Schiavi fotovoltaico: interrogazione dell’On. Mariano

Proprio nei giorni in cui sono state rinviate a giudizio dodici persone accusate di aver fatto parte di un’associazione a delinquere che avrebbe sfruttato centinaia di immigrati nella realizzazione di parchi fotovoltaici

nelle province di Lecce e Brindisi, arriva l’interrogazione da parte dei deputati pugliesi Elisa Mariano e Salvatore Capone ai Ministri del Lavoro, della Giustizia e degli Interni.

“Abbiamo rivolto questa interrogazione ai ministeri competenti per sollevare una questione delicata su cui è bene far luce ed intervenire tempestivamente. Il processo, non ancora iniziato, conta su 200 testimoni di giustizia, poichè molti dei lavoratori africani denuncianti hanno infatti deciso anche di testimoniare, e per questo adesso sono sotto protezione sociale. Vi sono disposizioni che riconoscono, al migrante che collabora con la giustizia, il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari e il suo inserimento in un programma di protezione sociale che, tra l’altro, dovrebbe garantirgli un pocket money mensile, il ricovero in case rifugio e l’inserimento nel mondo del lavoro – dichiara l’On.Elisa Mariano, prima firmataria dell’interrogazione.
“Tuttavia- prosegue- da notizie di stampa e dalla denuncia delle organizzazioni sindacali si apprende che la tutela dello Stato non ha impedito a questi ragazzi di finire in una nuova spirale di sfruttamento, infatti alcuni di loro adesso lavorano come braccianti agricoli nelle campagne del Brindisino e, ancora una volta, vengono sfruttati, lavorano in nero, con orari interminabili. Molti di loro, pur avendone diritto, non percepiscono nessun pocket money e non alloggiano nelle case rifugio, in quanto queste strutture non sono sufficienti a soddisfare la richiesta di un numero elevato di persone. Per questo, insieme al collega Capone, abbiamo immediatamente depositato un’interrogazione al Governo per conoscere quali siano le ragioni della mancata applicazione del programma di tutela spettante a tali lavoratori in qualità di collaboratori di giustizia e, in particolare, del ritardo nella corresponsione dei rispettivi pocket money mensili.”
“Riteniamo questa una questione delicata quanto cruciale, anche al fine di garantire la serenità nello svolgimento del processo. E’ poi, soprattutto, è una questione di civiltà, di diritti e di umanità alla quale non è possibile derogare- aggiunge l’On.Salvatore Capone- la piaga dello sfruttamento e del caporalato che ha riguardato, come questo caso evidenzia, il settore del fotovoltaico, è purtroppo ancora molto diffusa nei campi della Puglia e nelle province di Brindisi e Lecce e il giro d’affari legato al business delle agromafie, secondo le stime della direzione nazionale antimafia, è di 12,5 miliardi di euro all’anno. Le forme di sfruttamento e riduzione in schiavitù diventano sempre più oppressive. Anche per questa ragione abbiamo chiesto al Governo se non ritenga, per quanto di competenza, di promuovere un’ampia indagine per accertare dimensioni e cause di questo inaccettabile fenomeno”.
“In un momento in cui l’odio verso i migranti diventa, per la peggiore politica, un tema da campagna elettorale in cui ci si esercita senza ritegno nel criminalizzare lo straniero in quanto tale, forse dovremmo riflettere su questa vicenda che non solo ci inchioda ad una verità capovolta rispetto ai racconti che siamo soliti ascoltare, ma soprattutto una vicenda in cui, grazie al coraggio di questi giovani migranti sfruttati, sono emersi scenari inquietanti che, se provati, dovranno davvero interrogarci su quale sia lo sviluppo che vogliamo.- conclude l’On.Mariano- E per quanto ci riguarda non esiste nessun tipo di sviluppo che possa tollerare la disumanità dello sfruttamento che calpesti i diritti umani, che affossi la civiltà del lavoro.”

COMUNICATO STAMPA

 

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