Azione combinata Ministri Poletti-Martina contro il caporalato e il lavoro nero/irregolare:

 “Così il Governo risponde alla nostra interrogazione. Il circolo vizioso si può interrompere”

Dichiarazione Onn. Salvatore Capone ed Elisa Mariano, parlamentari Pd della Puglia.

“Consideriamo l’azione attivata dai Ministri Poletti e Martina per contrastare il lavoro irregolare, nero e il caporalato in agricoltura una prima rilevantissima risposta alla interrogazione parlamentare da noi presentata nei giorni scorsi e ai drammatici episodi che hanno segnato questi giorni. Chiamando in causa i Ministri del Lavoro e delle Politiche sociali, delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, dell’Interno, chiedevamo infatti se i Ministeri fossero in possesso di dati aggiornati sulla situazione del lavoro in agricoltura e sullo stato dell’arte delle Intese in essere, e in ogni caso quali iniziative intendessero adottare per contrastare la drammatica situazione.

Le ispezioni coadiuvate dal servizio prevenzione Asl, la mappatura delle aree a rischio, la rapida approvazione delle norme sul lavoro agricolo e sulla “Rete del lavoro agricolo di qualità” contenute nel Collegato Agricoltura all’esame del Parlamento sono tutte misure che potranno, se adeguatamente monitorate nella loro attuazione in ogni segmento, produrre risultati importanti e in ogni caso costituiscono un chiaro segnale. D’altra parte è sconfortante apprendere dall’Assessore regionale al ramo che le liste di prenotazione, pure attivate dalla Regione gli scorsi anni per sconfiggere la piaga del caporalato e del lavoro nero, siano state utilizzate dalle imprese in piccolissima parte e così i fondi a disposizione. Eppure proprio in questa partita le imprese sono un anello fondamentale, il vero tassello che potrebbe sconfiggere definitivamente il caporalato e il lavoro nero e irregolare.

Per questo è importante, e noi lo avevamo sottolineato nell’interrogazione, approdare a un marchio di qualità dei prodotti agroalimentari. Anche questo è un altro modo di essere Sud” 

Come si ricorderà, l’interrogazione depositata il 30 luglio scorso dai deputati pd Salvatore Capone ed Elisa Mariano a poche ore dalla tragica morte di un bracciante sudanese nelle campagne di Nardò, località Pittuini, interrogava i Ministri del Lavoro, delle Politiche Agricole, dell’Interno, per sapere “se i Ministeri interrogati attraverso le opportune verifiche siano in possesso di dati aggiornati sullo stato dell’arte dei Protocolli su menzionati e di eventuali altre Intese siglate con l’obiettivo di contrastare lavoro nero, sfruttamento del lavoro, intermediazione e caporalato; se non ritengano di istituire, per tempo e in modo permanente, un Tavolo con tutti i soggetti istituzionali sociali coinvolti perché episodi come quello del lavoratore sudanese non debbano più accadere e in ogni caso al fine di impedire l’intermediazione di manodopera immigrata nelle condizioni in cui è solita accadere; se anche in accordo con gli enti territoriali non ritengano di promuovere opportune forme di trasferimento degli immigrati nei campi di lavoro, anche con ticket a pagamento da parte degli stessi immigrati se non sostenuto dagli Enti pubblici, perché il circolo vizioso della relazione con i caporali sia drasticamente interrotto; se poi, anche in accordo con gli Enti territoriali, non ritengano di dover sostenere e favorire cornici istituzionali tale da garantire modalità di accoglienza e permanenza per impedire la costituzione dei ghetti nelle campagne dove anche le ristorazione, a quanto emerge dalle ricostruzioni giornalistiche, sarebbe appannaggio degli stessi caporali; se infine non ritengano di favorire e sostenere, anche in accordo con le imprese e le Istituzioni territoriali, la creazione di un marchio per i prodotti agricoli di provenienza da questa come da altre aree caratterizzate da simili fenomeni distorsivi del mercato del lavoro e lesivi della dignità umana e dei più elementari diritti, tale da poter aiutare il consumatore a riconoscere nei prodotti immessi sul mercato quelli garantiti da condizioni di lavoro regolare e tutelato; infine quali altre iniziative siano comunque in essere o siano in fase di attivazione”.

 

 

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