Campana sulla violenza alle donne

"In Italia sono circa 7 milioni le donne che hanno subito violenza nel corso della propria vita.

Per molte la violenza è un fatto privato, circoscritto alla vita domestica e per questo non denunciano. Sono proprio i partner attuali o gli ex, i maggiori aguzzini delle donne con un numero crescente di minori che sono testimoni di violenza famigliare. Negli ultimi anni grazie al moltiplicarsi delle iniziative di comunicazione e sensibilizzazione, sono aumentate le denunce. Aumenta la consapevolezza per le donne che uscendo dall'ambito familiare, non si rimane da sole ad affrontare il proprio percorso di emancipazione. In questo senso nell'ultima legislatura sono stati messi a punto degli strumenti importanti per incentivare le vittime ad uscire dai propri contesti di violenza: la legge sullo stalking, nel Jobs act è stato introdotto un congedo speciale per le vittime di violenza inserite in un percorso riabilitativo e nel 2014 lo Stato ha coperto le spese legali con 100 milioni di euro. Si tratta di misure concrete che vanno nella chiara direzione di spingere le donne a denunciare i propri amori malati.

"Quella donna ha un segno in faccia e dice che se l'è fatto da se. Ma nel cuore ha una cosa più grande, un segreto che non capirai. Di un amore violento ed inquietante che però non denuncerà mai.... Perchè?" queste sono le parole della nuova canzone di Alex Britti, che il musicista romano ha dedicato al tema della violenza sulle donne. Si tratta di un'iniziativa importate che ci ricorda come siano moltissime le donne che hanno perso la vita a causa di un partner violento e che con una denuncia avrebbero potuto salvarsi. Così come sono tantissime le donne che ancora oggi vivono in contesti di violenza famigliare. L'Istat ci dice che cresce il numero delle donne che hanno subito violenza prima dei sedici anni per mano di un famigliare (19,5%) o di un "amico" di famiglia (11,4%). In simile contesto non possiamo dimenticare che il web sia un nuovo teatro in cui si consumano violenze e minacce reiterate. Per questo nel contrasto alla violenza non si possono non inserire norme che tutelino anche la vita virtuale delle persone coinvolte.

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