mentale e la freschezza delle idee. Clara Bianco - una laurea in Lettere classiche, felicemente sposata, un figlio che lavora a Milano – è quella che si può definire una «vera signora», che ha deciso di buttarsi nella competizione elettorale per le regionali, accogliendo l'invito della locale sezione democratica a candidarsi nelle liste PD.

«Sono figlia di un vecchio comunista, ho mangiato per tutta la vita pane e politica ed sin da giovanissima ho compreso quanto fosse necessario combattere la cultura dell'indifferenza», spiega illustrando le proprie motivazioni ideali. «Ho partecipato ai movimenti di contestazione giovanile, mi sono battuta per l'aborto ed il divorzio che ritenevo conquiste per la condizione femminile. Sono stata tra i primi iscritti del Pds, dei Ds e infine del PD. Ho ormai una lunga carriera professionale: docente di scuola media e poi di liceo, quindi dirigente scolastica a Cellino San Marco e negli ultimi 5 anni dello storico nautico e aeronautico “Carnaro” di Brindisi, che ha formato generazioni di studenti con la vocazione delle professioni legate al mare e al cielo. Da settembre dirigo anche il Belluzzi e il Marconi-Flacco. In totale una popolazione di circa 1300 studenti, oltre 140 docenti e circa 40 ATA».

Come racconti il tuo impegno? «Ho sempre creduto che l'istruzione e la formazione delle nuove generazioni richiedessero passione e dedizione, e che la scuola sia un servizio pubblico al centro del quale ci sono gli studenti. Ho operato con la convinzione che i ragazzi per crescere abbiano bisogno di buoni esempi, che equità, giustizia, rispetto debbano improntare l'azione educativa. Ho basato il mio rapporto con loro sul sentimento della cura, intesa come accompagnamento nella loro crescita, come attenzione ai loro bisogni e a quelli delle famiglie, poiché la scuola è più importante di quello che insegna: è il luogo in cui lo studente impara il mestiere di vivere. Ho favorito i processi di inserimento nel mondo del lavoro, riuscendo ad allargare il ventaglio di opportunità per i nostri diplomati, anche attraverso l'efficace utilizzo dei fondi europei».

Perché hai deciso di scendere nell'agone politico? «La proposta di candidatura è arrivata del tutto inaspettata in un momento assai difficile della mia vita personale. Ci ho pensato 24 ore su, ho registrato l'incoraggiamento e la fiducia della mia famiglia e degli amici più vicini. Ho accettato. L'ho fatto perché stimavo gli esponenti del PD di Mesagne che me lo hanno proposto, l'ho fatto perché credo che Emiliano sarà un buon presidente, che la buona politica abbia bisogno di persone che non hanno interessi personali da tutelare, perché la politica non può essere un mestiere, perché credo di poter mettere al servizio del mio territorio le competenze acquisite nella gestione della scuola».

Se dovessi essere eletta, di quali istanze ti faresti portavoce? «Metterei al centro del mio operato i temi dello sviluppo sociale ed economico; le tematiche così urgenti dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile e, naturalmente, l'istruzione e la formazione. In queste materie la Regione ha competenze, che dopo la soppressione delle province, saranno delineate e ampliate. Il programma che il candidato presidente Emiliano sta costruendo dedica ampi spazi alla scuola, poiché l'istruzione è la molla sulla quale fare leva per la ricostruzione del nostro Paese. Di certo non farò mancare il mio contributo alla risoluzione dei tanti problemi che investono il mondo della scuola, in primo luogo la sicurezza statica degli edifici e la creazione di opportunità per i giovani che favoriscano, anche attraverso forme di apprendistato, la transizione scuola-lavoro».

Giuseppe Florio

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