L’azione amministrativa trasparente (Carmelo Molfetta)
Interessante, non so quanto consapevole, una recente dichiarazione del Sindaco
resa in consiglio comunale durante l’esposizione delle linee programmatiche.
Per come riportato dalla stampa locale egli ha detto: "C'è l'assunzione ormai a tempo pieno dei Co.co.co e Co.co.pro fatta nella precedente legislatura non ha corrisposto a specifici bisogni dell'ente quanto al principio generale di stabilizzare lavoratori precari."
Si tratta di una dichiarazione interessante ancorché passata sotto silenzio e sfuggita ai commentatori politici locali.
Forse l’interesse trasversale verso l’argomento ha fatto si che una dichiarazione di tale portata abbia favorito l’oblio mediatico.
E’ una dichiarazione interessante ed onesta; sarebbe anche autocritica se non fosse un poco furbetta.
Interessante perché se il Sindaco si pone il problema della adeguatezza della organizzazione della azienda che presiede, alle esigenze della collettività è un buon segno.
E’ anche una dichiarazione grave perché sostiene che le stabilizzazioni non hanno “corrisposto a specifici bisogni dell’ente”, ma hanno soddisfatto “il principio generale di stabilizzare i lavoratori precari”; cioè, tradotto dal criptico linguaggio politichese, sarebbero servite più alle persone che al Comune.
E’ una dichiarazione grave perché rende esplicito l’aver sacrificato l’interesse dell’ente a quello dei singoli soggetti interessati.
E’ una dichiarazione grave perché l’efficienza amministrativa, la trasparenza ed il buon andamento della pubblica amministrazione, conseguenza diretta anche di un apparato amministrativo adeguatamente selezionato, sono gli argini insuperabili per l’illegalità amministrativa.
E’, ancora, una dichiarazione grave perché se è vero quello che sostiene il Sindaco, che cioè l’operazione “non ha corrisposto a specifici bisogni dell'ente quanto al principio generale di stabilizzare lavoratori precari " saremmo in presenza di un atto “macroscopicamente illegittimo”.
Per verificarne le conseguenze consultate Corte di Cassazione III Sez. Pen. 93/2015.
Sarebbe anche una dichiarazione onesta perché chiaramente autocritica se non fosse anche furbetta perché interviene quando tutto è già successo e gli effetti, tutti gli effetti, anche quelli elettorali, si sono abbondantemente verificati e consolidati.
E’ una dichiarazione interessante perché rilasciata in un momento in cui la qualità del servizio reso dalla PA è sotto stretta osservazione dell’ANAC attenta a valutare la correlazione tra illegittimità amministrativa, con la conseguente disapplicazione dei principi di trasparenza imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, e ogni altra conseguenza applicativa.
Non deve essere stato un caso se l’ Autorità di Vigilanza sugli Appalti Pubblici sia stata soppressa per essere inglobata nella Autorità Nazionale Anticorruzione.
La rettitudine delle persone è fuori discussione, ma le conseguenze dannose, anche inconsapevolmente arrecate, possono rivelarsi molto serie.
Carmelo Molfetta
Mesagne 29/9/2015