Sanità Puglia, Mariano (Pd): c'è ancora molto da fare per avere ospedali a misura di donna
“C'è ancora molta strada da fare prima che la sanità pugliese superi il primato negativo rispetto al trattamento che riserva alle donne
e spiace davvero constatare che le province di Lecce e Brindisi siano fanalino di coda, abbiamo bisogno di affrontare con urgenza questo tema. Una sanità non a misura di donna è una sanità diseguale e non efficace”.
A sostenerlo è la deputata democratica Elisa Mariano, commentando gli esiti del rapporto biennale del Ministero della Salute sviluppato dall'Osservatorio nazionale sulla Salute della Donna. Lo studio, infatti, certifica che moltissimi ospedali pugliesi non sono a misura di donna perché poco attenti alla salute femminile e inadeguati dal punto di vista delle strutture e del percorso diagnostico. Tra i 294 ospedali italiani premiati, infatti, solo sei sono pugliesi e nessuno si trova nelle province di Brindisi e di Lecce.
“Nelle prossime ore – annuncia la parlamentare del Pd – invierò una lettera al Presidente Emiliano ed ai Direttori Generali delle due Asl di Brindisi e Lecce per sollecitare un intervento e conoscere quali azioni stanno mettendo in campo per superare questo primato negativo. Inoltre, coinvolgerò sul punto anche la consigliera per le pari opportunità della Regione Puglia Serenella Molendini. Mi risulta, infatti, la istituzione, a livello regionale, di un osservatorio sulla salute di genere e credo, quindi, sia opportuno valorizzare il lavoro fatto da questo organismo. Dobbiamo fare sì che il piano di riordino che si va predisponendo sia impostato anche secondo un'ottica di genere e soprattutto tenga conto di tutti i rilievi mossi dal report del Ministero. Non possiamo permetterci un limite così evidente alla qualità ed appropriatezza delle cure per più della metà della popolazione per ragioni di uguaglianza, diritti, ma anche economiche. Per questo serve lo sforzo di tutti, istituzioni e manager, per rendere anche il nostro sistema sanitario locale a misura di donna e non costringere le donne ad una continua mobilità per motivi di salute."
Roma, 22 dicembre 2015
On. Elisa Mariano