Campana: Immigrazione, funziona modello di accoglienza diffusa
Intervista di Giuseppe Giordano
«Accordo dimezzato al Consiglio Ue degli Affari interni, riunito in sessione straordinaria per decidere sul dossier immigrazione», titolano i media: sfuma l’ac -cordo sulla redistribuzione di 20mila rifugiati e sulla questione abbiamo rivolto alcune domande all’on. Micaela Campana, mesagnese, responsabile Immigrazione del Partito democratico.
Papa Francesco ha invitato le parrocchie ad accogliere gli immigrati. Mentre i comuni fanno fatica ad accogliere.
In Italia solo il 5 per cento dei comuni hanno progetti di accoglienza. Circa 450 comuni su ottomila. L'apertura del Vaticano è importante perchè ha una duplice valenza. Da un lato il messaggio umano del Papa ai suoi fedeli, un invito all'apertura anche mentale verso queste persone che fuggono da guerra e violenza, dall'altro perchè impone un modello di accoglienza diffuso fatto di piccoli numeri che non sono impattanti sulle comunità locali. Abbiamo già dei comuni pilota dove l'accoglienza viene fatta nelle famiglie anzichè nei centri e per adesso hanno dimostrato di essere dei modelli vincenti. Quella dell'accoglienza diretta è anche la storia della Puglia, quando in assenza di leggi, affrontò con risorse proprie l'arrivo degli albanesi. Lì furono i cittadini ad aprire le proprie case, rifocillando chi arrivava dal mare.
Dopo il discorso di Junker, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione per distribuzione di 160 mila migranti. Ma continuiamo a vedere scene di chiusura delle frontiere nel resto d'Europa, segno che forse non basta.
Credo che l'Europa da aprile ad oggi abbia fatto molti passi in avanti anche grazie all'opera di persuasione di questo governo e del Commissario Mogherini. Fino ad un anno fa la presa di coscienza europea del problema era impensabile. Ciò che vediamo succedere su altri confini europei dimostra che l'Italia in tema di accoglienza non ha da imparare nulla. Con l'operazione Mare Nostrum abbiamo dimostrato alla Ue una superiorità tecinica e umanitaria senza eguali. Per noi la vita umana vale più dei sondaggi e degli slogan. E' chiaro che di fronte ad una sfida epocale come quella che stiamo affrontando non possiamo accontentarci di soluzioni spot, ma con l'Agenda Europea sono stati fissati degli obiettivi comuni di lungo e breve periodo volti a dare una risposta unitaria e condivisa ai problemi legati all'immigrazione.
I Paesi Ue chiedono che in Italia siano creati degli hotspot per l'identificazione dei migranti.
Quella è una misura che deve far parte di un pacchetto. Senza il superamento delle regole di Dublino gli hotspot non sono praticabili. I deputati europei del PD hanno presentato una risoluzione, votata questa settimana a Strasburgo, che vincola la creazione di hotspot alle quote vincolanti di accoglienza per tutti i paesi. Io credo, da deputata, che non si possa pensare di trovare l'ennesimo meccanismo per lasciare soli gli stati di frontiera e che quello che vediamo accadere in alcuni stati non è degno del sogno europeo. Di fronte all'instabilità del continente africano, alle violenze che questi uomini e donne subiscono prima di arrivare all'imbarco, di fronte alle tante foto che ci arrivano, non solo quella del bimbo riverso sulla spiaggia, devono spingere l'Europa e gli europei ad uno scatto in più. Uscire dagli egoismi nazionali per dare una risposta degna di un grande sogno democratico, lo stesso che ha spinto sei paesi ad unirsi nel 1957 dopo essersi fatti la guerra. Bisogna uscire dalla logica dei muri e entrare in quella delle soluzioni europee.
Quando finirà l'emergenza immigrazione?
E' un'emergenza che non finirà questo deve essere chiaro. Cambiaranno le rotte, ma non l'emigrazione. E' un fenomeno permanente, un flusso permanente e che per questo ha bisogno di risposte lungimiranti. A mio avviso dobbiamo accelerare sulla creazione di corridoi umanitari, avviando le procedure di richiesta d'asilo fin dai paesi di transito africani, togliendo linfa ai trafficanti di uomini. Bisogna investire di più nella cooperazione internazionale e anche nelle missioni internazionali volte alla stabilizzazione dei Paesi che oggi sono in mano a gruppi terroristici che ogni giorno uccidono migliaia di persone nell'indifferenza europea. Sono azioni che richiedono uno sforzo comune e la condivisione dell'obiettivo. Sulla questione migratoria si gioca il futuro dell'Europa.