Joannis Davilis: "Ciò che avviene conviene, sempre!"
Siamo passati in una sola notte da Tsipras eroe d’Europa a Tsipras traditore dei popoli! Ma non è cosi. Lui lo sa bene ed in fondo lo sanno tutti…
anche i suoi 32 parlamentari che, mentre non hanno votato al parlamento il memorandum della Merkel per motivi di principio, hanno rinnovato la loro fiducia alla sua persona. Ma a Tsipras dà fiducia anche un bel 72% della gente in Grecia, come riportano gli ultimi sondaggi, mentre una larga maggioranza trasversale, ieri al Parlamento ellenico, ha avallato la tanto contestata firma del primo ministro greco sotto il testo del terzo memorandum.
Tutti, Tsipras compreso, sono d’accordo su un punto: il terzo memorandum è punitivo ed ingiusto, disumano e profondamente antidemocratico. Si è costretti ad accettarlo, forzatamente, dopo l’assedio delle “istituzioni europee” alla nuova nazione di Pericle. Già, perché una volta, per conquistare una città- stato, i barbari assediavano la polis togliendole i rifornimenti di viveri ed acqua. Oggi l’assedio avviene in maniera più semplice e telematica, bloccando i bancomat!
Per il momento, quindi, costretti ad accettare. E diciamo “per il momento” perché la partita è appena cominciata e niente è scontato. Lo conferma lo spettro delle elezioni anticipate paventate per il 13 di Settembre.
La confusione e l’esagerazione alle reazioni dopo la firma greca sotto ricatto è avvenuta perché da Tsipras, ognuno, dentro e fuori dalla Grecia, aspettava quello che più aveva nel cuore e nell’immaginario e non poteva realizzare… Complice anche l’ondata di democrazia che ci ha travolto da Atene con il referendum- sfida alle “istituzioni”. La grande vincita del NO ha un po’ inebriato tutti. Parlo del cosiddetto “popolo democratico”, quello che ha imparato a soffrire e ad incassare e, tra una batosta e l’altra, ha imparato anche a sognare ad occhi aperti. Quel popolo che in Italia è sceso in 50 piazze a favore dei “fratelli greci” e della democrazia in Europa, ma senza i grandi partiti “progressisti” e di “sinistra”, con le Comunità Elleniche e le canzoni di Mikis Theodorakis.
La vera verità è che l’Europa delle “istituzioni” ha imposto alla Grecia una pace punitiva. Un’umiliazione senza precedenti e un pacchetto di misure al limite del sadismo sociale puro che, si sa bene, non porteranno da nessuna parte, ma al contrario aggraveranno la situazione. Ed allora perché tutto questo? Perché questo accanimento tedescocentrico contro la “madre d’Europa” , la “cula della democrazia”? La risposta è tanto semplice quanto cruda e raccapricciante: sottomettere il paese simbolo dell’Europa e soprattutto punire severamente chi ha avuto il coraggio di alzare testa allo strapotere della banconeria internazionale che comanda la UE tramite le sue “istituzioni” (leggi Troika).
Punire severamente uno per educare tutti gli altri. La lezione hanno deciso che deve essere dura, durissima perché nessun popolo in Europa potesse pensare, anche lontanamente, di ribellarsi in futuro. I nordici, specialmente i tedeschi, pur frequentando assiduamente l’estate la Grecia, non hanno capito niente dell’indole e della psicologia dei greci!.. Naturalmente tutto questo non fa che avallare la tesi di serissimi economisti ed analisti internazionali secondo i quali il vero problema con la Grecia non è certo di carattere economico ma di matrice politica. E questo è veramente inquietante.
