Salvatore Capone ed Elisa Mariano rilanciano sull’urgenza della moratoria europea: “Tutelare il mare e le coste”

“Per anni abbiamo affermato che la bellezza delle nostre coste e del nostro mare è il nostro petrolio.

Adesso è il caso di dimostrarlo convocando quel Tavolo istituzionale con le Regioni adriatiche che chiediamo da tempo e lavorando perché in sede europea tutti i paesi che si affacciano sul corridoio Adriatico definiscano una strategia condivisa e coerente relativamente alle autorizzazioni per la ricerca e le prospezioni nell’Adriatico e nello Jonio finalizzate alla coltivazione di idrocarburi.

L’iniziativa delle dieci Regioni che stamane hanno depositato i quesiti referendari è una potente sollecitazione a definire una politica energetica nazionale sostenibile ed ambientalmente compatibile, capace di investire in innovazione ed energie rinnovabili”.

Così Salvatore Capone ed Elisa Mariano, parlamentari Pd della Puglia, dopo il deposito dei quesiti referendari da parte di dieci regioni italiane, tra cui la Puglia.

“Il nostro Paese”, prosegue Salvatore Capone, “in questi anni ha compiuto notevoli sforzi sul terreno delle rinnovabili, ed è interessato in modo rilevante dalla realizzazione di metanodotti e oleodotti. In Puglia la produzione di energia sostenibile supera di gran lunga il fabbisogno energetico regionale mentre in questi anni pubblico e privato hanno profuso investimenti e risorse per fare del turismo e della cultura un segmento importante di sviluppo e di crescita.

Per tutti questi motivi nei giorni scorsi  abbiamo ritenuto necessario coinvolgere in questa riflessione l’On. Chiara Braga, responsabile nazionale Ambiente del Pd”.

“E’ in gioco il futuro di un intero ecosistema”, prosegue l’On. Elisa Mariano, “e purtroppo esempi a noi molto vicini ci hanno insegnato che giocare oltremodo con la natura può essere molto pericoloso e rischioso. Nella risposta all’interrogazione presentata nel giugno scorso dalla delegazione parlamentare del pd pugliese il Governo ha concordato sulla necessità di un confronto e una verifica serrati con gli altri paesi adriatici e sulla salvaguardia e tutela dell’ambiente marino in Adriatico e nello Jonio. Un’apertura e una disponibilità che noi riteniamo debba adesso approdare ad un confronto perchè si arrivi ad una decisione netta che blocchi le autorizzazioni concesse, anche per semplici attività di ricerca e prospezione, nel nostro mare. Contemporaneamente il Governo dovrebbe avviare  un'interlocuzione con le regioni adriatiche e joniche al fine di definire una posizione europea sulla questione. Sappiamo tutti, infatti, che se un incidente avvenisse in acque croate i danni per l'ambiente e le nostre coste sarebbero esattamente gli stessi. Per quanto ci riguarda, il futuro energetico dell'Italia non può essere certamente rappresentato dal petrolio”. 

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