Mariano (PD) su TAP a Brindisi
“In merito alla vicenda TAP vorrei, innanzitutto, ricordare che non siamo più nella fase di individuazione dell’approdo.
Questa fase, non senza difficoltà, si è da tempo conclusa con un decreto di VIA che individua, nel sito di Melendugno, il luogo in cui far giungere l’approdo del gasdotto. Questa decisione non è certo il frutto dei desiderata di qualche politico, ma di tutti i tecnici che per mesi sono stati impegnati nella valutazione di impatto ambientale dell’opera. Giova ricordare inoltre che, sempre secondo i tecnici, tutti i siti del brindisino, già valutati in sede di VIA in comparazione con il sito di Melendugno, sono stati esclusi perché avrebbero reso l’opera più rischiosa ed impattante sul piano ambientale. E questo, non solo per il manto di posidonia disteso davanti alle nostre coste, ma per la forte antropizzazione di queste aree, per la presenza di numerosissimi impianti industriali a rischio di incidente rilevante, per la presenza di un mega deposito di GPL, per la fragilità della nostra falesia già messa a dura prova dalla imponenza della Centrale di Cerano e del suo lunghissimo nastro trasportatore.
Qui a Brindisi non abbiamo certo bisogno che arrivi TAP per poter pretendere compensazioni ambientali! Ancora oggi siamo area a elevato rischio di crisi ambientale, sito di interesse nazionale per le bonifiche, e non c’è studio, osservazione, riflessione, che non ricordi come per quest’area sia insostenibile, nella pratica e nella teoria, aggiungere ulteriori aggravi sul piano ambientale. Solo chi non conosce la storia politica e le tante battaglie ambientali condotte può pensare che sia possibile farlo.
Per questa ragione è semplicemente irricevibile la proposta di spostare l’approdo di TAP qui a Brindisi. Ma soprattutto l’argomentazione secondo cui accogliere oggi TAP significherebbe, forse, in un domani non ben precisato, avere qualche chance di riconvertire a gas la Centrale di Cerano appare infondata ed irrealizzabile. Questo domani potrebbe arrivare talmente tardi che per ENEL sarebbe più conveniente chiudere la centrale piuttosto che investire nella sua riconversione. Non può esistere la politica dei due tempi su questioni di tale portata.
A meno che ENEL non abbia partecipato a vertici di cui non abbiamo notizia manifestando disponibilità, non possiamo che ribadire che non si possono fare i conti senza l’oste perché, in questo modo, rischiamo di produrre solo un danno al territorio. Qui a Brindisi ci sono uomini e donne che da decenni subiscono i danni del carbone, e da decenni sono ignorati da tutte le istituzioni. Comprese quelle locali che, a tutti i livelli, non si sono mai cimentate seriamente in un confronto con ENEL per la riduzione del carbone bruciato nè hanno mai avanzato tale richiesta in sede AIA. Se il Presidente Emiliano volesse, in tal senso, invertire la tendenza, ne saremmo contentissimi e gli daremmo man forte. Sarebbe un gesto immediato e concreto per dimostrare che quella contro il carbone non è una battaglia da fare ad intermittenza, ma una battaglia che va condotta a prescindere dall’approdo di un gasdotto, se si ha a cuore la salute dei brindisini, perché qui non ci sono cittadini di serie B.
Naturalmente, so bene che il Presidente Emiliano non ci considera tali e che per questa ragione è perfettamente consapevole che le nostre comunità, per esempio, non potrebbero accettare nessuna procedura accelerata per portare qui l’approdo di TAP e nessuna deroga al codice dell’ambiente ed alle tutele e garanzie in esso previste. Escamotage che si renderebbero necessari dal momento che gli accordi internazionali prevedono tempi certi per la realizzazione dell’opera.
Il futuro di questo territorio, già martoriato e bistrattato, non può essere certo definito in qualche ristretto incontro a Bari o a Roma con TAP o altre categorie imprenditoriali, né in fantomatici e inopportuni tavoli tecnici di livello provinciale che non hanno alcuna legittimità a fronte di una VIA già espletata in sede ministeriale.
Le nostre comunità, i nostri uomini e le nostre donne, alle prese da anni con una fra le più importanti e difficili vertenze ambientali del Paese, hanno la giusta maturità, la giusta consapevolezza per discutere, scegliere, decidere, del proprio territorio e del suo futuro sviluppo. A tutti noi il compito di sostenere questa soggettività, non certo di comprimerla.”
On. Elisa Mariano