Diciamo anche un’altra cosa: questo exploit di cattiveria politica, questo colpo di stato come giustamente commenta Varufakis, è stato imposto a Tsipras e alla Grecia dalla Merkel ed i suoi "ja vol allineati" perché constatate due cose: primo, che la piccola Grecia è stata in realtà abbandonata da tutti e quindi rimasta isolata e sola in questi giorni difficili e poi perché ben informati che i famosi incontri- apertura di Tsipras con Putin, Obama e Cinesi non hanno garantito le tanto indispensabili “riserve valutarie” che potessero eventualmente permettere alla piccola Grecia di mandare a benedire un’Europa arrogante, ricattatrice ed usuraia ed uscire definitivamente dalla eurozona tornando alla dracma.
Ricordiamo e ribadiamo che il referendum è stato fatto per chiedere alle istituzioni di Bruxelles misure più solidali, ragionevoli ed eque. Ma il No dei greci, diciamolo pure, è stato anche un no del sud euro- mediterraneo a questa Europa tedesco-bancocratica. Le aspettative e le vaghe speranze erano diverse: c’erano quelli che speravano in una ragionevolezza delle istituzioni davanti a questa volontà popolare per un’Europa solidale e democratica; c’era poi chi sperava in un muro contro muro, quindi ad un Grexit momentaneo per far spazzare via Tsipras ed il suo governo, unico in Europa ad non essere allineato alle volontà bancario- teutoniche ed infine c’era chi sperava semplicemente in un autentico Grexit per tornare alla dracma e alla dignità nazionale, una vera rivoluzione che dovrebbe di conseguenza travolgere altri stati del sud Europa: Spagna, Portogallo, Italia… Insomma c’è chi sperava di fare la rivoluzione in Europa con il sangue e le lacrime dei greci sedendosi comodamente a casa, twittanto e postando su fb… ma si sa le rivoluzioni non si fanno cosi. Stando alla finestra a seguire il dramma di un popolo commiserandolo non è certo da rivoluzionari ma da voyeurs politici.
Nella sua intervista alla tv greca il premier Tsipras, al suo ritorno dalla lunga “notte dei vampiri” di Bruxelles, ha spiegato tante cose e ne ha fatto capire molte di più. Ha detto pressappoco, che non ci sono in questo momento le “riserve valutarie” per stampare moneta nazionale… quindi un eventuale Grecix sarebbe una autentica tragedia greca per i più deboli (la maggioranza assoluta della popolazione). Insomma chi ora con 700 euro ha difficoltà di sopravvivenza si troverebbe con 700 dracme che non permetterebbero loro di vivere neanche tre giorni al mese, mentre i ricchi (chiamiamoli pure oligarchi) che, come dimostrato e denunciato pubblicamente da una parte della stampa greca, hanno trasferito i loro soldi all’estero si troverebbero in condizioni di comprare tutto e tutti con due soldi. “Quindi”, ha aggiunto l’ex eroe, “uscire dall’eurozona in questo momento non sarebbe solo doloroso e disumano per i molti ma non sarebbe neanche una azione politica di sinistra”. Questo è vero. Come è vero che non sarebbe e non è di sinistra buttare la spugna e lasciare il campo libero ai soci politici ed imprenditoriali dei corvi europei.
Va detto che Tsipras giustamente sente forte la responsabilità di una leadership Europea. E se questo è vero, è anche vero che ora è il momento di unire le forze, non di abbandonare la barca ai vari “schettino” di turno. La banconeria internazionale che vuole controllare le nostre vite e condizionare il nostro futuro imponendo queste politiche tra il sadico ed il punitivo, a lungo andare avrà tutti contro. Già sta cominciando a cambiare lo scenario europeo ed a crescere la consapevolezza collettiva che questa Europa non è di tutti! Niente quindi sarà più come prima, il re, anzi la regina è nuda! La democrazia è inebriante ma anche virale. Questa è anche la sua straordinaria forza.
Poi dobbiamo essere fiduciosi. Sempre. C’è un detto orientale che vale anche per le più grandi catastrofi: “quel che avviene conviene”. Più che un detto è una regola. Io mi sento molto orientale e quindi sono fiducioso. Il conto alla rovescia per questa Europa di pochi è cominciato. La democrazia in fondo ha sempre vinto l’oligarchia. Sparta ed Atene non hanno insegnato nulla?